LECCE (di Italo Aromolo) – Sintonizzate le radioline e riavvolgete il nastro della nostalgia: “Attenzione Ameri, evento storico qui a Monza: il Lecce è in Serie A!“. Con queste parole il radiocronista Ezio Luzzi annunciava la prima promozione del Lecce in Serie A il 16 giugno del 1985, mandando in estasi una città intera in attesa sulle frequenze radio de “Tutto il calcio minuto per minuto”. Voce della popolarissima trasmissione Rai dal 1960 al 1998, con le sue radiocronache Luzzi ha scritto la storia dell’Italia del pallone: i suoi interventi in stile sobrio e ritmo incalzante hanno fatto per 38 anni parte dell’immaginario calcistico dei milioni di italiani, che ogni domenica porgevano l’orecchio per seguire le partite della propria squadra o della Nazionale attraverso la sua voce patinata d’antico. Abbiamo il piacere di ospitarlo su Leccezionale.it.

Dalla prima promozione in Serie A, a tante altre imprese della formazione giallorossa. Le sue radiocronache l’hanno consegnata al museo calcistico di questa città e all’album dei ricordi di tanti tifosi leccesi…

Per un giornalista la più grande soddisfazione è certamente quella di vedersi riconosciuto come uno dei protagonisti di una vittoria calcistica, come se fosse un calciatore o un allenatore. È stato un bel periodo quello degli anni ’80: del Lecce conservo con piacere i ricordi dei derby infuocati con il Bari, il rapporto con il presidente Franco Jurlano ed il direttore sportivo Mimmo Cataldo, uno che conosceva profondamente il calcio e faceva acquisti ottimi: ha portato il Lecce in A allestendo delle squadre eccezionali”.

Da prima voce della Serie B ha conosciuto ogni meandro del campionato, compreso il personaggio Franco Jurlano in tutta la sua forza e la determinazione.

Al termine di una riunione in Lega Calcio Jurlano uscì estremamente adirato, perché dal punto di vista economico all’epoca non c’erano sponsorizzazioni ma soltanto una cifra totale che veniva divisa tra Serie A e B: la A si mangiava tutto, lasciando le briciole alla cadetteria. Mi chiamò e mi chiese di aiutarlo: ‘Luzzi, dobbiamo fare un giornale sulla Serie B!’ Dal punto di vista dell’informazione la B l’avevo effettivamente in mano e per questo fui cercato: realizzammo un periodico mensile che si chiamava ‘Tutto B’, poi diventato ‘Super B’. All’epoca in pochissimi seguivano la Serie B ma, grazie a noi, si cominciò a parlare profondamente dei suoi problemi dal punto di vista tecnico e di moneta”.

Quali sono stati i segreti del successo delle radiocronache di Ezio Luzzi?

Ero un trascinatore della gente ma senza urlare, semplicemente dicendo come andavano le cose con parole belle e non eccezionali. L’ascoltatore immagina la partita ma in base a quello che gli descrivi: se il radiocronista è bravo, gli viene subito e naturalmente dietro; se dico che la palla è al limite dell’area di rigore, chi ascolta immagina dove si trova la palla. Adesso è completamente diverso, sono tutti urlatori. Noi avevamo fatto delle scuole e prima di mandarti al microfono ti provavano e riprovavano… In ‘Tutto il calcio minuto per minuto’ ogni radiocronista aveva il proprio stile con la sua caratteristica particolare: la mia, ad esempio, prendere la linea con ‘Attenzione Ameri, Attenzione Ciotti’…”

Come è invecchiata la Serie B nell’ultimo mezzo secolo?

Prima la Serie B era il serbatoio naturale del campionato di calcio e della Nazionale. Adesso è diventata come la Serie A, se non peggio: sono quasi tutti giocatori stranieri e di ragazzi italiani ce ne sono pochissimi; hanno stipendi favolosi e giocano fino a 3 volte a settimana. Rispetto ai miei tempi, è un campionato stravolto”.

Al punto che non lo segue più o le è capitato di vedere qualche partita, magari del Lecce?

Lo seguo, eccome. Da quel punto di vista rimane un campionato avvincente. Il Lecce è una squadra ben attrezzata e, con un allenatore bravo come Liverani, credo che quest’anno ce la possa fare a ritornare in Serie A”.

Nel 1998 ha abbandonato i microfoni di “Tutto il calcio minuto per minuto” ed è cominciata la sua seconda vita professionale, da direttore responsabile della radio generalista romana “Elleradio”. È rimasto spazio per qualche rimpianto in una carriera come la sua?

Decisamente no! Ho raccontato dal vivo 8 Mondiali di calcio, 8 Campionati Europei e 8 Olimpiadi, oltre ad un centinaio di partite della Nazionali e forse un migliaio di partite di campionato…

Qui di seguito un amarcord per tutti i tifosi giallorossi: il documentario realizzato da Ezio Luzzi sulla prima promozione del Lecce in Serie A, che si apre con le sue parole al termine di Monza-Lecce 1-1:

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