LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Niente progetto triennale condiviso. L’avventura di Eugenio Corini sulla panchina del Lecce si è chiusa con l’1-1 casalingo contro il Venezia nella semifinale di ritorno dei playoff di Serie B. La dirigenza dell’U.S. Lecce lo ha ufficializzato stamane nel corso di una conferenza stampa in cui è stata confermata l’indiscrezione che circolava da qualche ora sul web. Dopo 271 giorni dall’annuncio del suo arrivo a sostituire Fabio Liverani, oggi è il tecnico bresciano a salutare anticipatamente il club salentino dopo l’infausta chiusura della stagione 2020/’21.

Nessuna domanda ammessa da parte dei giornalisti, ma solo comunicazione diretta dei dirigenti. A prendere la parola per primo è stato il presidente Sticchi Damiani: “Abbiamo deciso di esonerare mister Corini non con l’emotività della sconfitta, ma dopo una scelta frutto di una decisione attenta, esclusivamente di natura tecnica compiuta nelle scorse ore, che merita un’analisi più approfondita di un comunicato stampa. Auguro al mister le migliori fortune ed una carriera ottima come merita. Lui e il suo staff hanno lavorato quest’anno in maniera seria, tuttavia la decisione prende spunto da prospettive di più ampio respiro rispetto all’ultima partita, dopo un anno di grandi sacrifici da parte di dirigenza ed area tecnica. Il progetto triennale ha interessato strutture, mezzi, persone, ora anche lo stadio. Sono state insomma gettate le fondamenta di una crescita continua che quest’anno c’è stata fino ad un certo punto, poi si è fermata. Perciò abbiamo voluto capire il perché non abbiamo raggiunto un risultato che sarebbe stato importantissimo raggiungere da subito per accorciare i tempi, ma non siamo stati bravi a coglierle perché quel progetto di crescita si è fermato all’improvviso. Abbiamo allora chiesto di analizzarne le ragioni al direttore dell’area tecnica“.

Da parte sua, il Dg Pantaleo Corvino ha puntualizzato: “Fare le analisi che la società mi ha chiesto può essere spietato, ma si tratta di decisioni che vanno comunque prese. Quando si parte per raggiungere determinati obiettivi è importante anche il percorso di crescita necessario perché ciò avvenga. Le fondamenta non sono state consolidate e lo dicono i numeri. Siamo stati una squadra che all’andata ha vinto solo 3 volte in casa ed ha incassato 14 reti. Allora ti aspetti che nel girone di ritorno, con gli aggiustamenti del calciomercato di gennaio, cambi la china. Invece i numeri sono stati esattamente gli stessi. Poi, a 4 giornate dalla fine del campionato arrivi a +4 sulla Salernitana terza (5 in virtù dallo scontro diretto) e 6 sul Monza, quarto. La Serie A ormai la sentivamo vicina un po’ tutti, noi come l’ambiente. Invece, in altre 6 partite non è arrivata nessuna vittoria, subendo 10 reti e realizzandone appena 5. Da responsabile va allora preso in considerazione tutto: sia nel bene, che nel male. Registrare lo stesso trend anche l’anno prossimo non sarebbe stato possibile. Ecco perché serviva prendere decisioni nel minor tempo possibile. Presto ci confronteremo su questo esonero con altri incontri, ma oggi serviva essere sintetici”.

Il presidente Sticchi ha infine aggiunto: “Non nascondo che la delusione per il mancato raggiungimento della promozione è stata tanta. Abbiamo incontrato la squadra per comunicare la decisione ed anche a loro ho comunicato la mia delusione da presidente per l’epilogo del campionato che è quella di tutti i soci. Gli organici che hanno centrato l’obiettivo non li considero più forti del nostro. Abbiamo ricevuto tanti messaggi d’affetto e ringrazio tutti. Ma abbiamo affrontato un anno pieno di sacrifici per fare calcio senza introiti, risorse, sponsor e spettatori. Qualcuno sembra non averlo ancora compreso dando tutto un po’ troppo per scontato. Ci abbiamo invece messo tante risorse, abbiamo lavorato tantissimo, a tutti i livelli, ed una Serie A avrebbe alleviato i nostri sacrifici economici. Si riparte pur in un contesto ancora difficilissimo. L’esonero di un allenatore rappresenta un ulteriore sacrificio eppure, se serve per il processo di crescita, lo si fa, ma senza dare nella per scontato. Fare in questo momento calcio è complicato. Il livello di difficoltà in cui si opera si è elevato ulteriormente. La compagine societaria tutta, e sottolineo tutta, è compatta nel voler ripartire e fare cose forse anacronistiche visto il periodo storico in cui viviamo, ma animati dalla passione che ci ha fatto smaltire una delusione davvero grande”.

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