ROMA (di Pierpaolo Sergio) – Forse non tutti i mali vengono davvero per nuocere… In uno dei momenti più bui per il calcio italiano, la mancata elezione del presidente della Figc porterà all’inevitabile commissariamento della Federazione Italiana Giuoco Calcio, il che potrebbe paradossalmente rappresentare un vantaggio per bypassare l’impasse di una classe dirigenziale priva di carisma e seria programmazione. La palla passa ora al presidente del Coni, Giovanni Malagò, che dovrà nominare il commissario che reggerà la Federcalcio per un minimo di tre mesi, finché non si troverà un accordo o una convergenza che garantisca la governance del disastrato mondo del pallone italiano.

Ieri a Roma non sono infatti bastate quattro votazioni per giungere ad una soluzione. C’era l’accordo per eleggere Gabriele Gravina, ma alla fine è saltato tutto. I voti (50% più uno) del ballottaggio dove erano arrivati Cosimo Sibilia (presidente della Lega Nazionale Dilettanti) e lo stesso Gravina (presidente della Lega Pro) non sono stati sufficienti a raggiungere il quorum. Dalla sfida finale era nel frattempo rimasto tagliato fuori Damiano Tommasi (presidente dell’Associazione Italiana Calciatori). L’esito dell’urna è stato: Sibilia 1,85%, Gravina 39,06%, schede bianche 59,09%.

Sibilia ha così commentato: “Dopo avere in tutti modi cercato un accordo che potesse arrivare ad una convergenza, non ci sono state le condizioni per poter procedere. Ai Club Dilettanti ho quindi chiesto di votare scheda bianca. Avevamo un accordo per Gravina presidente, ma loro hanno poi registrato dei problemi al proprio interno“.


Da parte sua, Alessandro Adamo, Amministratore Delegato dell’U.S. Lecce che era presente a Roma per rappresentare la società giallorossa in seno all’Assemblea Elettiva, ha amaramente commentato il flop nelle quattro votazioni con questo post pubblicato nella serata di ieri sulla propria bacheca facebook:

 

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