LECCE (di Gavino Coradduzza) – La partita del Lecce a Udine è uno spot per il calcio; una dimostrazione di quanto il carattere di una squadra possa sovvertire ogni tipo di pronostico. Udinese-Lecce è partita da raccontare e da rivivere quasi attimo per attimo con un occhio particolare ai 50 abbondanti minuti della ripresa che hanno scandito lo scampanellio di un campionato non finito ma ancora da giocare…

Si inizia ben consapevoli che al Lecce serve solo un risultato, la vittoria, ma anche con le antenne orientate verso Sassuolo-Genoa. I primi minuti di partita mostrano un Lecce disinvolto, ben concentrato, lineare nel far girare palla; non mancano le idee di gioco sviluppate con semplicità e precisione pur incontrando, come spesso accade, la invalicabile linea dei sedici metri dell’area avversaria…

Per contro, si vede una Udinese pasticciona ed un tantino distratta, ma anche sorniona ed infatti ci prova, ma con precisione approssimativa, prima con Fofana e poi , di testa, con Okaka. Non è cosa semplice correre ventre a terra con 32 gradi di temperatura e giocando ogni tre giorni da oltre un mese e questo condiziona non poco il ritmo. Il Lecce si muove però con continuità di gioco cui i friulani rispondono con saltuari sussulti più per omaggio al dettato contrattuale che per anelito verso un successo per loro inutile: l’impressione dei primi trenta minuti è questa…

Il gol di Nestorovski (30°) è un gol inutile perché viziato da fuorigioco, però è un campanello d’allarme perché gli uomini di mister Gotti si stanno svegliando… Sul fronte opposto, anche Barak sbaglia misura (tiro alto) da discreta posizione; poi arriva il solito miracolo di Gabriel che annulla una girata ravvicinata di De Paul destinata in fondo al sacco…

Nessun giallorosso, appena un minuto più avanti, si accorge del furtivo inserimento in area di rigore del difensore friulano Samir che di testa, su battuta da calcio d’angolo, anticipa tutti i marcatori leccesi e fa centro portando in vantaggio i bianconeri. Doccia gelata per i giallorossi, ma sarà solo una momentanea illusione per i padroni di casa…

Il Lecce infatti barcolla un tantino e un po’ si scompone dopo lo svantaggio, ma ritrova la spinta e conquista un calcio di rigore per fallo di mano di Ekong su cross di Falco ravvisato dall’arbitro Orsato e confermato con silent check dal VAR, che capitan Mancosu batte alla sua pregressa maniera, spiazzando Musso e facendo subito centro per l’1-1

L’intervallo tonifica i ragazzi di Liverani che ripartono di buona lena; non hanno niente da salvaguardare e dunque accettano anche il rischio dello sbilanciamento in avanti consapevoli che il pari non serve se non ad alimentare i rimpianti. Si comincia a dar fondo ad ogni residua stilla di energia; si organizza l’assedio alla porta bianconera e si mandano in campo energie fresche: fuori Calderoni (infortunio alla stessa coscia appena guarita) e Paz (ammonito salterà il Parma per squalifica) per far spazio a Dell’Orco e Meccariello

Donati (straordinaria partita la sua) crossa per Mancosu (diligente come sempre e generoso oltre ogni dire) che colpisce di testa in infinita elevazione, ma cade di spalla, si fa male ed è costretto all’abbandono. Ovviamente ci si chiede quale possa essere il costo di questa sfortunata defezione; la risposta verrà nei minuti successivi; Liverani manda in campo Majer

L’Udinese è costretta a tirare a campare; il Lecce non concede che brandelli di gioco e la tiene sotto costante assedio: è un gran bel secondo tempo, tutto sprint e partecipazione, intensità sparsa a piene mani, impegno questa volta davvero da ultima spiaggia e gran voglia di miracolo. La paura di qualche scompenso dovuto all’uscita di Mancosu svanisce sotto i continui assalti dei salentini che ai friulani tolgono anche il respiro: è un bel vedere, davvero un bel vedere!

Il sinistro dai sedici metri di Lucioni meriterebbe una sorte più benigna ed invece si perde lontano dai pali; ma rimedia Lapadula (uscirà gravato da un infortunio) che si ascrive il gran merito di riaprire il campionato mettendo in rete il pallone del preziosissimo successo; il campionato, dunque, prosegue e da Udine torna un Lecce che batte un colpo molto fragoroso per ripetere a gran voce: “Noi ci siamo ancora!

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