LECCE (di Gavino Coradduzza) – Giggiona, un po’ presuntuosa e molto sprecona, giunta a Lecce forse convinta di far bottino pieno anche senza CR7, la Juventus lascia il “Via del Mare” con un solo punto, con molte critiche e parecchi dubbi. Per contro, si è apprezzato un Lecce di carattere, mai domo e, per quanto soggiogato sul piano della pura tecnica e del possesso di palla, in grado di giocarsela a testa alta e con saggezza tattica…

La partita sarebbe poi andata come sarebbe andata, ma la vittoria piena è quella dello stadio leccese ondeggiante di passione giallorossa, stippato in ogni ordine di posti come non si vedeva da un’eternità. Gli spalti si infiammano immediatamente per un destro dai sedici metri che Majer carica di potenza ma di non sufficiente precisione: troppo centrale…

La difesa bianconera (più bianca che nera…) avvia la partita con una certa sbadataggine o supponenza che dir si voglia, ed il Lecce la sa mettere sotto pressione. La Juventus appare più spigliata a centrocampo ed in attacco, con le geometrie ed i suggerimenti di Pjanic e le turbolenze offensive del terzetto Bernardeschi (partitaccia, la sua), Dybala e Higuain; così in avanti capita talvolta che possa giovarsi di qualche complicità del pacchetto arretrato giallorosso…

La ossessiva posizione decentrata di Babacar scarica sulle non possenti spalle di Farias l’ingrato compito di sfarfallare su tutto il fronte d’attacco; ma il cuore, il baricentro della partita è sul settore opposto dove le frequenti accelerazioni di Alex Sandro, il tourbillon di Higuain (gol annullato al 15° per fuorigioco ravvisato dal VAR) ed i velenosi scatti di Dybala sono vere e proprie rasoiate nel tessuto difensivo degli uomini di Liverani (squalificato, al suo posto in panchina siede Coppola)…

Al Lecce restano le rapide e sapienti ripartenze con ottima capacità della squadra di accompagnare il portatore di palla quando questi si invola verso l’area avversaria. La partita, come largamente previsto, è saldamente in mano bianconera: Dybala più volte spaventa Gabriel, ma con mira leggermente storta; Dybala, si sa, è molo bravo di suo e dunque non avrebbe proprio bisogno della generosa libertà che spesso gli viene accordata…

Ci si avvia così verso l’intervallo, annotando che la montagna di possesso palla espresso dalla Juventus sarriana ha partorito un buon numero di favorevoli occasioni, ma neanche l’ombra del proverbiale topolino-gol… Per ora, va dunque più che bene: il Lecce si coccola il punto che dovrà mantenere fino al termine dell’incontro sperando di riuscire a pungere la porta di uno Szczesny rimasto poco impegnato.

Si rientra in campo con Lapadula al posto di Farias, ed è subito “giallo”: calcio di rigore per un fallo commesso al limite dell’area di rigore da Petriccione su Pjanic che l’arbitro Valeri assegna dopo aver visionato il VAR: l’entrata in contrasto viene valutata dall’arbitro con severità inusuale per non dire eccessiva; dal dischetto Dybala porta in vantaggio la capoclassifica…

Immediata e furibonda la reazione del Lecce che sfocia nel calcio di rigore che Marco Mancosu trasforma con chirurgica precisione dopo un fallo di mano di de Ligt che devia un cross di Tachtsidis. Sarri allora cambia Danilo con l’ex Cuadrado (applausi per lui) e Pjanic con Khedira; dalla tribuna Liverani fa quindi spedire in campo Tabanelli per Majer, mentre Bernardeschi, a porta vuota, si divora un gol già fatto mandando palla contro il palo. Una partita, la sua, assolutamente negativa, almeno quanto quella del “gioiello” olandese…

Mancosu continua a metterci cuore, polmoni, volontà e gambe fino ad impattare con il cartellino giallo e i crampi, ma stringe i denti e resta in campo perché i tre cambi sono già stati fatti. Intanto, Higuain esce malconcio ed alla fine del match anche in barella (testa rotta e fasciata, con svenimento a fine gara, ma tutto è fortunatamente andato bene) da un involontario scontro aereo col gomito di Gabriel proteso in uscita su un cross in area.

(foto Stella Corigliano)

Niente cambia, sul piano del risultato nei restanti minuti regolamentari e nei sette abbondanti minuti di recupero; Il Lecce tiene saldamente in mano un punto preziosissimo, per molti aspetti meritato, e fa festa insieme ai suoi tifosi sbandieratori e urlatori dall’inizio alla fine del confronto ed anche oltre. Questo Lecce sì che li conforta e incoraggia

Commenti