LECCE (di Luca Manna) – Un sabato sera da film horror, una serata da dimenticare, un Lecce che non è sceso in campo ed è stato asfaltato da un Matera che si dimostra squadra forte, allenata da un “volpone” della categoria e che sarà rivale temibilissima fino all’ultima giornata. Inutile cercare alibi: la squadra dei “Sassi” aveva meritato la vittoria. Ne eravamo usciti con le ossa rotte, ma quel “doloretto” abbiamo avuto prova di come questo gruppo sia capace di far sparire con ciò che nel calcio è l’antidolorifico per eccellenza: il campo e la vittoria. A Messina, Caturano e compagni hanno avuto la possibilità di dimostrare a tutti che la partita di sabato è stato solo un passo falso, un incidente di percorso al quale porre subito rimedio, ed è per questo che sono stati 90 minuti di grande intensità e voglia di riscatto da parte dei nostri beniamini, decisi a scendere in campo per riprendere subito lo splendido ritmo tenuto finora.
Il tifo leccese si è dimostrato ancora una volta umorale a livelli inspiegabili, con giudizi che cambiano alla velocità delle più alte montagne russe dei Luna Park: dopo una vittoria siamo già in B, dopo una sconfitta, siamo da buttare, con giocatori non adatti ed un mister da esonerare… Ma il calcio non è così che funziona. Questo gruppo, come visto al “Franco Scoglio” in tutte le sue componenti, ha dimostrato che potrà giocarsi il campionato fino alla fine, lottando a denti stretti per l’obiettivo che tutti vogliamo, regalandoci grosse soddisfazioni e, si spera poche volte, costringendoci a qualche delusione; un percorso naturale in un torneo lungo e difficile qual è la Lega Pro. La classifica ci sorride di nuovo, con un primo posto sì “virtuale” per via della partita in sospeso tra Juve Stabia e Matera, ma che comunque non è frutto del caso o della fortuna, bensì risultato di quasi metà campionato giocato a livelli elevatissimi.
Non eravamo fenomeni incontrastabili dopo Castellammare, non siamo brocchi da buttare via dopo il Matera, né di nuovo marziani dopo lo 0-3 rifilato al Messina. Lotteremo fino alla fine per tornare dove meritiamo di stare, ammesso che questo “tifo” così lunatico lo meriti davvero. La squadra deve tapparsi occhi e orecchie ed abituarsi a simili sbalzi di umore; Lecce ormai è questa e, purtroppo, si deprime così facilmente che risulta quasi inspiegabile come salga sul carrozzone quando le cose vanno bene.
Tutti dentro lo spogliatoio sappiano però che lo zoccolo duro del tifo è presente in maniera sincera e costruttiva, senza sentenze preventive o figlie di una naturale arrabbiatura dopo una sconfitta. Si riparta dal bellissimo applauso della Curva Nord, da tutti gli incitamenti di chi, sui social, già dopo 10 minuti dalla sconfitta pensava al pronto riscatto (com’è davvero poi stato) con il Messina. Siamo con voi ragazzi e ci crediamo davvero. Vi chiediamo di scendere in campo e dare tutto e siamo sicuri che la vostra voglia e la vostra forza farà la differenza.
Forza Lecce, una battaglia si può perdere, ma quello che conta è arrivare primi al traguardo e anche se a volte fa male e ci si sente traditi da chi sa sostenerti solo quando vinci, tu non di curar di loro, ma lotta e vinci ancora!