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“Dignità autonome di prostituzione” al Teatro Pasiello di Lecce

LECCE – Uno spettacolo teatrale innovativo, a tratti stupefacente, invasivo e del tutto emozionante in cui lo spettatore diventa protagonista e parte integrante di quello che è stato chiamato un “bordello”, una “casa chiusa” dell’arte, dove l’attore è alla mercé dell’avventore di turno. Basta pensare, appunto, ad un bordello ed immaginare quante emozioni si consumano in quelle stanze chiuse, dove vizio e gioco si alternano. Dove ogni sera si sentono e assaporano i cuori pulsanti di venti e più squillo mentre lungo scale e corridoi; e si è coinvolti in un carosello di sketch esilaranti con musica dal vivo curata dei minimi particolari. Ieri sera grande successo a Lecce, al “Teatro Paisiello”, per il ritorno per la terza volta di fila, per il primo dei tre appuntamenti di “Dignità autonome di prostituzione”, l’acclamato spettacolo di Luciano Melchionna, nato da un format di Cianchini e lo stesso Melchionna.

10670064_10152747545878750_5145686449547033991_nSTRANA PERFORMANCE –  Si tratta quindi di una “casa chiusa” dell’arte, dove gli attori (o meglio le prostitute) sono agli ordini dello spettatore. Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera, adescano e si lasciano “abbordare” dai clienti-spettatori che, muniti di “dollarini”, il denaro del bordello, contrattano il prezzo delle singole prestazioni con una strana famiglia proprietaria della stessa casa. Conclusa la trattativa, il cliente (facente parte di uno, due o piccoli e grandi gruppi) si apparta con l’attore scelto in un luogo appuratamente scelto dove fruirà di una o più “pillole di piacere”: monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, con l’intento di emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore, in “uno stupore nuovamente sollecitato”, come piace definirlo allo stesso regista. Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto”: questo il leitmotiv della sceneggiatura.  Spetta, però, sempre alla famille-maitresse il compito di facilitare la contrattazione tra cliente e prostituti, nonché di spiegare le dinamiche agli spettatori che si smarriscono  prima di lanciarsi in contrattazione e acquisto. Giulia Delli Santi, responsabile del Teatro Pubblico Pugliese, e Gigi Coclite, assessore alla Cultura del Comune di Lecce, hanno scommesso sin dal primo istante sul progetto, fornendo loro il supporto tecnico e logistico affinché il format potesse coinvolgere un intero quartiere.

Perché alla fine, come affermano provocatoriamente Melchionna e la Cianchini: “Visto che gli attori in Italia lavorano sempre gratis o ad incassi, perché non dare una vetrina a ciascuno e la possibilità di guadagnarsi dei soldi sul campo, con le proprie performance? Se anche non dovesse funzionare, avranno guadagnato un rimborso spese simile alle mance di un cameriere, allenandosi, però, nel proprio campo lavorativo, in quello che amano e per il quale hanno studiato sacrificato la propria vita”. Missione, questa, riuscita alla perfezione e con i finali applausi scroscianti di tutti i mumerosi presenti.

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