LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Vigilie come queste ne abbiamo vissute tante. Più o meno vicine nel tempo, lo scandire del tempo prima di una grande partita è il sale di un’intera stagione. Stavolta il big match arriva a gennaio. L’ambiente della tifoseria salentina è in fermento e lo dimostrano i numeri della prevendita che lasciano intuire come domani pomeriggio lo stadio leccese offrirà un colpo d’occhio da ricordare. L’attesa è spasmodica tra quanti vivono la squadra del cuore come ragione di vita e, allo stesso modo, la tensione è palpabile. Stanotte qualcuno non dormirà, altri sogneranno come finirà questo Lecce-Catania dall’antico sapore di Serie A.
Ci saranno circa 20.000 spettatori, tutti di fede giallorossa, visto il divieto di trasferta per i catanesi, pronti a sostenere capitan Lepore e compagni per l’intera durata dell’incontro. La società si è mossa bene e per tempo affinché lo stadio “Via del Mare“ potesse accogliere il pubblico delle grandi occasioni, grazie all’ampliamento della capienza di quell’impianto sportivo che di sfide memorabili ne ha già accolte a decine, in ogni serie professionistica.
Dunque, anche per quest’anno, ci siamo. Lecce-Catania è “la partita”; non è soltanto uno scontro tra nobili decadute, ma la sfida che mette in palio una bella fetta di Serie B diretta, sia per la capolista, che per gli ospiti, diventati forse la sola, vera concorrente perr i ragazzi di mister Fabio Liverani.
I giallorossi possono vantare un rassicurante margine di 4 punti, che li mette nella condizione di puntare al bottino pieno per mettere tra sè e gli avversari un distacco tale da costringere i siciliani a giocare alla morte tutte le restanti gare per ricucire quello strappo. Ma, al contempo, sanno che anche un pareggio non sarebbe proprio da buttare via.
Sull’altro fronte, i rossazzurri arrivano a Lecce con la consapevolezza di non potersi permettere altri passi falsi, dopo il ko casalingo prima della sosta con la Casertana costato la possibilità di venire nel Salento per tentare l’aggancio in vetta e con la posizione dello squalificato Cristiano Lucarelli che potrebbe giocarsi la panchina proprio nella “sua” Lecce.
Si tratta però di calcoli fatti, appunto, nell’immediata vigilia ed a mente fredda. Dovrà essere il terreno di gioco l’unico giudice in grado di stabilire chi, alla fine, avrà avuto ragione. A prescindre dai nomi di chi scenderà in campo, dal blasone, dalla rivalità calcistica e dalle provocazioni dei professionisti di ruolo.