LECCE (di Gavino Coradduzza) – Sostenere che il mercato suppletivo abbia cambiato l’anima, la forma ed il contenuto del Lecce sarebbe, per quanto visto in campo, una esagerazione se non qualcosa di peggio; una pietosa bugia, ma si spera che il tempo aiuti ad affinare molte delle cose apparse incompiute o, almeno, in divenire. Quella con l’Ascoli era la prima di due partite consecutive non impossibili da disputare in casa. A queste due gare era affidata la speranza di un buon balzo in classifica, ma per ora la speranza va a nanna o in castigo…

Nei primi minuti di gioco il Lecce appare un po’ sorpreso nel constatare che l’Ascoli, quella squadra che la classifica definisce derelitta, non è per niente tale e sta giocando con diligenza ed impegno la sua partita. A suonare la sveglia in casa giallorossa è Mancosu che indirizza verso l’angolo da una ventina di metri: Leali smanaccia in angolo…

Le iniziative giallorosse si sviluppano, almeno fino a quel momento, prevalentemente sulla corsia di destra dove è all’esordio Maggio che non sembra il cursore di fascia che tutti ricordiamo; le sue proverbiali sgroppate sono, almeno per ora, uno sbiadito ricordo; ed infatti è l’Ascoli a costruire la prima vera azione pericolosa dopo una quindicina di minuti nel corso dei quali Pisacane e Tachtsidis beccano il giallo…

È proprio il greco ad impegnare severamente il portiere Leali il quale, al 20°, si disimpegna con bravura in angolo sul tiro piazzato del numero 77 giallorosso e diretto verso l’angolino basso alla sua destra. Il Lecce tuttavia raccoglie il premio della pazienza e dell’attesa con una brillante incornata di Stepinski (23°) sontuosamente servito da Coda con un cross “al bacio”…

Proprio sui piedi del numero 9 leccese arriva poco dopo la palla del possibile raddoppio a non più di 6 metri dalla porta, ma Coda la manca incredibilmente… Al 28° il pareggio ascolano figlio della solita leggerezza in disimpegno stavolta di Stepinski. La palla giunge a Dionisi che in dribbling stretto mette a sedere Pisacane ed infila Gabriel. La partita resta abbastanza vivace e le emozioni non mancano. Uno a uno e si va alla ripresa…

Lo stesso Pisacane, ammonito, resta sotto la doccia ed al suo posto entra Meccariello con la partita che riprende svolgendo i medesimi temi della prima frazione, ma con in più il primo miracolo di “san” Gabriel già al secondo minuto. Ma niente può fare il portierone (a parte la corta respinta sulla prima bordata ospite) sulla ribattuta a porta spalancata che accorda ancora a Dionisi (56°) il gol dell’1-2

Al 60° Coda concede il bis: in piena solitudine, da centro area, si divora un gol che era più facile da realizzare che da sprecare. Corini allora prova a raddrizzare la barca chiedendo a Maggio di operare in zona più avanzata a supporto delle punte e mandando in campo Majer, Nikolov e Rodriguez per Tachtsidis, Henderson e Stepinski. Cosa cambia? In sostanza proprio niente, perché l’Ascoli tiene bene il campo, rischia ovviamente qualcosa, e però crea rischi seri anche ai giallorossi che hanno bisogno di un provvidenziale Lucioni per evitare in extremis il terzo gol con un salvataggio sulla linea

È dura da ammettere, ma sul piano della concretezza e non solo su quello, in campo c’è più Ascoli che Lecce. Ad evitare la sconfitta ci sarebbe un calcio di rigore accordato dall’arbitro Marchetti al Lecce al 91°; penalty che Mancosu spedisce però malamente in curva. Settimanalmente capita di leggere frasi del tipo: “Siamo in crescita”, “Siamo fiduciosi” e via di questo tono. Ma stavolta proprio no…

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