L’assessore regionale alla formazione e al lavoro, Sebastiano Leo, è intervenuto con una nota evidenziando che è ora di accelerare con tutti i mezzi a disposizione con la lotta al caporalato:
“La lotta al caporalato e al lavoro nero nelle campagne della nostra Puglia necessita di uno scatto di reni, attraverso una strategia condivisa e con strumenti efficaci. L’ennesimo fatto di cronaca e la notizia che un altro bracciante sia stato colto da malore nella stessa campagna in cui è morta la povera signora Paola, ci addolora e ci sconvolge. Ma sappiamo che le espressioni di dolore e sconcerto non bastano più. Questo è il volto feroce di una Puglia in cui non ci riconosciamo: la nostra regione è ormai terra sinonimo di produzioni di qualità, laboratorio di buone pratiche che hanno restituito al nostro territorio dinamicità e capacità di farsi apprezzare per le sue straordinarie risorse. “Dobbiamo investire e valorizzare questo lato buono della Puglia: abbiamo strumenti e cultura adeguati per consolidare una Puglia solidale e inclusiva, che guardi al mercato non soltanto in funzione del profitto, ma anche della dignità umana. Già con la delibera di Giunta n. 2506 del 15.11.2011 la nostra Regione aveva approvato, ai sensi della legge n. 28/2006, gli indici di congruità come strumento idoneo a garantire legalità e trasparenza nel comparto agricolo, attraverso una azione di prevenzione che partisse dal rispetto della normativa in materia di assunzioni per le aziende che beneficiano di contributi e finanziamenti pubblici a qualsiasi titolo a livello nazionale regionale e comunitari. L’obiettivo- dice ancora l’assessore Leo- è il contrasto alle imprese la cui “presunta competitività” si fonda sul mancato rispetto delle norme, sull’abbattimento dei diritti e sulla riduzione illecita del costo del lavoro, praticando, di fatto, una concorrenza sleale ai danni di quelle aziende sane, che operano nel rispetto degli standard di sicurezza e di dignità del lavoro. Di concerto con l’assessore all’agricoltura, Di Gioia, credo che sia necessario predisporre un piano d’intervento organico per dare piena attuazione a quella delibera: occorre, infatti, isolare le imprese che rendono i nostri campi terra di sfruttamento e di morte. L’obiettivo al quale guardare è quello dell’introduzione anche della certificazione etica nel “marchio prodotti di qualità puglia”, che attesti il rispetto della normativa in materia di sicurezza e degli standard di dignità del lavoro. Un obiettivo che diverrebbe il vero valore aggiunto per il prodotto pugliese, ‘buono’ sotto ogni punto di vista. La qualità non può essere soltanto la proprietà organolettica e di gusto dei nostri prodotti agricoli: per essere davvero tale, l’eccellenza deve sapersi manifestare e riconoscere anche attraverso il rispetto della vita e della dignità umana del lavoro che la accompagna”.