LECCE (di Gavino Coradduzza) – Nella 18ª giornata di Serie B è accaduto che il Monza (pretedente al trono) si sia arenato in casa contro l’anonimo Cosenza; che il Venezia abbia fatto cilecca col modesto Pordenone e che il Lecce torni da Reggio Calabria col carniere pieno di 3 punti e poco, molto poco, di altro. Questo significa che la classifica abbozza un sorriso ed esorta a trovare soluzioni che vadano di pari passo con gli entusiasmi ed elogi spesso forzati

La Reggina attacca subito con impeto e tanta voglia di cancellare la sua anemica classifica; giallorossi alquanto guardinghi in avvio, in parte per scelta, in larga parte per l’aggressività iniziale degli amaranto dell’ex Baroni. Quando il Lecce imprime accelerazione lo fa con una certa frenesia e dunque con scarsa precisione: il centrocampo giallorosso filtra a dovere, ma risulta anemico, si smarrisce in fase di impostazione, per cui Coda e Stepinski devono cercare di partorire autonomamente qualche pericolo per la porta avversaria; l’operazione non è semplice…
Ancora Stepinski ha una palla invitante (18°) a meno di una diecina di metri dalla porta; la sua conclusione di destro è a beneficio degli spalti deserti. Non è mica male questa Reggina molto attenta e battagliera in copertura, semplice e rapida a centrocampo, insidiosa quando riesce a farsi largo tra le maglie difensive del Lecce…
Senza essere sollecitati a grandi interventi, i due portieri sbrigano il loro lavoro senza eccessivi patemi d’animo; quello della Reggina manco si accorge della demoniaca deviazione ancora di Stepinski su taglio di Adjapong, che frutta il vantaggio per la squadra di Corini. Un gol, per chi ha buona memoria e qualche anno sul groppone, alla Bettega: deviazione con l’interno del tacco del piede arretrato…
Un primo tempo senza molti lampi di lucidità e chiarezza di idee, un primo tempo di “mestiere” giocato dal Lecce con giudizio e pragmatismo e con quel gol di Stepinski che fa la differenza. Al sesto della ripresa sale in cattedra (ma che novità sarebbe?) il buon Gabriel: calcio di rigore pro Reggina per presunto fallo in area di Lucioni: di mano? Di braccio? Di mignolo? Di pollice? Per Volpi è rigore e si procede: Gabriel intuisce, si accartoccia, blocca e il pallone è suo; lo zero a uno regge
La Reggina dispone forse di sette spiriti e allora è necessario rinforzare un tantino gli argini ossigenando la squadra con l’ingresso in campo di Majer e Listkowski (subito ammonito per una dura entrata) al posto di Henderson e Bjorkengren. C’è ancora da soffrire; c’è ancora da respingere palla sulla linea di porta; c’è da rimediare all’espulsione di Coda per doppia ammonizione. Bisogna dunque stringere i denti e soffrire. La Reggina minaccia spesso l’area giallorossa che continua a far perno sul tempismo e la agilità di Gabriel…
Lecce che vacilla, talvolta trema, rischia ma, bene o male, mantiene botta. Sta inseguendo una vittoria, perchè vittoria sarà, che consegna tre punti (buoni) e poco altro se la memoria non perde di vista le non poche difficoltà mostrate nel confronto con una formazione che, in questo campionato, ha ben poco da dire. Tre punti, è ovvio, sono sempre tre punti, ma non si commetterà reato di lesa maestà affermando con decisione che, per i grandi traguardi, serve qualcosa di più in tema di prestazione
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