PERUGIA (di Luca Manna) – Molto spesso utilizziamo i gruppi facebook per ridere, scherzare e prendere questo bellissimo gioco che è il calcio ed il nostro grande amore per il Lecce con la leggerezza che lo sport dovrebbe sempre portare in settimane che la vita rende dure fra i suoi mille impegni e problemi. Oggi però voglio essere serio, voglio parlare di calcio in maniera dura, perchè è un gioco e lo rimarrà per sempre, ma è comunque un fenomeno sociale, mediatico ed economico probabilmente senza eguali, quantomeno nella nostra nazione.
Lo faccio perchè c’è una questione che mi lascia tanto amaro in bocca e mi allontana un pochettino dal calcio in generale, forse perché questa volta mi tocca da vicino, forse perchè è l’ennesima volta che mi fa toccare con mano ancora una volta quanto incoerente e, a volte, incompetente sia tutto ciò che circonda ciò che gravita attorno al rettangolo verde. La trasferta di Fondi sarà vietata a tutti i residenti della Regione Puglia, indipendentemente dal fatto che siano “fidelizzati” o meno tramite quell’inutile e assurdo strumento chiamato Tessera del tifoso.
Una trasferta che non nasconde nessun pericolo, una partita che non ha dentro di sè alcuna rivalità pericolosa, che viene resa monca perchè il “pubblico” della capolista non potrà essere presente come vorrebbe. Una punizione, secondo quanto letto su circolari, determine o come diamine le vogliamo chiamare, dovuta ai fatti accaduti fra tifosi leccesi e tifosi del Trapani circa 2 settimane fa mentre si tornava da due trasferte differenti.
Premesso che non sono mai entrato e non lo farò neanche questa volta in questioni riguardanti gruppi organizzati o “ultras” perchè non ne faccio parte e non è mia prerogativa giudicarne scelte o modi di fare, ma mi sembra quantomeno assurda la decisione presa dal Prefetto di Latina perchè basata sul nulla. Mi limito ad osservare che quanto accaduto è a conoscenza di tutti solo perchè i social ne hanno dato risalto e non ho mai sentito parlare di scontri, feriti, o anche solo battibecchi verbali, ma solo di una appropriazione di striscioni da parte di un gruppo ad un altro. Non vi sono riscontri di nulla, non vi sono certezze, potenzialmente e per assurdo tale materiale potrebbe anche essere stato consegnato spontaneamente o, se la legge non ammette ignoranza, potrebbero essere state scaramucce fra persone che magari non sono neanche state allo stadio.
È come se oggi costringessi un passante a consegnarmi una sciarpa della Ternana o del Perugia, pubblicassi una foto su facebook e poi vietassero a tutti i residenti in Puglia la trasferta di Pagani… Sto ovviamente estremizzando le cose per far capire quanto sia ridicola la scelta fatta e di quanto fallimentare continui ad essere la gestione del mondo del tifo e del calcio in generale. Privare le partite, almeno quelle sulla carta “tranquille”, della gioia del tifo o anche solo privare società piccole come quella del Racing Fondi di introiti provenienti da tifoserie che magari potevano riempire il Settore Ospiti del loro piccolo stadio è un altro colpetto basso dato al già vacillante mondo del pallone, che sembra aver intrapreso la strada del baratro senza neanche voler provare a tornare indietro.
Io sono contro ogni forma di violenza e quindi condanno fermamente chiunque la utilizzi, figuriamoci se poi lo fa per il calcio che dovrebbe essere sempre festa, aggregazione e sana rivalità, magari ironica o simpatica. Ma non è questo il caso e, comunque sia, non è questa la soluzione; non è così che si combatte la violenza o si insegna alle persone ad essere guidate dalla ragione. Così si uccide il calcio, si uccide lo sport e lo si rende merce da utilizzare solo a chi detiene diritti televisivi. Il calcio è dei tifosi, il calcio è spettacolo che va gustato dal vivo ed il pubblico deve essere messo in condizione di essere spettacolo nello spettacolo.
Attendo con fiducia che accada un miracolo; se ciò non accadesse, resterò a casa anche se ho la residenza a Perugia perchè non ho voglia di farmi 350 chilometri da solo e non avere neanche la possibilità di gioire accanto ai miei amici che non hanno fatto niente di male, che sono persone oneste che lavorano tutta la settimana e volevano solo il diritto di sostenere la propria squadra, assecondando con la mia presenza questo mondo ormai incomprensibile.
State uccidendo tutto… State distruggendo qualcosa che era meraviglioso… Non ucciderete mai l’amore per il Lecce, è vero, ma il vostro calcio non ci merita, non merita i bambini, non merita le famiglie, non merita donne e uomini che vanno nelle curve con sciarpetta al collo e tanta voce da perdere in 90 minuti… Il vostro calcio non merita il nostro tempo, non merita i soldi che a differenza vostra sudiamo durante la settimana con sacrifici che neanche immaginate… Non merita noi che siamo il calcio. Quello vero.