LECCE (di Giovanni De Leonardis) – All’incontro tra Genoa e Lecce già da settimane era stata attribuita grande enfasi, tanto da etichettarlo come “sfida salvezza”. In effetti il 2-1 subito dai giallorossi suona come una condanna, anche se i giochi non sono finiti. La partita è stata piacevole, con numerose emozioni ed occasioni.

Davanti a Gabriel, Liverani schiera una linea difensiva con Donati a destra, Lucioni e Paz centrali, Dell’Orco a sinistra. Bocciato Rispoli dopo la brutta prestazione contro la Fiorentina. La cerniera di centrocampo vede Mancosu a destra, Petriccione in mezzo e Barak a sinistra. In avanti Babacar centrale con Saponara a destra e Farias a sinistra.

Nicola risponde con un classico 4–4–2, e scorrendo i nomi della formazione genoana si fatica a comprendere come una compagine che annovera tra le sue fila gente come Perin, Criscito, Zapata, Sturaro, Iago Falque e Pandev si ritrovi nei bassifondi della classifica.

L’inizio è tutto del Genoa. Già al 3° minuto Gabriel para su Pandev. Un minuto dopo episodio dubbio: Babacar lanciato verso l’area avversaria viene fermato di fisico e di esperienza (è un eufemismo) da Zapata. Per l’arbitro Doveri è tutto regolare e il VAR (leggi Irrati) non interviene.

Al 7° il Genoa passa in vantaggio. Dell’Orco sbaglia in uscita servendo Masiello (sì, proprio lui che evoca nella mente dei tifosi leccesi tristi e loschi ricordi) che passa a Pandev. Il macedone si destreggia al limite dell’area e il pallone, dopo un tocco di un difensore giallorosso, giunge a Sanabria che senza pensarci tira e insacca.

Il Lecce, contrariamente a quanto era avvenuto contro la Fiorentina, non si abbatte ma reagisce allo svantaggio occupando la metà campo del Genoa. Barak e Babacar concludono in più occasioni verso la porta di Perin ma senza inquadrarla.

Altro episodio dubbio al minuto 24. Saponara, lanciato in area da Petriccione, controlla la palla ma Barreca (che aveva sostituito l’infortunato Sturaro) lo tocca da dietro. Saponara va per le terre ma per Doveri e VAR è tutto regolare.

Babacar è costretto a lasciare il campo per il solito problema muscolare; gli subentra l’ex Lapadula. Poco dopo Petriccione rimedia un cartellino giallo per un inutile fallo a centrocampo. Salterà la sfida con il Brescia di mercoledì prossimo, essendo diffidato.

Ghiotta occasione al 39° per il Lecce con Farias che, servito da un preciso traversone di Saponara colpisce male da buona posizione. Episodio clou al minuto 44: Lapadula, imbeccato da Saponara, si trova a tu per tu con Perin che in uscita lo stende. Per l’arbitro è tutto nella norma. Grandi proteste da parte giallorossa. Ne fanno le spese Saponara, che viene ammonito, e il D.S. Meluso, che viene espulso.

Sulla “on field review” Doveri assegna rigore per il Lecce. Come contro la Lazio, Mancosu tira alto sulla traversa. Secondo errore consecutivo a distanza di pochi giorni da chi non te lo aspetti, sia per la legge dei grandi numeri, sia perché Mancosu aveva già dimostrato di essere un cecchino dagli undici metri.

Nei minuti di recupero del primo tempo prima Criscito poi Farias cercano fortuna dalla distanza ma tirano sul fondo. Al riposo va un Genoa in vantaggio, ma che ha adottato una tattica attendista, ed un Lecce voglioso che non dimostra alcuna arrendevolezza ma, al contrario, esprime tutta la propria voglia di rimettere in piedi la partita.

La ripresa inizia con un Lecce all’arrembaggio. Lapadula e Barak concludono più volte ma l’imprecisione regna sovrana e Perin non deve effettuare alcun intervento. Al quarto d’ora Criscito colpisce il palo ma l’azione era viziata da fuorigioco. Sulla ripartenza del Lecce, Mancosu, dal vertice sinistro dell’area rossoblù, lascia partire un cross su cui non interviene nessuno. La palla si insacca alla sinistra di un immobile Perin. Pareggio fortunoso ma meritato.

La partita cambia, i ruoli si invertono. Adesso è il Genoa che attacca e il Lecce agisce di rimessa. Proprio su una ripartenza Barak, da buona posizione, tira ancora una volta alto, certificando la sua cronica imprecisione sotto porta. Di solito gli errori si pagano. Il Lecce ne ha commessi molti in fase realizzativa e al minuto 81 si materializza la sconfitta del Lecce e, probabilmente, la retrocessione in Serie B: Jagello, che aveva avvicendato Iago Falque nella oramai consueta girandola di sostituzioni dei secondi tempi, lascia partire un destro dalla distanza. Gabriel si tuffa sulla sua sinistra ma la palla colpisce il palo, rimbalza sulla schiena dell’estremo giallorosso, e lentamente rotola in rete. Il Lecce prova a reagire al secondo svantaggio ma la stanchezza e lo sconforto tolgono lucidità. Di Mancosu e Barak gli estremi tentativi di acciuffare un pareggio.

I giallorossi di Liverani escono dunque sconfitti dallo spareggio contro i grifoni, questa volta immeritatamente. Il pareggio sarebbe stato risultato più giusto sull’evidenza di ciò che il campo ha prodotto. Purtroppo si continuano a pagare errori individuali che, nell’arco di tutto il campionato, hanno determinato mancate vittorie e avvenute sconfitte. Sicuramente la matematica non ha ancora emesso il suo verdetto, per cui il Lecce deve continuare a credere nella salvezza, ma si devono combinare passi falsi genoani e vittorie giallorosse.

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