LECCE – Bagno di folla, ieri pomeriggio, per l’inaugurazione del nuovo Parco delle Mura Urbiche dopo i lavori di recupero e valorizzazione che hanno interessato il tratto nord occidentale e l’area ex Carlo Pranzo. I cittadini presenti, guidati dai tecnici progettisti dell’intervento l’Arch. Patrizia Erroi, il Dott. Gianluca Tramutola, l’Arch. Andrea Ingrosso e dal Prof. Paul Arthur, potranno passeggiare lungo i nuovi spazi completamente recuperati. I lavori di questo 2° lotto, avente un costo complessivo di 4.172.000 euro a valere sui fondi POIn/FESR e del PAC, sono stati eseguiti dall’impresa Mello srl  ed hanno riguardato in particolare il restauro di un ulteriore tratto di cinta muraria, la sistemazione dell’area antistante i Bastioni ed ex Carlo Pranzo, il completamento dello svuotamento del fossato e il recupero del giardino storico di Palazzo Giaconia.

Nell’area ex Carlo Pranzo, in corrispondenza della parte antistante il ciglio esterno del fossato cinquecentesco, gli scavi archeologici, che sono stati eseguiti nell’ambito di questo 2° lotto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza e del prof. Paul Arthur, hanno fatto emergere una porzione significativa di strada romana (che presumibilmente collegava Lupiae a Brundisium) il cui tracciato è stato interrotto in età medioevale dalla costruzione di un sistema difensivo, del quale sono ora visibili le fondazioni di un tracciato murario e un antistante fossato. A tali presenze monumentali si sono aggiunti altri significativi ritrovamenti, tra i quali i resti in fondazione delle strutture murarie del campo Polisportivo “Gino Buttazzi” (1923) e del centro polisportivo “Achille Starace” (1924).
Come riportato nella relazione del progetto, redatto dall’Ufficio Centro Storico del Comune di Lecce, si tratta di resti di manufatti murari risalenti a epoche diverse che ora, accostati l’uno all’altro, formano un irripetibile ed inedito palinsesto archeologico, che testimonia “dal vero” la storia dello sviluppo urbanistico di un pezzo significativo della città. Un’area urbana, fino a poco tempo addietro adibita provvisoriamente a parcheggio, sul cui fondale si ergeva la Cinta muraria percepita come un relitto trascurato e danneggiato dal tempo, adesso, dopo l’intervento di restauro conservativo e l’emergere dei ritrovamenti archeologici, si è trasformata in un accattivante paesaggio di pietra, dotato di una intrinseca qualità figurativa data dall’intersecarsi – secondo diverse direttrici, inclinazioni ed altimetrie – di manufatti viari, circuiti difensivi con fossati, canalizzazioni, etc.  Un paesaggio lapideo costituito da un unico materiale (la pietra leccese ovvero la biocalcarenite di età miocenica) diventa elemento di memoria cittadina che racconta al fruitore del nuovo percorso di visita turistico-culturale cosa è accaduto in oltre 2000 anni di storia nell’area di sedime prossima al tracciato della cinta muraria cinquecentesca.

Per l’area del giardino storico di Palazzo Giaconia, che rappresenta una stratificazione di usi dal 1500 ad oggi, l’intervento ha mirato a ricostituirne l’immagine complessiva, preservando i caratteri propri dei giardini murati cittadini, in termini di componenti architettoniche, vegetazionali e di arredo.  All’interno del giardino, dopo l’eliminazione delle erbe infestanti e l’accantonamento nei siti di ritrovamento degli elementi lapidei superstiti, sono stati eseguite – alla presenza di archeologi che hanno documentato nel dettaglio i risultati conseguiti  – numerose trincee di scavo che hanno consentito l’individuazione delle quote originarie dei terrazzamenti, la riscoperta delle originarie scale in pietra leccese che collegavano il giardino basso con il giardino in quota, il riemergere dal sottosuolo di singolari elementi di arredo ed altri elementi architettonici in pietra leccese che un tempo corredavano il giardino (balaustra modanata, pozzi, fontane, cordonature, vasche, fioriere in pietra).

L’intervento all’interno del giardino ha previsto, quindi, il recupero e la ricollocazione di tutti gli elementi lapidei ritrovati, quali le cordonature in pietra leccese poste a delimitazione delle aiuole, la ricostituzione della scala posta all’estremità nord al confine con l’ex Convento di San Francesco, la ripavimentazione in lastre di pietra leccese delle piazzole esistenti, la ricomposizione della balaustra in pietra ancora esistente con smontaggio, rimontaggio ed integrazione degli elementi  mancanti, la ricostituzione delle grandi fioriere in pietra leccese che un tempo adornavano il giardino. Si è prov-veduto, inoltre, al recupero del camminamento superiore della Cinta muraria consistente nel restauro conservativo e nella ricostituzione del colonnato in pietra leccese e del soprastante pergolato in ferro, con integrazione delle parti mancanti e/o non recuperabili. Sono stati, altresì, scoperti ed annessi al percorso di fruizione  due “grottoni” scavati all’interno della Cinta muraria, uno dei quali – durante i lavori di restauro eseguiti dalla ditta Calabrese Anna – ha svelato pareti interne affrescate. I lavori hanno trovato completamento con la messa a dimora di alberi e vegetazione arbustiva e tappezzante.
I lavori, inoltre, hanno riguardato la fornitura e posa in opera di corpi illuminanti e di un impianto di videosorveglianza esteso all’intera area. Si è provveduto, inoltre, all’illuminazione  artistica del-la Cinta muraria, in tutto il suo sviluppo di circa 500 metri, per la cui realizzazione il Comune di Lecce ha reperito ulteriori fondi, che hanno consentito di portare a completamento l’intervento con l’emergere del valore architettonico e figurale della fortificazione in tutta magnificenza.
All’interno del Parco è stata realizzata, inoltre, una passerella pedonale in  acciaio lunga 32 metri, progettata dall’ing. Giuseppe Picciolo e realizzata dalla ditta So.te.co, che consente ora al nuovo percorso turistico-culturale di entrare direttamente nel Centro Storico, collegando i giardini extramurali dell’area ex Carlo Pranzo con il giardino di Palazzo Giaconia e Piazzetta dei Peruzzi.
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