LECCE (di Daniela D’Anna) – Il cervello è una sorta “direttore d’orchestra” dell’organismo umano. Ciò si dimostra in maniera evidente, ad esempio, in ambito calcistico, quando i giocatori subiscono una battuta d’arresto o magari non riescono ad esprimersi secondo le proprie potenzialità. È chiaro che nel momento in cui il calciatore (o lo sportivo in generale) dopo una sconfitta si blocca, oltre ad un problema di carattere prettamente atletico, se ne può creare un altro di carattere (auto)motivazionale, che insorge quando si abbassa la tensione che è la “tendenza a…” Lo stress, in quantità modiche, è motivante, mentre in dosi eccessive può risultare disfunzionale, fino a bloccare mentalmente il rendimento di un atleta.
Se in passato i tanti giocatori riuscivano più facilmente a superare possibili periodi di crisi, oggi per i club è diventato necessario indurli nelle condizioni di reiterare i successi tramite training fisici, ma soprattutto, psicologici.
In Serie A, un esempio di un momento di stallo ce lo fornisce il ventiduenne attaccante del Milan André Silva che non sta rendendo secondo le attese forse per un senso di inadeguatezza scaturito dalle critiche ricevute da tifosi e parte della Stampa. Perplessità legate alle potenzialità del giocatore portoghese, che è il secondo acquisto più caro nella storia del club rossonero e che al suo arrivo nella società meneghina si riponevano in lui grandi attese.
Ma non tutti riescono a trovare stimoli per reagire positivamente alla delusione. Per i cosiddetti giocatori moderni la parola d’ordine, oltre ad “impegno costante”, è “preparazione fisica”, ma non solo, perché c’è pure la “volitività”, l’avere le spalle larghe per sopportare e superare i momenti negativi che possono capitare durante una stagione e che dovrebbe contraddistinguere a certi livelli i veri campioni. Il resto lo fa poi la passione che è qualcosa che concerne l’aspetto istintivo. Alla “depressione” di André Silva fa da contraltare la carica emotiva del neo-allenatore Rino Gattuso, chiamato per motivare un gruppo costruito in estate a suon di milioni di euro, ma ad oggi ancora lungi dal realizzare le attese della proprietà cinese.
Riguardo invece l’inserimento in una qualsiasi squadra di nuove leve, occorrerebbe dare sì un’opportunità a chi ha necessarie doti tecniche, ma tenendo sempre ben presente l’invito latino di virgiliana memoria, secondo cui “non omnia possumus omnes e non omnia debemus omnes”, che sta a significare come le facoltà umane siano limitate e che ciò che riesce a qualcuno può non riuscire anche ad un altro…