LECCE – Il tecnico del Lecce, Pasquale Padalino, intervenuto oggi nella conferenza stampa convocata dalla società dopo la bufera che ha investito lui e la squadra, ha dato la sua versione dei fatti e le sue spiegazioni delle vicende legate alla cocente sconfitta allo stadio “Zaccheria” contro il Foggia, un passo falso che ha fatto scattare una dura contestazione tra la tifoseria giallorossa.
“Penso che sia doveroso partire dalla prestazione: se domenica non sono riuscito a spiegare il mio concetto, lo ribadisco oggi. La prestazione fatta non è stata da Lecce. Da questo punto di vista, – aggiunge il tecnico – mi assumo tutte le responsabilità, come lo hanno fatto i calciatori. C’era l’intenzione di tornare primi in classifica e questa voglia c’era fin dall’inizio della stagione e ci sarà fino alla fine. E questi sono tutti fatti concreti”.
Padalino analizza poi i perché della sua missione nel Salento, rimarcando delle convinzioni: “A Lecce ho lasciato un conto in sospeso dalla stagione che finì con la retrocessione sul campo dalla A alla B, perciò voglio riscattarmi quest’anno. La B è l’obiettivo che ho ora e che hanno i miei ragazzi. Amo questa terra – chiosa il trainer – e continuerò ad amarla, non solo perché ci vengo in vacanza da 25 anni, il che pure vorrà dire qualcosa, ma perché mi ha saputo accogliere. Le ripetute presenze nel Salento hanno un loro perché. Basta una foto e qualche risultato negativo per mettere in discussione tutto? Mi sembra assurdo. Il sottoscritto, finché avrà forza, cercherà di portare avanti l’obiettivo ancora perseguibile”.
C’è fermezza nel sottolineare i propri convincimenti: “Queste parole non possono lasciare indifferenti, hanno un certo peso e una partita non è sufficiente a cancellare tanto. Continuo a credere in quello che posso, che devo e che possiamo fare. Ho l’ambizione di poter vincere questo campionato”.
Tra i fatti che hanno scatenato l’astio dei supporters giallorossi, c’è una foto che ritrae Padalinoche saluta a fine gara il difensore del Foggia Coletti. L’ex Matera ricostruisce così i fatti: “Sono andato verso l’arbitro, come faccio di solito, per salutarlo e fargli i complimenti per la direzione. Nel voltarmi, per seguire la squadra che andava a scusarsi verso i nostri tifosi, ho incontrato Coletti che mi ha chiesto di salutarmi e l’ho fatto. Sono stato immortalato lì e poi ho proseguito la passeggiata per andare verso i nostri tifosi”.
L’ultimo epiosdio successivo a Foggia-Lecce 3-0 che richiama Padalino, a suo dire incapace di trasmettere le reazioni provate dopo quel match, è il mancato ritorno in pullman con la squadra: “Certe cose si decidono prima – chiarisce l’allenatore foggiano – mi sono fermato dai miei familiari. Se avessi saputo cosa sarebbe successo in serata sarei tornato a Lecce da diretto interessato alla guida tecnica per dare spiegazioni”.
Rimane ferma la sicurezza sulle capacità degli uomini a disposizione: “Sono convinto che questa squadra possa lottare per il primo posto. Da parte nostra c’è il massimo impegno per regalarci un sogno che ci potrebbe far crescere sotto tutti i punti di vista. Credo di non aver mai tradito nessuno. Se qualcuno ha interpretato male e ho toccato la suscettibilità di qualcuno chiedo scusa. Solo chi mi conosce sa cosa provo quando perdo una partita”.
E sulla contestazione di domenica sera c’è l’ennesima spiegazione: “Gli sfottò fanno parte del gioco, ma io poi ho un ruolo da difendere e portare avanti. Fino ad oggi, credo di aver dato il massimo con tutti i miei limiti e tutte le mie difficoltà. Nessuno può dire che io non abbia fatto il massimo per questa maglia e per questa città. Qualsiasi interpretazione in questo senso va rispedita al mittente”.
In conclusione, ma non meno importante, si è tornati sull’andamento della gara persa domenica: “Provando a essere lucido, mi sento di dire che qualcosa è stata sbagliata. Non c’è stata una buona prestazione, magari imputata dalla tensione eccessiva per la gara. Nella preparazione rifarei ciò che ho fatto e darei le stesse indicazioni. È da rivedere l’atteggiamento che non è stato propositivo. Le scelte a partita in corso? Non penso a posteriori, ma in quel momento credo di aver scelto per il meglio. La decisione costa dei sacrifici, può non essere quella giusta, in qualcosa ho mancato, ma credo di aver preso in esame tutte le possibilità. La squadra è con me, ne sono certo”.
Padalino dice poi la sua sulla probabile avversione che il “Via del Mare” gli riserverà domenica in occasione dell’impegno contro il Fondi: “Spero di non vedere contestazione, dopo aver provato a spiegare i fatti per farmi conoscere meglio e di rendere partecipi tutti dello stato d’animo che mi porto dentro per aver perso una sfida che poteva portarmio al primo posto. Perché non parlare ieri alla ripresa? Se devo dire la verità, in parte l’ho fatto prima dell’allenamento con un gruppo di sostenitori. Ma non è mai facile spiegarsi bene quando sei in piedi, circondato, e le domande sono tante su aspetto tecnico, la foto, le reazioni… Non è semplice chiarisi a distanza e con gente che certamente non era venuta per ascoltare. Soffro per la sconfitta anch’io perché ho perso tre punti e, per un allenatore, vedere non esprimersi la sua creatura è bruttissimo. Soffro perché mi sento un figlio di questa terra”.
[…] In conclusione, ma non meno importante, si è tornati sull’andamento della gara persa domenica: “Provando a essere lucido, mi sento di dire che qualcosa è stata sbagliata. Non c’è stata una buona prestazione, magari imputata dalla tensione eccessiva per la gara. Nella preparazione rifarei ciò che ho fatto e darei le stesse indicazioni. È da rivedere l’atteggiamento che non è stato propositivo. Le scelte a partita in corso? Non penso a posteriori, ma in quel momento credo di aver scelto per il meglio. La decisione costa dei sacrifici, può non essere quella giusta, in qualcosa ho mancato, ma credo di aver preso in esame tutte le possibilità. La squadra è con me, ne sono certo”. Padalino dice poi la sua sulla probabile avversione che il “Via del Mare” gli riserverà domenica in occasione dell’impegno contro il Fondi: “Spero di non vedere contestazione, dopo aver provato a spiegare i fatti per farmi conoscere meglio e di rendere partecipi tutti dello stato d’animo che mi porto dentro per aver perso una sfida che poteva portarmio al primo posto. Perché non parlare ieri alla ripresa? Se devo dire la verità, in parte l’ho fatto prima dell’allenamento con un gruppo di sostenitori. Ma non è mai facile spiegarsi bene quando sei in piedi, circondato, e le domande sono tante su aspetto tecnico, la foto, le reazioni… Non è semplice chiarisi a distanza e con gente che certamente non era venuta per ascoltare. Soffro per la sconfitta anch’io perché ho perso tre punti e, per un allenatore, vedere non esprimersi la sua creatura è bruttissimo. Soffro perché mi sento un figlio di questa terra”. Fonte>:http://leccezionale.it/2017/03/22/le-scuse-padalino-continuo-crederci-la-foto-andata-cosi/ […]