PERUGIA (di Luca Manna) – A novembre è veramente presto per trarre conclusioni o per illudersi che quanto scritto sinora sia ciò che leggeremo fedelmente a maggio, ma commentare un campionato significa anche focalizzarsi su quanto lo stesso dica nel momento storico in cui lo si fa e quindi è giusto oggi parlare del Lecce e del suo primato in classifica. Un primato legittimato da una prestazione sontuosa sul campo della quarta in classifica, quel Siracusa rivelazione di questo inizio di stagione che, diciamola tutta, incuteva un pò di timore non tanto per l’organico sicuramente inferiore a quello del Lecce, ma per l’ entusiasmo di un campionato sicuramente al di sopra delle aspettative e per via di quel recente passato in cui il nostro Lecce spesso aveva fallito le famose prove del 9, le ricorrenti partite del salto di qualità.
Il Lecce vince, domina e convince e si piazza lassù, lì dove la classifica non ha nessuno che possa oscurarci la vista. Abbiamo parlato molto di Liverani e dei suoi tantissimi meriti in questo ruolino di marcia finora trionfale, così come abbiamo elogiato i vari calciatori che in questo momento si stanno esprimendo ai massimi livelli. Quello che la partita di Siracusa ci ha sicuramente lasciato è la certezza che il Lecce sappia affrontare anche le emergenze, sia a livello caratteriale sia a livello qualitativo. Sul sintetico dello stadio siciliano, Liverani ha dovuto rinunciare prima a Mancosu nel prepartita e poi nel corso della prima mezz’ora di gioco a Di Matteo e Costa Ferreira, senza dimenticare l’assenza di Marino e la scelta logica di turn over per Sasà Caturano.
Parliamo di 5 giocatori di valore assoluto che dico con quasi certezza sarebbero tutti titolari o quasi in tutte le squadre della Serie C, in tutti e 3 i gironi. Il Lecce non ha risentito minimamente dell’assenza di nessuno di questi, giocando il classico “partitone” ed esaltandosi ancor di più quando le difficoltà sono salite a livelli massimi. È un segnale importantissimo, il segnale di un organico costruito con sapienza e competenza, nonostante le difficoltà che le regole decise dalla federazione hanno evidentemente portato a chi voleva costruire squadre per vincere il campionato. E il merito di questo va sicuramente riconosciuto alla società ed in particolare al Direttore Sportivo Mauro Meluso. Troppo spesso criticato, troppo spesso messo sulla graticola da tifosi tanto esigenti quando le cose non sono andate per il verso giusto, è arrivato il momento per Meluso di passare alla cassa e chiedere il conto prendendosi le giuste lodi per aver svolto un lavoro che per il momento sembra eccellente.
Anche quest’anno la scelta di confermare Roberto Rizzo ha messo Meluso sul banco degli imputati troppo presto dopo la sconfitta di Catania, ma molti hanno dimenticato che la sua conferma è stata anche fatta per acclamazione popolare e che comunque nessuno può mettere in discussione la bravura e la competenza professionale del tecnico di San Cesario. Poi nel calcio ci vuole fortuna e che tutto vada nel verso giusto e forse a Robertino non è andata bene per cose che non conosciamo e non vogliamo neanche conoscere.
Non starò qui ad elencare tutte le scelte fatte da Meluso, ma è sicuramente da segnalare la sapienza con cui ha reso l’organico, grazie ai sacrifici della societa, quasi interamente di proprietà dando vita ad un progetto che ci permette di guardare al domani con una certa tranquillità. Credo che le operazioni Tsonev e Riccardi poi ci dicano che il Ds sappia anche scegliere i giovani da mettere in rosa, cosa che a Lecce non accade dai tempi di Corvino ed è per questo che molto mi aspetto in futuro anche dai vari Dubickas, Megelaitis, Valeri, Gambardella e tutti gli altri ragazzi che sicuramente avranno modo di far vedere di che pasta sono fatti.
Non dimentichiamo poi che in estate, quando tutti volevamo Evacuo, Vucinic o Marilungo, il diesse ha scelto Di Piazza ed oggi con sommo piacere ne godiamo le prodezze sul campo; e non trascuriamo il fatto che dopo le dimissioni di Rizzo, tutti chiedevamo a gran voce Cosmi, Stellone o De Zerbi, mentre Meluso ha puntato quasi subito e portato a Lecce quello che ad oggi è il nostro grande condottiero, mister Fabio Liverani.















