LECCE (di Gavino Coradduzza) – Ribaltone straordinario per tenacia, per volontà e per voglia di non mollare mai; questo ha dimostrato il Lecce contro il Livorno nel corso di una ripresa arrembante, tirata allo spasimo fino al 94°, sia pure con il non lieve vantaggio di averla disputata in superiorità numerica…

Fabio LiveraniRipercorrendo con la memoria il primo tempo disputato dalla formazione inventata da Fabio Liverani  non ci si può sottrarre all’ingrato compito di raccontare di un Lecce inizialmente vivacchiante ai marginin della partita, soggiogato da un Livorno che Roberto Breda ha saputo rigenerare liberandolo dai lacci e lacciuoli che lo ancoravano alla bassa classifica. Il Livorno ha saputo colpire per ben due volte (comodamente, o quasi) sfiorando addiritura la terza marcatura e mettendo a nudo la inconsistenza avversaria…

Le contemporanee assenze di Scavone, Lucioni, Petriccione e Mancosu, lo si sapeva, hanno rappresentato un peso enorme a cui la formazione scelta da Liverani non ha saputo opporre sufficiente rimedio; squadra vuota quella giallorossa; squadra andata progressivamente accartocciandosi fino ad apparire totalmente inconsistente in tutti i settori nei quindici minuti finali della frazione, accordando così ai toscani l’opportunità delle due reti e addirittura una clamorosa occasione per triplicare

All’intervallo, i numeri della prima frazione di gioco raccontano che il pur rimaneggiato Livorno ha cercato la conclusione nella porta difesa da Mauro Vigorito per ben 14 volte, contro le otto dei padroni di casa; le punte giallorosse non sono state mai alimentate a dovere, eccezion fatta per alcuni cross dalle fasce (sporadici ed estremamente farfalleschi)…

La storia del primo tempo finisce qui con il 2-0 a favore degli amaranto di mister Breda. Da qui comincia l’irrompere impetuoso della ripresa, scandita al 15° dal colpo di testa di La Mantia e dalla espulsione (per doppio cartellino giallo) del difensore toscano Fazzi che lascia gli ospiti in 10 uomini contro 11. E sarà quella la svolta del match.

È allora che Falco torna ad essere il genietto imprendibile ed inarginabile per chiunque sia chiamato a contrastare le sue accelerazioni imprevedibili e le sue serpentine, sicché il suo moto perpetuo diventa un vero e proprio volano che imprime accelerazione all’intera squadra giallorossa che si è ormai scrollata di dosso l’abulia della prima frazione…

Così, con il vantaggio dell’uomo in più, la pressione dei giallorossi diventa asfissiante. Raccontato che Arrigoni la fa franca nonostante qualche fallosità di troppo (anche questo va raccontato), è proprio del centrocampista rispolverato da Liverani che  dobbiamo raccontare perche è sua la firma sul gol del 2-2 siglato con una vigorosa legnata dai venti metri…

Inserire Saraniti per Palombi: è questa la mossa finale di Liverani; un 4-2-4 con cui tentare di perforare la sempre attenta difesa amaranto arroccata a custodia del punticino che vuole portare a casa: un lavoraccio improbo, tanto encomiabile quanto vano perchè mortificato dalla zampata vincente ancora di La Mantia, rapace in area di porta proprio allo scoccare del primo dei quattro minuti di recupero

Non è la prima volta che il Lecce di una frazione di gioco non sembra neanche lontano parente di quello dell’altra; sembra quasi un marchio di fabbrica: marchio con cui, tuttavia, è bello continuare a sgomitare ai vertici della classifica

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