LIVORNO – Un Lecce padrone del campo schianta il Livorno al “Picchi”. Un netto 0-3, aperto da La Mantia prima della doppietta di Simone Palombi (4 gol in 4 giorni), fa suonare più di un campanello d’allarme in casa labronica. Il primo risultato positivo raccolto a Cosenza doveva avere un seguito diverso.

I giallorossi hanno dato l’impressione di controllare la contesa in lungo e in largo dal 1′ al 90‘, raggiungendo percentuali altissime di possesso palla e non perdonando gli errori della retroguardia livornese.

Palombi, assente nelle prime esibizioni, ha dato un volto diverso all’intera squadra, disegnata più lunga da Liverani e prorompente quando cerca la profondità. E va bene anche quando Calderoni e Venuti cercano i cross. La Mantia dimostra di essere un gran terminale per queste iniziative.

L’equilibrio, sommariamente tenuto nella prima frazione anche se i salentini erano superiori ai punti, si è rotto all’alba della ripresa, quando lo sciagurato Bogdan ha regalato una prateria in occasione del raddoppio di Palombi. Guai a compiere erroracci così in partite così contro avversari così in stato di grazia.

Un altro dato importante rispetto alle prime giornate è il mancato “falcocentrismo“. L’assenza di Filippo Falco, oggi relegato in panchina, non si è fatta sentire. I panni di ispiratore li ha vestiti Marco Mancosu: Palombi-gol gli offrirà qualcosa durante il viaggio di ritorno.

Ad essere cattivi un interrogativo ci sarebbe. Quanto è stato debordante il Lecce? E quanto, invece, il Livorno è indietro ? Fa riflettere il fatto che il più rabbioso e creativo degli amaranto è stato Alino Diamanti, non di certo un ragazzo che ha bisogno di conferme.

Come sempre, prevedere la formazione con Fabio Liverani è un azzardo, e le sorprese non mancano neanche al “Picchi”. Vigorito torna in porta, esordiscono dal 1’ Marino, l’atteso La Mantia e Tabanelli, reduce dalle vibrazioni vissute nella rimonta rifilata al Venezia. Molte sorprese anche per il Livorno, che stravolge la formazione rispetto al promo punto conquistato a Cosenza. Albertazzi debutta nel terzetto difensivo con Bogdan-Dainelli e Diamanti agisce dietro le punte Kozak e Giannetti, scorer a Cosenza, per una squadra a trazione anteriore.

La banda Liverani s’approccia bene alla partita, ma la densità a metà campo la fa da padrone. Improvvisamente, La Mantia sfiora il vantaggio al 12’ anche l’azione è viziata da un erroraccio del secondo assistente che non ravvisa il fuorigioco. Era solo la prova. L’avvio positivo si evolve: Meccariello al 13’ trova Mazzoni e un minuto dopo Albertazzi pulisce l’area su un cross insidioso di Calderoni. È solo un leggero ritardo del vantaggio. Scocca il quarto d’ora quando, su corner di Petriccione, La Mantia svetta imperiosamente su Dainelli e brucia Mazzoni. Il possesso palla è quasi tutto del Lecce, e i padroni di casa?

Nelle difficoltà ci si poggia a Diamanti, letterale faro dello scacchiere labronico, che spara in aria al 25’. Il disegno tattico di Lucarelli, fatta eccezione per il gol subito su palla inattiva, sembra funzionare, sembra… Tant’è che con il forfait di Dainelli, in campo va Murilo e lo schieramento diventa 4-2-3-1: Kozak punta, Giannetti (invisibile nel primo tempo) e il brasiliano rifinitori esterni con Diamanti. Ancor più offensivi.

Con il Lecce in fase di possesso, Porcino e Parisi rinculano a difendere l’area e una volta conquistata palla, è Diamanti a cercare di mettere in moto gli avanti. Alla mezz’ora però Palombi sfiora il tris in campionato con una ripartenza killer. Solo la base del palo grazia Mazzoni. La difesa giallorossa continua con la collezione delle amnesie anche a Livorno, ma Diamanti non sfrutta il liscio di Scavone e non inquadra l’incrocio.

Nella ripresa il Lecce piazza quel colpo che Liverani avrebbe voluto centrare in chiusura di primo tempo. Bogdan impacchetta il regalo perdendo goffamente un pallone a metà campo, Palombi riceve il pacco con consegna express in fondo alla rete. Il Livorno non cede, anzi si rialza con forza, ma Kozak mette fuori a due minuti dal raddoppio beccandosi i fischi dello stadio. Alla costante Diamanti si aggiungono le accelerazioni di Giannetti e Porcino, ma dietro si balla. E ancora una disattenzione in fase di copertura costa cara agli amaranto.

In discoteca ci va ancora Palombi. Mancosu lo imbecca in profondità, lo scatto fa saltare le marcature e Mazzoni si arrende ancora dopo la prima parata. Quattro gol in due partite ergono l’ex Salernitana all’uomo del momento in campionato. Al 58’ il Livorno sembra suonato. Giannetti esce dall’anonimato con un destro che lambisce il palo ma il cronometro segna già 70 giri. Per una palla-gol creata, il Livorno concede un errore da matita blu, non capitalizzato da Palombi e Mancosu un minuto dopo su pasticcio di Mazzoni.

Liverani tira i remi in barca nel finale: applausi per Palombi e Scavone, prima in B per Haye che entra insieme a Pettinari, che a 5 minuti dalla fine tenta l’acrobazia. Torromino rileva La Mantia ma il match si spegne. Il Lecce può gioire: sei punti in quattro giorni dopo le polemiche e le prestazioni a corrente alternata. E può non essere finita. Sabato c’è il Cittadella. Al Livorno resta poco da fare. Lucarelli dovrà già raschiare sul fondo di ognuno dei suoi per lottare nei bassifondi.

Il tabellino

Livorno-Lecce 0-3

Livorno (3-4-1-2): Mazzoni; Bogdan, Dainelli (38’pt Murilo), Albertazzi; Parisi, Bruno, Agazzi, Porcino; Diamanti; Kozak (18’st Luci), Giannetti (29’st Raicevic). A disposizione: Zima, Di Gennaro, Gonnelli, Iapichino, Maicon, Maiorino, Soumaoro, Valiani, Frick. Allenatore Cristiano Lucarelli

Lecce (4-3-1-2): Vigorito; Venuti, Meccariello, Marino, Calderoni; Tabanelli, Petriccione, Scavone (33’st Haye); Mancosu; Palombi (33’st Pettinari), La Mantia (38’st Torromino). A disposizione: Bleve, Cosenza, Arrigoni, Lepore, Dubickas, Falco, Tsonev, Fiamozzi, Bovo. Allenatore Fabio Liverani

Marcatori 15’pt La Mantia, 3’st, 13’st Palombi

Ammoniti 2’st Petriccione (Le), 23’st Albertazzi (Li), 26’st Venuti (Le), 33’st Porcino (Li)

Arbitro Francesco Guccini di Albano Laziale

Assistenti Davide Imperiale di Genova e Manuel Robilotta di Sala Consilina

Recuperi 2’pt, 3’st

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