LECCE (di Italo Aromolo) – Una vittoria che sarà ricordata a lungo, perché raramente il dio del calcio si desta così e decide di regalare tante emozioni in una sola volta. Lo ha fatto in Lecce-Benevento con una folle alternanza di sensazioni che hanno reso davvero speciale il pomeriggio dei 9mila tifosi salentini accorsi al “Via del mare”: prima l’ira per un primo tempo mal giocato e meritatamente chiuso sotto di un gol; poi la gioia per la doppietta di Curiale e l’insperata rimonta; infine la paura per la punizione di Ciceretti prima convalidata e poi annullata e la liberazione per un fischio finale che proietta i giallorossi al terzo posto in classifica (29 punti) e regala un natale sereno alla squadra e a tutti i suoi tifosi. Provare a spiegare tante emozioni con l’obiettività dei numeri può sembrare un paradosso, ma ci proveremo.
I numeri – Se è vero che la mancata vittoria avrebbe mandato in depressione cronica tutto l’ambiente, non si può nemmeno pensare che i tre punti possano essere la panacea di tutti i mali per il Lecce. In effetti, carattere e grinta infinita a parte, l’andamento della gara con i sanniti ha confermato quelli che erano e rimangono i punti interrogativi di questa squadra: problemi in attacco, magnificati nel primo tempo dalla panchina di Curiale, e assenza di un vero regista, con Romeo Papini costretto a improvvisarsi tale con risultati non entusiasmanti. Le statistiche dicono che il Lecce ha tirato in porta per 3 volte in tutta la partita (i gol e una punizione) e che Papini si è ritrovato ad essere il calciatore con più servizi in area (5) dopo Lepore (8).
L’uomo migliore dell’attacco, quel Davide Moscardelli ancora lontano dalla forma migliore, è crocifisso da numeri che paiono, senza purtroppo voler esagerare, quelli di chi in campo non è mai sceso: zero palle in area, zero cross e zero tiri in porta. Di tutt’altra pasta, ed è proprio il caso di dirlo viste le polemiche nel finale, la prestazione di Davis Curiale: l’ex frusinate è entrato nel secondo tempo e in metà partita ha collezionato due tiri, tre palle in area e un numero esorbitante di sponde e contrasti vinti.
A tempi alterni – L’atteggiamento speculare della formazione sannita ha generato una gara dagli equilibri sottili, in cui al leggero predominio del Benevento nella prima frazione (10 palle in area, 4 tiri) è seguito il break di un Lecce versione caterpillar nella seconda (13 palle in area, 6 tiri). I due frangenti si sono compensati in un bilancio alla pari dal punto di vista della pericolosità, che ha visto il Lecce tirare di meno (10-11) ma affacciarsi con maggiore frequenza dalle parti di Gori (26-18 le palle in area). L’ago della bilancia probabilmente sono stati gli episodi, che questa volta hanno giocato a favore della formazione di Braglia in una gara altrimenti destinata al pareggio. Ma è anche e soprattutto così che si vincono le partite che contano.
Di seguito, le statistiche di Lecce-Benevento:
Tiri in porta: Lecce 3 Benevento 2
Tiri fuori e/o respinti: Lecce 7 Benevento 9
Palle in area: Lecce 26 Benevento 18
Cross: Lecce 10 Benevento 7
Off-side: Lecce 0 Benevento 1
Corner: Lecce 4 Benevento 3
Falli subiti: Lecce 12 Benevento 18
Coeff. Pericolosità: Lecce 0,34 Benevento 0,55