LECCE (di Gavino Coradduzza) – Il Lecce ci  ha provato in tutti i modi, specie nel finale di partita, attingendo all’ormai esausto serbatoio di energie e con encomiabile dedizione; ma in quello che era uno scontro diretto con in palio punti salvezza che valevano doppio il bottino pieno lo porta via la Sampdoria di Claudio Ranieri lasciando ai giallorossi solo delusione e recriminazioni arbitrali

La difesa a cinque che a Torino contro la Juventus, fino a che a cinque è rimasta, si era disimpegnata egregiamente, viene riproposta da Fabio Liverani che, per le note contingenze di organico, schiera in contemporanea i vari Donati, Maccariello, Paz, Calderoni e Rispoli

Cambia anche il centrocampo con l’impiego di Barak e Petriccione in panchina per lasciare il posto a Tachtsidis. Attacco vero e proprio non ce n’è, e allora si prova con il duo Saponara e Falco che attaccanti non sono e devono inventarsi come prima e seconda punta…

L’avvio è abbastanza soft anche perchè la serie di partite disputate con il gran caldo a ridosso una dell’altra, non suggerisce di partire ventre a terra. Donati avrebbe sul destro (8°) un ghiotto pallone ma ne esce un destro “maldestro”. La Samp si guarda bene dal catapultarsi scriteriatamente in avanti, lo 0-0 le andrebbe anche bene e quindi si limita ad affollare la zona centrale affidando al solo Bonazzoli (graziato da Rocchi per un calcio da terra a Donati non ravvisato neppure dal VAR) la speranza del colpaccio; la fluidità della manovra stenta dunque a manifestarsi…

Che dalla panchina si agiti Liverani è cosa normale ed abituale, ma se lo fa anche il compassato Ranieri significa che i due allenatori si aspettano qualcosa di più intenso dalla  interpretazione offerta dalle due squadre. L’arbitro Rocchi è in posizione felicissima quando, al 38°, Tachtsidis va in contrasto su Jankto e procura un calcio di rigore. Per Rocchi  è tutto chiaro, non c’è bisogno di consultare il VAR. Gabriel è bravo ad intuire e toccare la palla calciata dagli undici metri da Ramirez, ma è anche sfortunato quando questa, carica di effetto, rotola nel sacco…

Il vantaggio tranquillizza i blucerchiati che ora giocano con maggior disinvoltura e precisione; il Lecce prova a sfoderare un po’ di carattere, di voglia di non arrendersi, ma senza procurare mai davvero grossi fastidi alla porta difesa da un attento Audero. In più la stanchezza accumulata nelle gambe e il gran caldo che asfissia il “Via del Mare” sempre desolatamente vuoto fanno il resto…

Ad inizio secondo tempo subito fuori Meccariello per Babacar; esce anche Tachtsidis per Petriccione; Ranieri invece richiama Bonazzoli preferendogli Gabbiadini. Così come in occasione del primo calcio di rigore, Rocchi non ha alcuna esitazioni nell’assegnarne ancora uno per un falloso contrasto ai danni di Saponara. Dal dischetto è sempre il solito Mancosu che segna la sua decima rete in campionato e si conferma implacabile giustiziere. Così il match ritorna in parità

Affrancato dal compito di fare la punta pura (ora c’è Babacar) Falco si riappropria delle sue serpentine trasformandosi anche in ottimo suggeritore. È tutto il Lecce a dimostrarsi rinfrancato e tonico; si impossessa del pallino del gioco e per lunghi tratti amministra la partita, a metà ripresa esce Falco per Farias: partito con zero punte, il Lecce ne schiera ora due: una mezza rivoluzione. Terzo calcio di rigore al 73°; anche questo assegnato con perentoria decisione dall’arbitro internazionale Rocchi e i doriani si riportano in vantaggio ancora con ramirez che trafigge Gabriel…

L’assalto finale del Lecce nei 7 minuti di recupero concessi dall’arbitro è quasi commovente; pressing a tutto campo a bruciare le ultime stille di sudore e gli avanzi di energia, ma il pari non lo si raggiunge. I tre punti vanno quindi alla Sampdoria e per i padroni di casa restano solo un pugno di mosche in mano e tanti interrogativi per il futuro che già si chiama Sassuolo

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