LECCE (di Gavino Coradduzza) – Vedi Napoli e poi vinci non è soltanto la trasposizione di un modo di dire ben consolidato nella memoria collettiva, ma tavolta è soprattutto una sorta di fotografia del confronto calcistico tra Napoli e Lecce; è il racconto stilizzato di una ventina di minuti di partita quasi totalmente gestiti dalla squadra di Gennaro Gattuso, ma è anche il racconto di tutto quanto, finito il predominio partenopeo, ha saputo fare il Lecce: vittoria compresa!

Poco riescono a fare i giallorossi un tantino sorpresi dall’iniziale tourbillon degli uomini di Gattuso; quello impresso dal Napoli nelle prime battute di gioco è un martellamento continuo, una pressione costante che nega al Lecce ogni possibilità di superare la linea mediana del campo; la prolungata “aggressione” organizzata dagli azzurri non riesce tuttavia a mandare in barca la squadra di Liverani che regge comunque bene pur rischiando non poco in un paio di circostanze…

Fin qui si tratta di “vedi Napoli”, ma poi c’è il resto. La guerriglia di centrocampo (lì si gioca prevalentemente di clava su ogni palla) non agevola le sortite stilistiche di Saponara ed anche Barak e Deiola impiegano molto del loro “sapere” alla infruttuosa ricerca di una linearità di gioco che il Napoli non concede. La conseguenza più evidente è che a Falco e Lapadula arriva pochissima merce giocabile. Il dominio del Napoli è indiscutibile e, tuttavia, sul piano sostanziale serve a poco quando manca la traduzione in gol…

La partita volta pagina e si sblocca al minuto 29 quando Saponara porge al centro per un tiro di Falco che impegna Ospina in una respinta ma sui piedi di “fainaLapadula appostato sul secondo palo: tocco morbido, facile e preciso per il vantaggio giallorosso. Il Napoli accusa il colpo; sbanda tanto da rischiare immediatamente di subire il raddoppio, ma poi riprende a macinare il suo gioco per quanto senza riuscire a trovare ancora sbocchi autorevoli: gioca prevalentemente di gamba e non di sostanza…

Se ne va in archivio, così, un primo tempo che vede i partenopei ancora in attesa di vedere all’opera uno svogliato ed impalpabile Insigne, privo di spunti risolutivi e che dunque va al riposo con un gol al passivo. Il Lecce ha certamente subito l’intraprendenza dei campani, ma non ha mai smarrito la propria vocazione ad inseguire le circostanze  cercando di farle ruotare a proprio favore come appunto con il gol di Lapadula…

La ricerca di qualche guizzo risolutore suggerisce a mister Gattuso la sostituzione ad inizio ripresa del confusionario Lobotka con il funambolico Mertens: l’effetto immediato è il gol del pareggio (Milik al 3°) propiziato da una veloce discesa di Insigne e da un taglio perfetto dello stesso Mertens; sono ben due le maglie azzurre che si presentano senza custode alcuno al cospetto di Vigorito. Il gol non disarciona il Lecce, anzi lo carica di quella perseveranza caratteriale che spesso ha risolto le partite; Nasce da questo atteggiamento il raddoppio firmato ancora da “faina” Lapadula che anticipa di testa il suo angelo custode e riporta in vantaggio il Lecce…

A metà del secondo tempo esce Majer sostituito da Petriccione: tatticamente non cambia un granché se non qualcosa in fisicità a centrocampo. Barak (25°) ha sulla testa la palla buona per chiudere la partita: la sua girata di testa incappa nella istintiva parata di Ospina che devia…

Il Napoli invoca il VAR al 30° per un presunto fallo di Donati su Milik (qualcosa c’è, ma si è visto di peggio…) però l’arbitro Giua decide autonomamente e si va avanti. Subito dopo Insigne, ammesso che mai l’abbia abbandonata, ritorna in panchina lasciando spazio e ruolo a Lozano

Mancosu sostituisce allora Falco, teoricamente per irrobustire il filtro di centrocampo, ma in realtà perchè si avverte il bisogno del suo sigillo di qualità sul successo giallorosso. Infatti, quando scocca il 35°, lui, il Mancosu vero, batte di interno destro il calcio piazzato posizionato ad una trentina di metri dalla porta napoletana: la staffilatla è perfida, malefica; Ospina si inarca in volo e giunge a sfiorare il palo quando, da quelle parti, la palla è già passata oltre: gran gol; grandissimo gol, Marco! L’1-3 è così perfettamente incorniciato…

I primi minuti di partita (vedi Napoli…) sono ormai un ricordo sbiadito; ora resta ben in vista il film di un’ora di partita che ha visto il Lecce quale eccellente interprete e protagonista di ciò che veramente conta: la sostanza. Il gol di Callejon al 90° non incide granché sul complessivo giudizio che, in ogni caso, è totalmente assolutorio per la formazione di Liverani. Il risultato c’è. Si inseguiva la continuità e c’è anche quella…

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