LECCE – Ospite di TeleRama News Talk, il presidente dell’U.S. Lecce Saverio Sticchi Damiani è tornato ad esprimersi sulle ultime gare giocate dai giallorossi di Liverani, sul calciomercato fatto da parte della società salentina la scorsa estate e a gennaio e sul futuro del club, che è ad un passo dal dover ripartire dalla Cadetteria.

IL GIUDIZIO SUL CALCIOMERCATO – “Quando una società come la nostra va in A ha risorse limitate dagli interventi effettuati in altri ambiti. Viene da sé che fare un mercato super con poca disponibilità economica vuol dire essere praticamente perfetti, cosa difficile per chiunque. Nella prima sessione di mercato abbiamo commesso degli errori con acquisti sbagliati. Tutti sbagliano il 20-30% di acquisti, ma altri hanno più budget elevati dunque possono permetterselo. Va detto che la somma di mercato estivo e invernale, sebbene questo sia stato ben condotto, non è stata purtroppo sufficiente. La squadra ha però lottato fino all’ultimo, e questo è un buon risultato visto il trend che di solito hanno le neopromosse”.

IL FUTURO DEL LECCE – “È prematuro pensare al futuro del tecnico. La mia testa è solo alle due gare di Serie A che restano, che vanno onorate e che ci dicono che possiamo ancora salvarci. Non è tempo di parlare pubblicamente circa progetti di cui ci si confronta solo, come è normale che sia, a livello dirigenziale. Su Liverani posso dire che ci ha dato tanto, ma che ha anche ricevuto tanto da questa società. Io credo che, e vale per tutti, chi vuole stare a Lecce lo fa perché è onorato, perché gioca in un club importante, e non per fare un favore a qualcuno. Se si sente sprecato, se non ha stimoli, che sia A o B è meglio che vada altrove”.

SOCIETÀ COMPATTA – La compagine societaria è più che mai compatta, unita e solida. In questi anni sono stati raggiunti risultati sportivi che in piazze anche più importanti e ricche di Lecce non si raggiungono da anni. Purtroppo può accadere che si scenda al primo anno di A, ma dal punto di visto societario non cambia nulla. Vogliamo portare avanti un progetto che stiamo costruendo con la gente, che ci dà risposte mai viste prima. Mi ferma la gente che, a prescindere dalla categoria, non vede l’ora di abbonarsi di nuovo. E si ripartirà da lì, dalla connessione tra noi e il nostro popolo. Se andremo in Serie B, sarà una Serie B fatta seriamente. Non si può dire saliremo subito, ma possiamo dire che costruiremo un progetto tecnico importante con i bilanci apposto”.

GLI INFORTUNI “Sole non ce ne hanno data, almeno in chi è rimasto dopo gennaio. Farias è stato grande protagonista con l’Empoli l’anno scorso giocando tutte le partite, Babacar a Sassuolo era sempre chiamato in causa. Deiola è arrivato da Cagliari in gran condizione. Purtroppo le situazioni più disparate sono capitate, tipo l’influenza tropicale di Rossettini o la distorsione di Lapadula. Siamo stati sfortunati ma non siamo gli unici, se penso tipo alla Lazio che prima del lockdown non ha avuto uno stop e dopo ne ha subiti tantissimi, crollando”.

UN PROGETTO IMPORTANTE – “Vogliamo creare qualcosa che duri nel tempo, e per farlo puntiamo molto, se non tutto, su quel patrimonio unico che è la nostra gente. 20mila abbonati sono un lusso per pochi, lo sappiamo, e da loro vogliamo partire per rafforzarci nel tempo. Affinché figli, nonni, nipoti sentano loro questo progetto non solo per poche stagioni fortunate, ma per sempre”.

IL PERCHÈ DELLO SFOGO – “Una mia dichiarazione di ieri è stata fraintesa, circa il valerne la pena. Ho usato quelle parole esclusivamente in relazione al seguire le regole, per le quali noi abbiamo sempre prestato la massima attenzione con il solo obiettivo di rispettarle. Credo però che questo sistema non premi chi fa le cose per bene, e anzi tuteli talvolta chi non si comporta nel modo migliore. In Serie A ci sono club tecnicamente falliti, e che puntualmente sistemano a fine stagione il loro bilancio con discutibile plusvalenze.

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