LECCE (di Pierpaolo Sergio e Italo Aromolo) – Come in un film, una stagione calcistica spesso si concentra in alcuni fotogrammi che restano indelebili nella mente del tifoso. Una specie di flashback che, finito il campionato, resta impresso nei ricordi di quanti hanno vissuto un torneo tra ansie, gioie e delusioni che rappresentano l’essenza stessa del calcio. Anche il disgraziato torneo 2014/2015 del Lecce è passato in archivio, ma a scandire il trascorrere di questi mesi di incontri in casa ed in trasferta rimane oggi il ricordo di quelle “sliding doors” attraverso le quali si è dipanata un’intera stagione e che, se alcune situazioni fossero andate in maniera diversa, avrebbero magari decretato tutto un altro finale di campionato, vedi tutti i gol mancati e le occasioni favorevoli non sfruttate.
LO SFOGO DEL CAPITANO – Era il mese di dicembre quando capitan Fabrizio Miccoli, fino ad allora indiscusso leader dello spogliatoio, o quasi, convocò una conferenza stampa in cui non usò mezzi termini per fare chiarezza circa voci circolate nell’ambiente leccese che riguardavo lui ed il suo eventuale futuro lontano dall’U.S. Lecce. Un fiume in piena che nessuno è riuscito ad arginare ma che ha poi creato il definitivo scollamento tra il numero 10 giallorosso e mister Franco Lerda, oltre che con parte della squadra. Ne è seguito un girone di ritorno in cui il “Pibe del Salento” è rimasto spesso e volentieri ai margini della rosa, facendo tanta panchina e tribuna e non riuscendo più a fungere da “guardiano” dello spogliatoio come lui stesso promise che sarebbe stato in sede di presentazione ufficiale al suo arrivo a Lecce.
L’ATTESA E LA DELUSIONE – Si può dire che Lecce-Matera sia stato un altro degli “spartiacque” della stagione e non solo perché segna l’ultima gara in casa di mister Dino Pagliari sulla panchina del club di Piazza Mazzini. Nel giorno che vedeva i salentini ospitare i lucani per un importante crocevia per i play-off, una violentissima tempesta di pioggia si abbatté sullo stadio “Via del Mare” non permettendo lo svolgimento del match: indecisioni, attese e speranze si susseguirono in quella fredda serata di fine gennaio che vide l’arbitro Serra rinviare l’incontro al giorno seguente per impraticabilità di campo. Sono solo alcune delle istantanee di un pomeriggio più unico che raro quelle che ritraevano gli addetti ai lavori impegnati a spalare il fango, i due capitani far rotolare i palloni nel tentativo di testare il terreno di gioco, con entrambe le tifoserie costrette a tornare a casa dopo una lunga e vana attesa. Lecce-Matera è stata molto più di un semplice incontro rinviato: ha fatto la storia perché, a memoria d’uomo, non c’era mai stata una partita dei giallorossi posticipata per pioggia. Si era arrivati al rinvio per neve, ad esempio nel marzo del 1987 in occasione di Lecce-Catania ma, per causa pioggia, mai.
LE SCUSE E IL PENTIMENTO – Un’altra delle emozioni che ha scandito il campionato dei giallorossi è stata quella del pentimento di Tommaso Scuffia, portiere arrivato in Salento nel corso del mercato di riparazione dalle fila del Catanzaro. Quando difendeva i pali della formazione calabrese nella sfida del “Via del Mare” risalente allo scorso 15 novembre, l’estremo di Macerata si rese protagonista di un gesto di cattivissimo gusto nei confronti della tifoseria leccese: al gol del pareggio ospite, giunto a pochi secondi dalla fine, indirizzò baci in maniera alquanto provocatoria verso il cuore del tifo salentino, la Curva Nord. I tifosi giallorossi, così, hanno accolto con una certa diffidenza il suo arrivo in giallorosso. Invece, l’uomo, ancor prima che il calciatore, è riuscito a farsi poi perdonare esternando tutto il pentimento pubblicamente: prima con i fatti, recandosi in solitaria sotto la Curva al termine di Lecce-Matera e poi a parole, ribadendo il suo pensiero nella conferenza stampa di presentazione: “Spero che la gente mi possa perdonare, non volevo offendere nessuno, mi scuso ancora e lo farò in eterno”.
LA CORSA E L’ABBRACCIO – Anche dallo sguardo dei più piccini traspira l’amore per i colori giallorossi e il dispiacere immenso che un campionato come questo, nato male e finito peggio, può provocare. Come non iconizzare a simbolo di questa stagione la scena che ha visto un giovanissimo tifoso del Lecce (Simone), sempre presente anche in trasferta, intrufolarsi in campo per salutare i propri beniamini al termine di Catanzaro-Lecce? Il ragazzino, sicuramente dispiaciuto per l’andamento di un match pesantemente condizionato dall’arbitro, ha scavalcato la recinzione del “Ceravolo” per cercare conforto tra le braccia del portiere Scuffia, che è stato il primo ad accoglierlo e a riportarlo nel Settore Ospiti con un tenerissimo abbraccio.
LA CADUTA DEGLI DEI – L’ultimo fotogramma impossibile da dimenticare è l’immagine di Davide Moscardelli che si copre il volto con la maglia al termine dell’inutile 2-2 colto nella trasferta di Lamezia contro la Vigor. Un pareggio che ha lasciato i giallorossi fuori da ogni possibile discorso play-off, come pure da ipotesi di rivoluzionare gli stessi spareggi-promozione a causa delle vicende legate ai fatti di giustizia ordinaria e sportiva che hanno coinvolto Matera, Salernitana, Benevento ed altri club di Lega Pro. Il bomber resta a ripensare a tutto ciò che poteva essere e non è stato, all’effimera soddisfazione di essere stato il capocannoniere del Lecce e di aver così spazzato via le assurde critiche e prevenzioni legate al suo arrivo in maglia giallorossa a causa della sua non più giovanissima età. Chissà quanti pensieri saranno girati nella sua testa. Quanto rimpianto per quelle 4 giornate di squalifica comminategli per l’espulsione dell’arbitro Lanza a Catanzaro nel momento clou della stagione…
Tutto il resto è ormai storia, triste ed amara, ma pur sempre storia da cui il Lecce dovrà cercare di ripartire.