LECCE (di Gavino Coradduzza) – Per il Lecce non è stato un successo facile. Meritato si, ma non semplice da conquistare; bisognava fare i conti con le assenze preoccupanti concentrate nel reparto arretrato, l’avversario era quel Perugia che nella partita di andata aveva messo in grande fibrillazione la squadra di Liverani

L’avvio di partita è guardingo da entrambe le parti; i giallorossi cercano il consueto fraseggio con gli occhi attenti sulla copertura. Il primo brivido (12°) lo procurano gli umbri con un guizzo di Verre che, liberatosi dalla marcatura, si presenta ai sedici metri, trovando un Vigorito davvero bravo nel respingere quel fendente scagliato quasi a botta sicura…

Nonostante si giochi sotto scrosci di pioggia battente qualcosa di molto buono fa capolino qua e là; dopo una diecina di minuti di alternanza di iniziative, il Perugia si fa più intraprendente; La Mantia si vede costretto a cantare e portare la croce in quasi completa solitudine perchè Mancosu si impegna nel dare una mano in copertura, Majer e Tachtsidis si danno un gran da fare, ma anche loro pensano prevalentemente alle coperture e alle geometrie di gioco e Falco, che abbondantemente si riscatterà nella ripresa, sembra in serata “vorrei ma non posso, anzi, non ci riesco“. La guardia che gli montano è ferrea e su di lui si usano assai spesso le maniere forti…

Quando però il Lecce fa salire il baricentro (scavalcato il 30°) è Mancosu a sfiorare molto da vicino il gol del vantaggio; gol che un minuto più avanti e che viene confezionato, ennesimo gol di testa, da quella faina dell’area di rigore che si chiama Andrea La Mantia. Il vantaggio conseguito conferisce serenità al Lecce che ora gioca con maggio disinvoltura migliorando precisione nel fraseggio e complessivo equilibrio. In buona sostanza, riprende in pieno le sembianze della squadra che tutti conosciamo…

Il Perugia, ovviamente, non sta a guardare e si industria con vigore nella ricerca del pareggio che raggiunge proprio ad una manciata di secondi dal fischio dell’intervallo, con un sinistro di pregevole fattura di Falzerano che si libera di Venuti e crocifigge Vigorito…

L’avvio di ripresa è molto equilibrato; più insidiosi i Grifoni, migliore il repertorio individuale a disposizione dei giallorossi i quali, proprio in forza delle qualità dei propri uomini, passano di nuovo in vantaggio con una precisa rasoiata dai sedici metri inventata da Falco (eccolo di nuovo!)…

Il rinnovato vantaggio accorda ai giallorossi la possibilità di far correre la palla con notevole precisione da una pedina all’altra, costringendo gli umbri a prolungate e dispendiose galoppate alla ricerca della conquista della sfera per vedere se è possibile organizzare qualche ripartenza…

A 10′ dal termine, La Mantia consegna ruolo e posizione al subentrante Palombi mentre Tabanelli rileva Petriccione. L’assetto della squadra non cambia: la solidità, la sicurezza e la determinaziione restano immutate, mentre vanno perdendo di intensità i tentativi di recupero da parte degli uomini di Alessandro Nesta

A 5′ dal termine il Perugia avrebbe a portata di gamba (stinco) la grande occasione per il pareggio che forse non merita e quindi la spreca con Rosi, mentre allo scadere è Vigorito a compiere un’autentica prodezza su Sadiq blindando in tre punti…

Partita non proprio facile, dunque. Esserne venuti a capo conquistando l’intera posta è indiscutibilmente un titolo di merito…

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