A Sud di MaradonaLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Si intitola “A Sud di Maradona” il libro scritto da Andrea Ferreri in collaborazione con Beto Barbas e Pedro Pablo Pasculli ed edito da BePress Edizioni che si potrà acquistare in libreria a partire dal prossimo mese di novembre. Si tratta di un vero e proprio excursus attraverso qualle che per oltre due decenni è stato definito il campionato più bello del mondo, ossia la Serie A italiana in cui militavano i più grandi calciatori della fine dello scorso secolo, in particolare colui che dera considerato un semidio, cioè Diego armando Maradona. L’autore Andrea Ferreri, studioso di culture giovanili e controculturali, prima di cimentarsi in questo lavoro, ha pubblicato il saggio Ultras, i ribelli del calcio, libro che ha venduto 10.000 copie.

A Sud di Maradona è il racconto di un’epoca in cui le vicende calcistiche si intrecciano con quelle di un territorio. L’epoca in cui il Salento stava andando incontro ad una radicale trasformazione attraverso le gesta di Barbas e Pasculli, due leggende del calcio leccese che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta hanno fatto gioire un intero territorio. In una terra che iniziava a scoprire le proprie risorse, il racconto si articola, tra fatto storico e passione calcistica, in un groviglio di emozioni, ricordi, rivalse, che appartengono all’immaginario collettivo e alla cultura popolare del Salento. Una storia di sport e territorio in chiave romantica, nostalgica, leggendaria. Dall’epica del football di Osvaldo Soriano ad una interpretazione antropologica dello sport, A Sud di Maradona vuol essere soprattutto recupero della memoria popolare.

L’ex Pibe de oro del Napoli ha infatti rappresentato un vero e proprio fenomeno sociale e di massa per il nostro paese, permettendo al torneo italiano di massima serie di restare sotto i riflettori a livello mondiale visto il valore mediatico rappresentato dalla presenza in uno stesso campionato di assi del calibro di Zico, Platini, Falcao, Junior e chi più ne ha, più ne metta. Un fenomeno di cui è entrato a far parte anche il Lecce, all’epoca approdato per la prima volta nella sua storia in A, che ha conosciuto gli onori delle cronache e notorietà a livello globale proprio grazie alla partecipazione ad una competizione tanto seguita in tutto il mondo.

È stato il momento in cui una piccola realtà di provincia qual è Lecce si è fatta conoscere in ogni angolo del pianeta, raccogliendo simpatie e riconoscimenti per la bella favola rappresentata. Era la squadra del presidentissimo Franco Jurlano, del Ds Mimmo Cataldo ma, soprattutto, di Barbas e Pasculli, compagni in nazionale di Dieguito, con el cabezon Pasculli addirittura entrato nella storia del calcio argentino per aver vinto la Coppa del Mondo nei Mondiali in Messico del 1986.striscione per Beto Barbas e Pedro Pablo Pasculli

Ieri sera a Lecce, al Bluebeat Bar, i due indimenticati idoli della tifoseria giallorossa erano presenti insieme al figlio di Franco Jurlano, Corrado, per ricevere l’abbraccio dei tifosi ed alcune targhe ricordo da parte dei ragazzi della Curva Nord che li considerano ancora e per sempre due icone del calcio di un tempo, fatto di valori, “bandiere” e tanta classe. Barbas e Pasculli hanno assistito emozionatissimi agli attestati di stima e simpatia che la parte più calda della tifoseria leccese ha voluto tributare loro, compreso uno striscione e gli immancabili cori di un tempo.

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