LECCE (di Carmen Tommasi) – Un legame forte, un affetto infinito ed un amore che non si sbiadisce certo col trascorrere del tempo. Perché, come recitano le note di una famosa canzone, “certi amori non finiscono…” e per Serse Cosmi relativamente al suo rapporto con la città, la tifoseria ed il Lecce, è proprio così. Al tecnico perugino sono bastati solo sei mesi alla guida della formazione giallorossa per innamorarsi letteralmente del Salento e dei colori sociali del club, nonostante la retrocessione di quell’anno (2012) ed il relativo diciottesimo posto finale in classifica. Una retrocessione culminata, però, con gli applausi dei tifosi alla squadra in quel di Verona, un’emozione che il guerriero toscano ancora non dimentica. “Stu core nu bbu lassa mai”: questa la famosa e gradita dedica in dialetto leccese fatta stampare all’epoca su una maglietta da Cosmi in onore della Curva Nord, di cui l’allenatore ha anche un quadro messo in bella mostra a casa sua, come lui stesso ricorda, e consegnatogli in occasione della costituzione ufficiale dell’associazione di tifosi “Noi Lecce“.
Mister, cosa sta facendo in questo periodo in cui è purtroppo lontano da una panchina?
“Mah, niente di particolare: faccio quello che fanno tutti gli allenatori quando non allenano. Mi aggiorno come i miei colleghi e vado a vedere le partite, anche perché il nostro è un mestiere in cui devi tenere i rapporti con la gente ed io ovviamente non faccio eccezione (sorride, ndr). Altrimenti, basta un niente per essere dimenticati”.
Come trascorre, invece, il suo tempo libero?
“Per quanto riguarda l’extra-calcio, diciamo che mi dedico alla musica ma, oltre ad ascoltarla insieme a qualche mio amico, con la mia consolle ci divertiamo anche a suonare. Questa è l’unico mio hobby al di fuori del calcio”.
Lecce ed i leccesi ancora non la dimenticano: cosa le è rimasto impresso di quell’esperienza?
“Penso di averlo detto tante volte anche se, quando sei coinvolto, forse è più facile essere vicini al Salento ed al Lecce, ma a differenza delle altre esperienze, pur a distanza di tanto tempo, più passa il tempo, più il mio affetto diventa sempre più forte. Anche perché mi capita di andare in diverse parti e di incontrare sempre gente leccese. Il mio è un rapporto con Lecce e la sua gente che va oltre il legame professionale. Ci sono stato già due volte in estate e dico che il Salento è un posto magico, speciale, che mi è rimasto dentro, difficile da dimenticare”.
«L’aritmetica dice che sono retrocesso con il Lecce, ma poi c’è un’altra classifica che è quella dei tifosi. E allora a Lecce ho vinto uno scudetto»: questa è una sua dichiarazione fatta dopo la retrocessione del Lecce nel maggio 2012. La sente ancora sua?
“Dico solo una cosa: quel che ho provato a Verona, con i tifosi del Lecce che ci hanno applaudito nonostante la squadra fosse già retrocessa, non l’ho mai provato in nessun’altra situazione. Nel calcio, dove contano solo i risultati, non è facile trovare dei tifosi che ti regalano affetto e sostegno dopo un risultato sportivo non raggiunto. Ho ancora vivo dentro di me il ricordo indelebile di un pomeriggio in cui provato emozioni uniche e ciò vale più di tante vittorie sul campo. Non pensavo potesse succedere una cosa del genere… Invece, è successa. Ecco perché non posso non portare nel cuore Lecce e la sua gente”.
E parliamo allora di Lecce. La squadra allenata da Franco Lerda dove può arrivare?
“Ho seguito tutte le vicende del Lecce negli ultimi due anni e dico che la Serie C è un inferno. Così come lo è stato per il Perugia ed il Verona. Quando vieni da realtà diverse, non è facile calarti psicologicamente in questa categoria ma, se si vuole uscirne, bisogna farlo necessariamente in fretta. Quest’anno i giallorossi hanno invertito il trend e stanno facendo bene negli scontri diretti, mentre magari hanno perso qualche punto fuori casa con le piccole, ma va bene così; i punticini sono importanti. In campionato ci sono squadre toste come Salernitana, Benevento, Casertana e non solo e per il Lecce le possibilità ci sono eccome, ma mi fermo qui. Non voglio dire niente, perché in questi due anni ci ho sempre sperato. Quindi, incrociamo le dita…”
Lecce le sta sempre nel cuore, capito. Ma si parla di un Serse Cosmi alla guida del Bari! Sono vere simili indiscrezioni?
“Assolutamente no. Non ne so nulla e non lo dico certo in qualità di ex allenatore del Lecce per ruffianeria. Ho letto anche io, come voi, queste notizie. Non c’è nessun contatto e immagino quel che potrebbe significare per i tifosi del Lecce. Se un giorno tornerò ad allenare, il mio aspetto emotivo nei riguardi dei salentini non cambierà mai. E spero che sia chiaro che non lo dico tanto per dire”.
Mandi allora attraverso Leccezionale un saluto ai tifosi del Lecce ed un suo augurio.
“Il mio in bocca al lupo è doveroso e viene dal cuore. So benissimo e non dimentico cosa ha patito il Perugia che è stato 9 anni in Serie C. Ma tutto ciò che la terza serie rappresenta in negativo, una volta tornati in Serie B, o addirittura in Serie A, la voglia di combattere e l’attaccamento alla maglia sono ancora più forti. Tutto dopo sarà più bello, ne sono certo. Si ritorna a gioire con ancora più forza e speriamo succeda già dalla prossima stagione ma, ripeto, meglio non parlarne. Un grande abbraccio a tutti i supporter del Lecce con lo stesso affetto di sempre”.
L’intervista ad uno degli allenatori che più hanno trovato un feeling viscerale con la piazza di Lecce si conclude così e lui, il sempre amato Serse, forse continua a sorridere nel ricordare la sua esperienza in giallorosso, perchè certi legami vanno ben oltre il semplice aspetto sportivo.