LECCE (di Italo Aromolo) – E arriva quel momento di piena estate in cui inizia a roderti terribilmente la voglia di calcio. Ci risiamo, è sempre la stessa storia: finisce il campionato, si smaltiscono le sbornie di gioie o le lacrime di dolore, ci si rilassa con i primi bagni e i classici “ronf ronf” sotto l’ombrellone finché, col passar del tempo, le domeniche pomeriggio iniziano ad apparire vuote, private di quel qualcosa che dia un senso di emozione alla giornata. Quando la stagione delle disco-beach volge al termine, per il tifoso non è mai un rimpianto, ma un nuovo inizio: si ritorna sugli spalti, si ricomincia a cantare, a sentire l’odore acre dei fumogeni e del fumo di sigaretta. Così, la prima partita ufficiale della stagione si appropria di una magia speciale e diventa la più attesa, quella in cui dopo mesi di astinenza si riperpetua la passione del tifo. E non importa che l’avversario si chiami Juventus, Milan, Foligno o Vico Equense o altre squadre di cui non se ne conoscano neppure i colori sociali.
La gente è in vacanza e gli stadi si riempiono: c’è curiosità di rivedere all’opera i propri beniamini, di conoscere i nuovi acquisti (quello strano effetto che si ha nel vedere per la prima volta un calciatore con la maglia della propria squadra addosso…), di iniziare a studiarne le caratteristiche tecniche e di esprimere i primi giudizi su quello che sarà il gladiatore dell’anno o il bidone d’oro.
Per il Lecce, tutto cioè accadrà nella serata del 10 agosto, quando per il primo turno di Tim Cup nel palcoscenico del “Via del Mare” sarà di scena il Foligno, formazione umbra che milita nel campionato di Serie D. Certamente non un avversario attendibile: il tecnico Franco Lerda – e i tifosi tutti – potranno iniziare a trarre solo qualche indicazione, semplici sensazioni a primo impatto, ma senza sbilanciarsi in conclusioni avventate e definitive: la recente storia giallorossa insegna che spesso il battesimo dell’anno calcistico è un ciarlatano dietro al quale si nascondono pesanti carichi di lavoro, calciatori non ancora in condizione e intese fin troppo macchinose tra neo-compagni. Ripercorriamo le prime gare ufficiali stagionali della compagine salentina negli ultimi anni…
Lecce-Vico Equense 4-0, 9 agosto 2008: super Baclet, ma poi chi l’ha visto? Non c’è gara migliore di Lecce-Vico Equense per cogliere la portata del richiamo della “prima”: sugli spalti del “Via del Mare” si presentano in 2500, ma sarebbero potuti essere molti di più se la società non avesse tenuto aperto un solo botteghino fuori dai cancelli dell’impianto leccese, per giunta a partire da appena un’ ora e mezzo prima del fischio di inizio. Risultato: una buona metà dei tifosi entra sul finire del primo tempo, altrettanti tornano a casa a mani vuote su tutte le furie. Un’orda di passione difficilmente preventivabile ai vertici dell’allora società di Via Templari, visto il nome dell’avversario: uno sconosciuto club campano appena promosso dall’Eccellenza alla Serie D. La partita è a senso unico: il Lecce del tecnico Gigi De Canio e del salentino doc Checco Lepore sciorinano un calcio fluido e spettacolare, preludio della successiva promozione in Serie A; ma nel libro dei ricordi il protagonista assoluto di quella serata rimane Allain Pierre Baclet: l’attaccante francesino mette a segno quattro reti in 64 minuti, entrando nella storia del Lecce come l’unico calciatore capace di infilare un poker nella gara di esordio. Le movenze sono quelle del “Fenomeno” Ronaldo, e anche il fiuto del gol pare simile: nel corso del campionato, però, l’ex Arezzo va pian piano inaridendosi, concludendo la sua amara stagione con soli 6 gol all’attivo tra tante panchine e poco campo.
Lecce-Crotone 0-2, 21 agosto 2011: quanti sbadigli nella torcida giallorossa. Lecce-Crotone ci riporta ad un’ altra serata di piena estate, passata alla storia per la grande risposta del Salento al ritorno in campo dei giallorossi: oltre 8 mila spettatori per la sfida contro una squadra di categoria inferiore. Basti pensare che, nel corso dell’ imminente campionato di serie A (poi conclusosi con la retrocessione del Lecce di Cosmi), quella quota spettatori sarebbe stata superata soltanto in altre 7 occasioni (Juventus, Fiorentina, Inter, Napoli, Milan , Roma e Parma). Nella torcida giallorossa, però, il risultato e la prestazione si rivelano un flop: il Lecce padrone del campo ma sterile, il Crotone attendista ma cinico: il finale così sorride ai pitagorici, che passano il turno con un secco 2-0 confermando quella sorta di allergia cronica che la compagine salentina sembra soffrire nei confronti della Coppa più trascurata d’Italia. Alla guida tecnica dei salentini c’era Eusebio Di Francesco, che lo scorso anno tanto bene ha fatto sulla panchina del Sassuolo; per il tecnico pescarese la ghigliottina leccese fu fin troppo precoce: anche a causa di quella scialba prestazione di fine agosto, finì subito sotto processo e fu esonerato dopo poche giornate.
Lecce-Chieti 3-1, 12 agosto 2012: l’era Franco Lerda, atto primo, scena prima. La lunga storia d’amore tra il Lecce e Franco Lerda ha inizio in data 12 agosto 2012, quando per il secondo turno di Tim Cup si presenta al “Via del Mare” il Chieti (Seconda Divisione) del sempre caro Tiziano De Patre, ex calciatore giallorosso ai tempi di Giampiero Ventura. Nonostante la cocente delusione per una doppia retrocessione decretata a tavolino, i tifosi salentini assiepano il “Via del Mare” in circa 6 mila, per assistere ad una gara che non delude le aspettative in termini di spettacolo: il Lecce cala un tris di reti (Corvia-Giacomazzi-Jeda), ma subisce una rete (Capogna, per il finale di 3-1) che manda su tutte le furie il tecnico di Fossano, già etichettato come maniacale nella cura dei dettagli dopo una sola apparizione. E non può mancare il laboratorio dei primi esperimenti tattici: Marcus Diniz viene inventato nel ruolo (allora inedito per lui) di terzino destro, regalando una prestazione da 8 in pagella a suon di sgroppate sulla fascia e cross verso il centro. Nell’angolo dei bocciati invece finisce un “tale” Ledian Memushaj, apparso lento e arrugginito tra le maglie del centrocampo neroverde. Beh, l’albanese oggi è conteso da mezza serie B dopo due campionati ad altissimi livelli con lo stesso Lecce prima e con il Carpi poi. Della serie…
Lecce-Santhià 3-0, 4 agosto 2013: la prima di mister Moriero senza la Curva Nord. Tempi moderni: un mese e mezzo dopo i fattacci della finale play-off Lecce-Carpi, il Lecce dei leccesi Francesco Moriero e Fabrizio Miccoli ospita la squadra piemontese del Santhià (Serie D) in uno stadio semivuoto per la squalifica comminata alla Curva Nord. La rivoluzione rispetto alla scorsa stagione è totale, tanto che tra i “superstiti” si contano solo Marcus Diniz, Mariano Bogliacino e Dario D’Ambrosio. Proprio quest’ultimo è l’ennesimo emblema delle false apparenze da inizio stagione: il fratello d’arte dell’interista Danilo giocò quella partita senza motivazioni perchè con il marchio addosso di partente dato per certo: invece, giorno dopo giorno, si è conquistato la fiducia di tecnico, società e tifosi, diventando quell’insostituibile martello pneumatico sulla fascia destra riconfermato per la stagione in corso nonostante il grave infortunio occorsogli alla caviglia destra. Il Lecce sperimentale di mister Moriero giocò un buon calcio (3-0 il finale grazie marcature di Tundo, Bencivenga e Bogliacino), come del resto nel prosieguo della competizione, caratterizzato dalle brillanti e convincenti prestazioni sui campi di Terni (vittoria per 4-2) e Parma (nonostante la roboante sconfitta per 4-0, condizionata peraltro da errori arbitrali, i giallorossi seppero tenere testa per un tempo intero ad una squadra del massimo campionato). All’alba della regular season, quei barlumi di bel calcio si tramutarono inspiegabilmente nel Lecce horribilis che collezionò quattro sconfitte nelle prime quattro partite provocando l’esonero del tecnico salentino.
Lecce- Foligno, 10 agosto 2014: alla prova l’intesa Miccoli-Della Rocca. E Morello in panchina… Tra meno di 15 giorni (concerti permettendo), farà la sua comparsa il primo abbozzo del nuovo, “vecchio” Lecce targato mister Franco Lerda: il tecnico di Fossano inizierà a farsi un’idea sull’intesa offensiva tra capitan Fabrizio Miccoli e il neo arrivato Gigi Della Rocca, sui piedi e la corsa del nuovo terzino sinistro Nicolò Donida o semplicemente sui progressi della squadra in termini di tenuta generale fisica e atletica. I tifosi, invece, quelli veri, torneranno come sempre sugli spalti e, dopo due mesi di attesa, saranno pronti a cantare e incitare gli undici giallorossi dal primo all’ultimo minuto, dalla prima all’ultima partita della stagione. La passione giallorossa è pronta a riaccendersi e, viaggiando sulle note del romanticismo, non dimentichiamo che la notte del 10 agosto è quella delle stelle cadenti. Non sarà il caso di esprimere un desiderio per il prossimo campionato?