LECCE (di Gavino Coradduzza) – Meno disinvolto e talvolta più distratto rispetto alle precedenti uscite, il Lecce anti Venezia appare, almeno per buona parte del primo tempo, davvero scolorito in confronto a quello visto venerdì scorso a Verona ed a quello delle gragnole di gol delle precedenti uscite. Si riscatta caratterialmente nel corso di una ripresa tutta foga e voglia di vincere, ma non riesce ad andar oltre il pareggio

Eppure le cose stavano filando lisce: il Lecce guidava la partita in forza dell’uno a zero firmato da Mancosu al 20°, quando i giallorossi hanno consentito, ancora una volta, l’assalto subdolo ma vincente del solito virus difensivo per il quale, pare, non esiste vaccino efficace. Una sorta di male oscuro che la formazione di casa si porta appresso già dalla scorsa stagione…

Ecco infatti che il Venezia scende comodamente sulla fascia sinistra fin quasi alla bandierina, e questo ci può stare; quel che ci può stare assai di meno è che ancora una volta un avversario (Forte, di nome e di fatto…) resti tranquillamente libero a qualche metro da Gabriel, per raccogliere di testa e crocifiggere il portiere giallorosso, nonostante attorno avesse due giallorossi (Meccariello e Zuta)…

Sei minuti più tardi (41°) si replica. Questa volta la manovra ospite sui sviluppa sulla corsia opposta: marcamento di tipo telefonico su chi galoppa lungo-linea e sul conseguente cross, ancora Meccariello quasi si genuflette così che lo stesso Forte può replicare e portare in vantaggio i “gondolieri” sia pure sotto lo sguardo benevolo della dea Eupalla, parente stretta di Eupalo! Il virus ha comunque colpito una seconda volta…

I numeri del primo tempo certificano che, leggerezze difensive a parte, il Venezia non demerita il risultato: ha tirato in totale otto volte (il doppio del Lecce), tre volte in porta contro una, due assist contro uno e ha messo a segno anche due reti. Il Venezia è squadra disinvolta, coriacea ma anche ordinata e titolare di buoni temi di gioco; sa accelerare e rallentare a seconda delle circostanze: è insomma sempre pericoloso…

Il Lecce del secondo tempo si riscatta sul piano del ritmo e della gestione del gioco; preme con costanza e con una certa intensità, organizza momenti di vero e proprio assedio all’area veneziana. Tocca così a Falco (che nel frattempo aveva sostituito da poco Henderson) “affettare” l’intera difesa lagunare: la perfora verticalizzando per poi servire il bomber di casa, Coda all’ottavo centro in campionato proprio come il dirimpettaio Forte, il cui compito di spedire la palla in rete sembra proprio agevole: il pareggio giallorosso è cosa fatta…

Un punto è meno di metà di tre ma, per come si erano messe le cose in campo, è da catalogare tra i risultati positivi la cui scia si allunga ora a 7 partite di fila. Ed intanto siamo sempre là in alto

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