LECCE (di Italo Aromolo) – Non è una sfida in famiglia qualunque quella tra Lecce e Virtus Francavilla, figlie di un’unica terra che è quella meravigliosa del Salento, spinte da uomini divisi tra cuore e professione e sostenute da una fede un po’ biancazzurra e un po’ giallorossa. Una partita che va oltre un pallone rotante e acquista il senso di unicità nella storia, da custodire negli annali come il derby del Salento tra il grande Lecce e la favola Francavilla, che dalle polveri della promozione pugliese è arrivata a sfidare pari a pari nobiltà, storia e gloria della corazzata giallorossa.
Ma di fronte alla grossa eredità è inevitabile ritrovarsi come parenti serpenti e fratelli coltelli: mister Antonio Calabro, nativo di Melendugno, il diesse Stefano Trinchera, lo scorso anno alla guida dell’area tecnica del Lecce, e il presidente Antonio Magrì, che con la sua azienda di arredamento è entrato nelle case di migliaia di leccesi, sono i tre pilastri della Virtus Francavilla dal cuore dichiaratamente giallorosso ma che promettono battaglia e sognano lo sgambetto al Lecce perché il veliero biancazzurro solchi mari ancora più lontani di quelli già visti. Non ha infatti intenzione alcuna di fermarsi il Villa per difendere un quinto posto orgogliosamente conquistato con 45 punti in 27 partite, frutto di un ruolino di marcia schiacciasassi tra le mura amiche del “Giovanni Paolo II”: nello stadio più piccolo del professionismo, con soli 2000 posti a sedere e con la particolarità di avere un terreno sintetico, è arrivato il filotto dei record con 7 vittorie nelle ultime 7 partite. Chiedere a Cosenza (1-0), Casertana (4-1), Catania (1-0) e alle tante nobili vittime mietute a partire dal 25 settembre, quando il Matera sancì l’ultimo stop imponendosi per 1-4, per la forza e la compattezza interna dei biancazzurri, secondi solo al Catania per numero di reti incassate in casa (9).
Al tempo stesso c’è da riscattare l’ultima, beffarda, sconfitta contro la Casertana: sabato scorso in Campania è arrivato un kappaò che brucia per come subìto il gol (Carriero ha sorpreso Casadei da 35 metri) e per come è mancato il pareggio (tre interventi prodigiosi del portiere avversario).
Dal punto di vista tattico per la squadra di Padalino le insidie si nascondono nel folto centrocampo che mister Calabro proporrà con il suo collaudatissimo 3-5-2: la superiorità numerica nella zona nevralgica del campo potrebbe apportare i giusti rifornimenti a M’bala Nzola, attaccante franco-angolano che ha dimostrato di avere tutti i colpi del bomber moderno: calcio di punizione, progressione, dribbling e potenza di tiro. Gli 8 gol in campionato e i 4 assist gli hanno già garantito un futuro ai vertici del calcio italiano, essendo stato opzionato per giugno dalla Fiorentina. Lo stretto legame al Lecce impone una menzione speciale per i difensori Giuseppe Abruzzese, capitano della squadra di Braglia lo scorso torneo, e Giovanni De Toma, nativo di Trepuzzi, ma anche per i centrocampisti Stefano Pino, di proprietà del club giallorosso, e Daniele Vetrugno, natìo del capoluogo salentino e anche lui di dichiarata fede leccese.
Un intreccio di storie, uomini, tifosi e territorio: Virtus Francavilla-Lecce sarà il derby delle emozioni contrastanti ma dagli obiettivi ben precisi: vincere e continuare a inseguire i propri sogni, ognuno per la sua strada.