SQUINZANO (di Daniela D’Anna) – Quando si dice l’amore… Il come nasca e si alimenti nel tempo un sentimento stabile, nonostante le vicissitudini della vita, è narrato in tutte le sue implicazioni nel libro intitolato “1965 Ontogenesi di un amore“. L’autore è Raffaele Pezzuto, di professione medico pneumologo squinzanese che opera presso la Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce. Questo romanzo d’esordio è stato concepito oltre la metà del secolo scorso, poi rimasto in stand-by per decenni, completato dopo ben 52 anni, e solo di recente dato finalmente alle stampe dalle Edizioni Esperidi di Monteroni (pgg. 184, € 13,00).

Il libro è stato presentato sabato scorso a Squinzano dall’Associazione Agorà in collaborazione con SoundSquare che ha ospitato la cover band Canzoni italiane nei locali del Medex. Hanno dialogato con lo scrittore: Serena Rollo, laureanda in giurisprudenza, Michela Nocco, giovanissima liceale, Laura Palmariggi, dottoressa in progettazione dei servizi sociali. Ha introdotto e moderato Mario Pede, presidente di Agorà.

L’evento è stato salutato con favore dal sindaco di Squinzano, Mino Miccoli, che ha sottolineato l’importanza del racconto per i particolari sui luoghi in cui è ambientato negli anni Sessanta. Dello stesso parere anche il prof. Emilio Filieri, studioso di Costumi del luogo, che ha rimarcato appunto sulla vita che si svolgeva a quei tempi particolarmente nella realtà di Casalabate e la memoria della Specchiolla, affascinante punto di riferimento dei bagnanti, ma allora famosa per le Rotonde sul mare ed i juke-box. Non a caso le tre relatrici provengono rispettivamente dal triangolo geografico di Trepuzzi-Squinzano-Campi, in rappresentazione dei paesi appartenenti alla marina di Casalabate.

Al centro della scena ci sono un uomo (Matteo) e una donna (Giulia) nel fulgore dei loro anni. Sempre galeotto il lungomare di Casalabate, spettatore di eloquenti silenzi, con esso protagonista della narrazione secondo la studentessa il sentimento puro e autentico dei protagonisti del racconto. Il tutto ci consegna una visione paradisiaca di questo idillio, con l’autore che ha dato una certa risonanza ai valori che non hanno tempo come l’amore, l’amicizia e la famiglia. Niente slogan, ma il testo è impregnato di messaggi costruttivi che invita alla riflessione ed alla proiezione dei presenti in questa dimensione amorosa.

Pezzuto ha parlato del lungo percorso che ha portato alla stesura di questa creatura nata con la macchina da scrivere e proseguita con computer e smartphone. L’autore ha dato corpo alla levitazione delle emozioni, stati d’animo e sensazioni sperimentate dai due protagonisti nell’estate del 1965. Vi sono figure minori che appartengono alla vita quotidiana dei due che vengono fuori dalla fertile fantasia di Pezzuto, il quale ammette che sì c’è qualche richiamo autobiografico, ma poi non più di tanto. I luoghi a cui si fa riferimento sono così come si presentavano all’epoca della nararzione anche se riadattati dall’autore. Ma diciamola tutta, una storia d’amore adolescenziale vive di vita propria e il lettore l’associa ai vissuti che somigliano a tutti i personali innamoramenti di quell’età. Questo romanzo canta le fasi dell’innamoramento e dell’amore sbocciato dell’autore e ci lascia con tutta la curiosità possibile; cosa vuole imprimere nel cuore di chi lo legge? Una cosa è certa: “omnia vincit amor et nos cedamus amori“Squi.

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