LECCE (di Massimiliano Cassone) – Dino Pagliari, nasce a Macerata il 27 gennaio 1957; personaggio anti-personaggio per antonomasia, schivo e poco avvezzo alla mondanità, è abituato a mettersi sempre in gioco anche in situazioni extra calcistiche. A Pisa lo ricordano con affetto anche per la battaglia che intraprese in prima linea contro la sentenza di sequestro preventivo del centro sociale adibito nell’ex colorificio di Pisa. Silenzioso e educato, si esprime con linguaggio forbito ed insieme semplice e senza fronzoli.
CALCIATORE – Anticonformista naturale, è collegato ad un aneddoto che fa sorridere; si racconta, infatti, delle sue passeggiate a Firenze con una gallina a guinzaglio (così come facevano il torinista Gigi Meroni e il poeta-attore salentino Carmelo Bene) ai tempi in cui era un attaccante viola e la Fiesole cantava: “Lode a te Dino Pagliari” e “Pagliari drogaci”. Lo chiamavano Jesus Christ per i suoi capelli e la sua barba bionda e lui accettava di buon grado l’appellativo e ricambiava i tifosi con i suoi “miracoli” in campo. Quando nel 1974 passò dalla Maceratese alla Fiorentina era un ragazzo dal look molto garbato e i suoi capelli erano corti ma in poco tempo si trasformò in quello che sarebbe diventato il “Pagliariscatto”, così com’era detto dai suoi supporters, unendo il suo cognome alla sua grande qualità. Agli allenamenti arrivava con un vecchio motorino “Ciao” e non ha mai gradito interviste e ospitate in televisione. Da calciatore ha vestito le maglie di Maceratese, Fiorentina, Spal, Ternana e Vicenza.
ALLENATORE – Ha sempre amato il pallone e il calcio l’ha vissuto giorno dopo giorno fino a diventare allenatore. Predilige il 4-4-2 ma ha fatto giocare le sue squadre anche col 4-4-1-1 e con il 4-3-1-2 perché plasma i suoi moduli in base alle caratteristiche dei suoi calciatori. La sua prima panchina, dopo delle esperienze nelle giovanili della Ternana e come vice a Firenze, è quella della Vis Pesaro nel 1996 dove rimane per due stagioni prima di approdare, sempre in C2, alla Maceratese. Nel 2002 allena per 19 gare l’Alessandria prima di essere esonerato. Nel 2004, in gennaio, a campionato in corsa, accetta la guida tecnica del Chieti. L’anno dopo, sempre in serie C1, guida il Frosinone, raggiungendo il 5° posto in classifica ed i play-off che perde contro il Mantova.
L’anno successivo, arriva a Ravenna e conquista la promozione in B al termine del campionato 2006-’07. Vince la “Panchina d’oro”, come miglior allenatore della categoria.
In Serie B viene esonerato dopo 16 gare (3 vittorie, 3 pareggi e 10 sconfitte) ma viene richiamato nel corso della stessa stagione e ancora esonerato il 7 aprile. Nel 2009 sostituisce Eusebio Di Francesco al Virtus Lanciano, nella prima divisione della Lega Pro, e si gioca i play-out vincendoli contro la Juve Stabia; riconfermato, nella stagione successiva raggiunge un buon nono posto ma viene sollevato dall’incarico il 14 luglio 2010. Ritorna in panca a Pisa nel febbraio del 2011 prendendo il posto di Leonardo Semplici; conduce la squadra nerazzurra dagli ultimi posti in classifica al decimo posto totalizzando 20 punti in 10 partite. L’anno successivo viene sollevato dall’incarico per essere poi richiamato nella stagione successiva quando conduce il Pisa ai play-off in cui elimina il Perugia ma perde la finale col Latina. Il 23 dicembre 2013 verrà ancora una volta esonerato dal Pisa.
Il 27 dicembre 2014 è ufficialmente il nuovo allenatore dell’U.S. Lecce.