LECCE (di Gavino Coradduzza) – L’atteggiamento prudente del Lecce nella trasferta di Andria, in particolare nel corso della ripresa, ha fatto storcere il muso ai tifosi che… sognano la marcia trionfale ovunque e contro chiunque; ma ci sono partite che suggeriscono di accontentarsi di un punto piuttosto che cercare il successo pieno, rischiando di restare a mani vuote. Va riconosciuto alla Fidelis il merito di aver costruito almeno quattro palle gol ed aver centrato un palo da brividi, contro lo zero in termini di pericolosità del Lecce in fase di attacco. Penso che la strada che conduce all’obiettivo finale possa riservare anche partite come questo derby; l’insoddisfazione deve tener conto dell’avversario di turno (non tenero) e della necessità di muovere comunque la classifica.
Capitan Lepore è esterno sinistro nella troika d’attacco completata da Caturano al centro e Pacilli sull’altra corsia. A centrocampo abbonda il fosforo tra Tsonev, Mancosu e Fiordilino; La cerniera davanti a Gomis è formata da Contessa, Cosenza, Giosa e Ciancio. Si gioca al calcio perchè si punta alla conquista del successo; ma a farlo con maggior decisione è subito l’Andria, al 6°, procurando una forte scossa lungo la schiena del portiere giallorosso; il Lecce evidenzia una abbastanza solida sicurezza di gestione della situazione, senza tuttavia produrre mai sortite di una certa consistenza dalle parti dell’area andriese… Il centrocampo (il fosforo) lavora sodo, ma non sembra facile venire a capo del dinamismo dell’omologo reparto dirimpettaio; ci pensa Gomis a vivacizzare la scena svirgolando un retropassaggio di Giosa con palla che finisce in angolo a fil di palo. Occasioni? Per ora due a zero quale che sia la natura delle occasioni. Le situazioni da gol sono certamente uno dei parametri che concorrono alla formazione del giudizio; ma non l’unico; occorre tener conto anche della amministrazione della palla, degli automatismi applicati con precisione o con approssimazione, e così via…
Attenzione perchè l’Andria fa sul serio fin dai primi secondi della ripresa: fiondata dal limite (insidiosa parecchio) con palla oltre la traversa… Lepore qua, Lepore là, Lepore su, Lepore giù; sacrificio totale del capitano che argina, imposta, riparte. Intanto la foga della Fidelis prosegue con feroce intensità anche se il Lecce non traballa neanche quando (15°) Giosa rischia davvero il cartellino rosso abbattendo da tergo, ad una ventina di metri da Gomis, l’avversario ormai lanciato e solo. Sono squilli di tromba che di tanto in tanto interrompono i palleggi del centrocampo, ma sono sempre suonati dagli uomini di casa… La buona sorte dà anche una mano quando Gomis riesce a deviare sul palo, la palla che gli rimbalza sulla palla e rotola lungo la linea fatale prima che la difesa liberi. Il Lecce ora sta subendo pericolosamente; sarà così fino al 41° quando si materializza l’ultima situazione di pericolo del derby: ancora una palla che sfiora il palo di Gomis e finisce sul fondo. Ma la buona sorte arridwe anche ai padroni di casa al 90° nell’episosio del rigore non fischiato su Mancosu… Lo zero a zero va così in archivio.
L’Andria meritava forse qualcosa di più, ma solo a condizione che il calcio non sia quell’arcano mistero che talvolta è. Ci è andata bene? Io dico di sì…
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