LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Cominciamo dalla fine: sul cronometro scorre il terzo minuto di recupero, Chievo e Lecce sono in parità, la palla arriva a Filippo Falco che, appena dentro l’area avversaria, lascia partire un tiro che si insacca alla sinistra di Seculin. Gioco, partita e incontro. Il tempo di esultare, di constatare che per la seconda partita consecutiva Falco segna con il piede destro (ma non gli serviva solo per camminare?), poi la telecamera inquadra i giallorossi festanti e allora ti rendi conto che Falco indossa la maglia numero 10. E allora la mente corre a Diego Armando Maradona, il numero 10 per eccellenza andato via due giorni fa, uno che con la palla ai piedi ha incantato ed estasiato le platee di tutto il mondo, uno che ha sublimato il gioco del calcio, uno dei due più forti calciatori di sempre.
Così la gara finisce come era iniziata, nel ricordo di quel 10, il minuto di raccoglimento ed il goal di Falco, come se nel mezzo non ci fosse stato nulla. Invece in mezzo c’è stata una bella partita, ben giocata da due squadre che si sono affrontate senza esasperare il tatticismo, ma imprimendo grande ritmo ed intensità al gioco. Sono i clivensi ad aprire le ostilità dopo cinque minuti con un tiro di Obi che Gabriel disinnesca con “guizzo felino”, come si diceva un tempo. Poco dopo è Seculin ad alzare sulla traversa un colpo di testa di Coda.
La partita è piacevole e si infiamma al minuto 20: azione in verticale sull’asse Tachtsidis – Mancosu che allarga sulla destra per Coda, cross sul secondo palo e Stepinski di testa porta il Lecce in vantaggio. Per l’attaccante polacco si tratta della quarta marcatura in stagione, a cui va aggiunta la rete messa a segno a Torino in Coppa Italia. Il classico gol dell’ex che per la gioia di mister Corini sta crescendo di condizione match dopo match.
Non si fa neppure in tempo ad assaporare il vantaggio che il Chievo pareggia: sul filo del fuori gioco Garritano, solo in area davanti a Gabriel, insacca facilmente. I leccesi si aspettano la segnalazione ma la bandierina dell’assistente dell’arbitro Sozza rimane abbassata. Le immagini televisive certificano la posizione regolare di Garritano, tenuto in gioco da Paganini, lento a far salire la linea di difesa.
La partita si disputa sempre ad alti ritmi su entrambi i fronti. Capitan Mancosu ha una buona occasione a pochi metri dalla porta avversaria su cross dalla destra di Adjapong ma la sua conclusione acrobatica al volo (forse complicata dalla vistosa fasciatura al braccio) termina di poco alta oltre la traversa.
L’inizio del secondo tempo vede un Chievo più propositivo, ma progressivamente cede campo al Lecce. Il ritmo si abbassa, la stanchezza inizia a farsi sentire e le doti di palleggio del Lecce prendono il sopravvento, fino al goal di Falco, che nel frattempo aveva preso il posto di Stepinski. In riva all’Adige quindi il Lecce conquista la quarta vittoria consecutiva, questa volta contro una degna avversaria e, almeno per una sera, si gode il primato in classifica.