LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Un excursus che ha coperto l’intera stagione appena lasciataci alle spalle caratterizzata dall’amarezza per una promozione sfumata sul più bello, ma con lo sguardo già proiettato al futuro e senza più spese insostenibili nell’era del Covid che ancora serpeggia, ma con una gestione più sana e votata a patrimonializzare l’U.S. Lecce in cui René De Picciotto avrà un ruolo ufficiale e ben preciso, che comporterà non poche novità in società. Questo quanto registrato nel corso della conferenza stampa che la dirigenza del sodalizio giallorosso al gran completo ha tenuto stamane nel Palazzo BN.

Ad aprire gli interventi è stato il presidente Saverio Sticchi Damiani: “Oggi siamo a casa del socio René De Picciotto, un segnale di attaccamento alla città, insieme a quanto fatto fin dall’epoca della Lega Pro. Alla fine di un stagione è tempo di analisi che fungano da segnale anche per il prossimo campionato, restando agganciati alla realtà. Lo scorso anno presentammo un progetto pluriennale iniziando da una ristrutturazione fin dalle fondamenta. Progetto triennale non significa avere la certezza di arrivare in Serie A allo scadere dei 3 anni, o anche prima, ma di certo perseguire un discorso tecnico che porterà i suoi frutti. Un anno fa dissi che, se ci fossero state le condizioni al primo tentativo, avremmo cercato di coglierle, bruciando le tappe. Ci abbiamo provato in tutti i modi con ritiri continui, spostamenti nei tempi più consoni, un premio promozione per la squadra che il Dg Mercadante, memoria storica dell’U.S. Lecce,  ha assicurato che fosse il più alto mai pattuito e depositato. Segnali che stroncano sul nascere le chiacchiere secondo cui la società non volesse salire di categoria e che mortificano il nostro impegno. In questo primo anno di progetto tecnico coinciso col ritorno del Direttore Pantaleo Corvino, responsabile della continuità del progetto stesso, non deve meravigliare se cambiano tecnici o giocatori non consoni a ciò che si vuol raggiungere. In due sessioni di mercato abbiamo acquisito e reso protagonisti in prima squadra giocatori che tutta Europa ci invidia. Sono state oltre 15 le acquisizioni a titolo definitivo, italiani e non, per rinforzare le formazioni del settore giovanile. Sono certo che molti li potremo vedere in prima squadra il prossimo anno. Ottima la stagione della Primavera e dell’Under 17. In Serie C e Serie B è stato fatto un lavoro egregio, non altrettanto in Serie A che non ha lasciato patrimonio in termini di calciatori nonostante 30 milioni in ballo. Il solo rimasto in rosa da quella stagione è stato Gabriel, gli altri big erano in rosa già dai tornei precedenti. Inoltre, il famigerato paracadute è servito a pagare quei calciatori ancora sul nostro libro paga poiché acquisti pluriennali. Un paracadute tra l’altro dimezzato dai diritti di solidarietà e da questi esborsi ed è perciò come se non lo avessimo percepito. Le cessioni di Falco (la Stella Rossa non ha pagato nemmeno la prima trance pattuita e servirà aprire un contenzioso internazionale) e Petriccione non hanno portato grandi risorse. Io ed i miei soci abbiamo fatto fronte a tutta questa situazione, chiedendo gli straordinari al DT Corvino a cominciare dal ritorno a Lecce, lavorando 20 ore al giorno per risparmiare somme magari non eccellenti ma vitali per un piccolo club. La scorsa B è stata travagliata a causa dei malumori di alcuni calciatori scontenti di non poter giocare più in A. Ho temuto che se non si fosse tirata una linea si sarebbe rischiata la retrocessione. Ricordo il periodo della sconfitta interna col Pisa e la successiva con il Vicenza in cui Pettinari aveva mal di schiena, Falco proiettato con la mente altrove e non si rese disponibile… Se avessimo perso anche la seconda sfida interna avremmo seriamente rischiato di scendere di categoria. Entrò allora un ragazzo che risponde al nome di Rodriguez che con una doppietta ristabilì il risultato come poi successo anche contro l’Empoli, in cui la ventata di giovinezza messa al servizio della squadra ha portata a parlare non più di ‘io’, ma di ‘noi’. Non va dimenticata la situazione personale di Mancosu. Abbiamo allora fatto un’analisi e pensato che per il progetto triennale si poteva cambiare guida tecnica, non perché fosse un capro espiatorio ma, con un ennesimo sacrificio economico, si è scelto di cambiare allenatore. Con lo stesso metro di misura, senza dare responsabilità a chicchessia, potranno cambiare anche alcuni giocatori. Un rammarico costato circa 40 milioni non incassati come nel caso di una promozione in A. Adesso ci aspetta iscrivere la squadra in Serie B ed affrontare ulteriori dolori economici perché bisognerà far fronte a risorse personali per ottemperare a tutti gli impegni in un momento particolare non facile per nessuno, come dimostrano le difficoltà di altre società”.

Il presidente ha poi parlato di futuro: “Per la prossima stagione in cui si dovrà ancora parlare di periodo di crisi, con un margine di errore minimo, chiediamo al Direttore Tecnico di prendere giocatori per patrimonializzare il club pur con un budget limitato ed inserendo in prima squadra qualche giovane. Si miglioreranno ulteriormente le strutture tecniche e si rinforzerà la squadra. Per quel che riguarda la società, sono contento che oggi siamo tutti qui presenti insieme come altre volte non è stato possibile per impegni di ciascuno. Dietro di noi non abbiamo fondi internazionali. Siamo una delle poche società in cui i soci rispondono come persone fisiche dell’operato. Abbiamo firmato la nuova convenzione per la gestione dello stadio Via del Mare che speriamo possa essere un’opportunità. La struttura è vecchia e l’amministrazione comunale non ha risorse per affrontare la manutenzione straordinaria. Li abbiamo spesi noi nella misura di 3 milioni di Euro ed altri 2.9 ne serviranno per sistemare ulteriormente l’impianto. Cifre che speriamo di recuperare almeno in parte attraverso modelli innovativi con spettacoli e iniziative con M908 e Lecce Program. Giorni fa ho così chiesto a René, una risorsa per questo territorio e con cui è nata una bella amicizia, ho chiesto un impegno maggiore per sfruttare le sue capacità di fare impresa, la sua esperienza anche di rapporti con le banche. Nei prossimi mesi scadrà il CdA e lui ha il 39%, non la maggioranza. Rilanciamo perciò magari con la sua nomina a presidente perché presenza che rafforza il club. Ripartiamo con rigore ma anche entusiasmo. Aspettiamo i nostri tifosi che ci mancano tanto e che vorremmo possano divertirsi con una squadra giovane che dà tutto in campo guidata da qualche senatore. I fondi per programmare? Il Consiglio Direttivo di Lega B ha chiuso la vendita dei diritti audiovisivi con risultati mai raggiunti prima. I ricavi crescono ma potranno aumentare ulteriormente. M non basta. Serve una svolta anche su come riaprire gli stadi. Il nostro Ufficio Marketing è già al lavoro anche se di certezze ancora non ce ne sono”.

A prendere la parola è stato quindi il padrone di casa De Picciotto: “A 77 anni inizio a presenziare a riunioni anche di calcio… Essere qui, portato da Corrado Liguori, è segnale del mio impegno per la città. Non mi sono volutamente occupare della gestione della società perché non ne aveva titolo ufficiale, ma ringrazio tutti coloro che si spendono per il Lecce. Nessun socio fa questo lavoro al 100% anche se tutti ci mettono il massimo impegno. Ma questo nel passato, anche a causa della pandemia. Per questo ringrazio gli sponsor che ci sono accanto. Nel calcio, antinomia della filosofia capitalista, i soci sono i soli a non guadagnare qualcosa. Lecce è stata la città che come Comune e come gente mi ha accolto meglio. Sono pertanto legato a questo territorio, non mi considero un tifoso di primo livello ma abbastanza ragionevole. Per il futuro credo che ogni socio abbia un patrimonio che non può buttare al vento. L’impegno deve essere ragionevole perché dietro non abbiamo banche grosse ed ho chiesto di non avere ‘nero‘ o debiti. Ed in questo sono stato accontentato. Sono esperto in bilanci ed a Saverio ho detto che ai rigori sbagliati sul campo si deve rimediare col rigore finanziario. La gente non si può aspettare almeno oggi da parte mia un atteggiamento che porti a buttare via i soldi. Sono un socio di maggioranza vera e sono leale. Ho circa 60 società tutte in utile e purtroppo l’U.S. Lecce non lo è. Mi piacerebbe togliere un po’ di rosso dai bilanci e riportare il segno ‘+’. Io non ho fretta ma neppure troppo tempo, per gli altri soci invece il discorso è diverso. Il masochismo ha i suoi limiti… Per entrare nella governance ho chiesto poche cose: ci manca avere un certo pugno nella gestione, così come la certificazione dei bilanci da parte delle apposite società che non si occupano solo di pallone. Credo che il calcio non sia diverso da gestire rispetto ad altre aziende. Il cuore, la maglia, il sogno non possono sostituire i bilanci. Condivido l’analisi fatta da Saverio sullo scorso anno, ma è mancata la grinta nel finale quando avevamo 4 punti di vantaggio, perdendo partite in serie e la promozione. Qui avete una bellissima città ed una bella storia di club; oggi però bisogna essere più cauti, precisi ed esigenti. Questo il mio messaggio a tutto l’ambiente. Non ho bisogno di essere più presente in città per fare il mio lavoro, né fare quello degli altri. Cresce la mia quota, al pari delle difficoltà de momento. Non mi interessa il ruolo perché il progetto Lecce non ha la mia paternità e non intendo rovinare l’armonia di questo gruppo. Potrei essere magari il presidente onorario o essere rappresentato da una persona di fiducia. In certi momenti abbiamo punti di vista diversi, ma non vogliamo gente senza carattere ed oggi che Saverio è cresciuto inizia a vedere la realtà con i miei stessi occhi. Se gestisco mio figlio di 50 anni, posso farlo anche con lui che ne ha 47…

Spazio, infine, alla lunga disamina fatta dal DT Pantaleo Corvino: “Concedete anche a me un po’ di amarezza per la mancata promozione dopo 3 successi centrati in passato in questa categoria. Un conto è gestire con 8 milioni una B, altro averne 50 per la Serie A… Comprendo e mi unisco allora all’amarezza della dirigenza che a 4 giornate sentiva in tasca una promozione e che invece l’ha vista sfumare nel finale di campionato. L‘anno scorso ho puntato sul costruire un nuovo gruppo che mi affianca ed anche strutture tecniche strategiche per la crescita del club. Ho un mio modus operandi che mi ha portato a vincere tanto a livello giovanile. Quella è la mia dimensione, ma non voglio autoincensarmi, ma solo sottolineare come in questo territorio talvolta ci sia qualcuno con la memoria corta. Per me parlano i risultati ottenuti. Non immaginavo di dover sentire accuse che accetto, ma che ritengo fuori da ogni logica, perché arretrate. Mi si accusa di portare in squadra tanti stranieri e non cercare talenti locali. Ma chiedo a tutti di indicarmi quanti elementi del vivaio siano arrivati in A dopo la mia partenza o quanti sono arrivati anche solo in prima squadra. Non mi piacciono le posizioni preconcette come quella su Pettinari, attaccante che se paragonato nei numeri a Stepinski non regge il confronto. Eppure c’è una frangia minoritaria di tifosi che si preoccupa più di lui che della squadra. A gennaio dissi che quel calciatore era a disposizione dell’ex allenatore perché glielo ha messo la società, non lui, ma che non sarebbe rientrato nei nostri piani futuri. Con Baroni, preferito a Corini per quanto detto finora, si cambierà modulo e come punta centrale abbiamo già Coda, oltre a Rodriguez. Le conseguenze tiratele voi… Sono orgoglioso dei risultati ottenuti in soli 9 mesi dal settore giovanile che è stato rifondato ed i risultati si intravedono anche se i veri frutti andranno colti in futuro”.

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