LECCE (di Gabriele De Pandis e Tommaso Micelli) – Franco Lepore e il Lecce: un amore ininterrotto, turbolento, ma sempre forte. Il ragazzo di S. Pio, oggi ascoltato ai nostri microfoni proprio tra le vie del quartiere leccese tanto caro a lui, ci ha raccontato la sua carriera, il suo presente ed i suoi pensieri su questo campionato, in una stagione che vede protagonista sia lui, capace di collezionare molte buone prestazioni con la maglia della Nocerina, sia il Lecce, apparso sempre più solido dopo le difficoltà dell’avvio di torneo.
Franco, hai vestito la maglia giallorossa già nelle giovanili, poi cosa ti ha allontanato dal Lecce?
“Ho fatto 5 anni nel settore giovanile del Lecce, fino agli Allievi nazionali; poi Corvino ha dovuto fare delle scelte per formare il gruppo della Primavera che in seguito ha vinto tutto; a detta di molti ero basso, ma gli accertamenti medici, con tutte le visite ormonali possibili, mi hanno detto che ero a posto. In ogni caso, il Lecce non mi ha voluto aspettare e sono andato a farmi le ossa in provincia, facendo un anno di juniores a Nardò ed un altro in Eccellenza a Copertino con mister Rollo, dove in 30 presenze ho segnato 3 gol”.
Nella stagione 2004-2005 poi ti sei allontanato da casa per fare esperienza a Castelfranco Emilia…
“Con la Virtus Castelfranco, in Serie D, ho fatto la mia prima esperienza con i grandi lontano da Lecce. Ricordo bene quella stagione, è stata importante per la mia crescita sia a livello calcistico, sia soprattutto a livello umano: ci allenavamo alle 19 e per arrotondare andavo a lavorare per otto ore in fabbrica, svegliandomi alle 4 del mattino”.
La positiva esperienza in Emilia ti ha poi permesso il definitivo salto di qualità a Varese.
“Sono approdato al Varese grazie a Gianluca Petrachi ed all’allora D.s. Sean Sogliano dopo una settimana di prova. L’inizio è stato entusiasmante con 10 gol che ci hanno permesso la vittoria del campionato di D. Il campionato più bello e più emozionante dei miei 4 anni in Lombardia è stato senza dubbio il 2008-‘09, vissuto da capitano: dopo un inizio bruttissimo, dove eravamo ultimi con 5 punti in 5 partite, è arrivato mister Sannino che fin dal primo giorno era sicuro della vittoria finale, il tempo gli ha dato ragione”.
L’exploit di Varese ti è valso il trasferimento alla tua squadra del cuore. Che gruppo hai trovato qui e come hai vissuto i giorni della trattativa?
“La trattativa l’ho vissuta passo dopo passo; aggiornavo i miei amici di qui ad ogni sviluppo della situazione; è stato il sogno che avevo fin da quando ero bambino ed ho avuto la fortuna di viverlo. A Lecce ho trovato un gruppo fantastico, conoscevo già il dottor Palaia, il magazziniere Enzo Mortari, Giacomazzi, Di Michele, Munari, Marilungo: tutta gente con la quale sono rimasto in contatto e che sento ancora. Un gruppo bellissimo, fattore importante per la nostra vittoria finale nel campionato, giunta dopo lo 0-0 col Sassuolo”.
Della tua esperienza a Lecce ricorderai soprattutto il debutto contro l’Ancona, match dove hai siglato il 3-0. Che cosa hai provato subito dopo il gol?
“Beh, non potrò mai dimenticare quelli attimi, momenti che sognavo sin da quando facevo il raccattapalle al Via del Mare! Dopo 7 minuti dal mio ingresso in campo ho segnato ed il mio unico pensiero era quello di festeggiare facendo una corsa sotto la mia Curva Nord”.
Come giudichi la tua esperienza in giallorosso? Hai qualche rimpianto?
“Abbastanza buona; ho fatto 11 presenze, qualcuna da titolare. Si lavorava bene con mister De Canio ed io avevo la sua stima; provenivo dalla C/2 e non potevo pretendere chissà che, anche perché poi a gennaio è arrivato a Lecce David Di Michele, elemento che ci ha permesso il miglioramento definitivo. L’unico rimpianto che ho è quello di essermi fatto male in un momento positivo: mi stavo allenando bene ed a marzo, purtroppo, mi ruppi la caviglia prima della partita, che dovevo giocare da titolare, contro il Gallipoli. L’infortunio ha sancito poi la parola fine alla mia esperienza, sono solamente dispiaciuto per non aver fatto parte poi del gruppo giallorosso”.
La tua ripartenza doveva essere ancora a Varese ma cos’è andato storto?
“A Varese non si sono comportati molto bene con me, mi hanno detto di giocare con continuità perché stavo recuperando dall’infortunio, ma non volevo allontanarmi molto perché era nata la mia bimba da poco; ho deciso così di optare per il Rodengo Saiano, ho fatto la prima parte di stagione lì e poi, a gennaio, sono andato alla Paganese. La stagione successiva (2011-‘12, ndr) sono tornato in biancorosso; la società voleva mandarmi via ma io, testardo, ho voluto insistere per giocarmi le mie chance in B e sono voluto rimanere nonostante la società storcesse il naso. Con l’arrivo di Maran stavo cominciando ad accumulare le mie presenze, con l’apice dei 90’ contro la Sampdoria, dove ho sfiorato il gol più volte, ma al termine della stagione il Varese non mi ha più rinnovato il contratto”.
L’addio al Varese ha avviato uno dei periodi più bui della tua carriera. Come l’hai superato?
“Sì, ho passato cinque mesi da svincolato. Non è stato facile, ma se sono riuscito a superare quel periodo, sono certo che riuscirò a superare tutti gli ostacoli calcisticamente possibili”.
La tua carriera è ripresa al Real Vicenza. La tua esperienza in Veneto può definirsi una seconda esplosione?
“Più che esplosione, al Real Vicenza c’è stata una riconferma del fatto che non mollo mai. Sono stato capace di collezionare 20 presenze e 15 gol, 13 in campionato e 2 nei play-off. Se fossi stato un altro, avrei mollato una volta tornato in Serie D, invece no”.
In estate sembrava possibile un tuo ritorno, ma poi?
“Non si è fatto nulla qui a Lecce ed ho deciso di accettare l’offerta della Nocerina, una squadra blasonata per la C e che due anni fa era in B. Non potevo lasciare il certo per l’incerto”.
Il campionato in rossonero, seppur la squadra non stia andando bene, rappresenta un successo per te, anche grazie a un nuovo ruolo…
“Sì, sono 10 partite che gioco da terzino ed il mio apporto si è visto anche contro il Lecce. Il mio mister (Gaetano Fontana, ndr) mi dice che posso far molto bene dietro a destra perché riesco a far male da dietro ed ho il passo del terzino, un ruolo che mi può permettere di arrivare molto in alto, allungando anche la carriera”.
Hai giocato a calcio sia sui campi del Sud sia su quelli del Nord: hai riscontrato qualche differenza?
“Al Sud il calcio si vive in maniera diversa ed è più difficile sia nel campo, sia fuori”.
Hai avuto tanti allenatori in tante squadre con cui hai giocato, quali sono quelli a cui sei più legato e di cui custodisci i ricordi migliori?
“Ho un ottimo rapporto con mister Mangia che sento spesso e per me è un fratello visto che mi è sempre stato vicino nei momenti difficili. Ci sono anche altri allenatori a cui sono legato visto che ho avuto buoni rapporti con tutti. Ricordo con piacere anche De Canio, Sannino e Maran”.
Sogniamo un po’. Dove ti posizioneresti nel 4-2-3-1 di Lerda?
“Potrei giocare a destra sia in avanti, sia come terzino che è il ruolo che ricopro alla Nocerina da un po’ di partite. Ma da quella parte il Lecce ha già tanti elementi”.
Nelle ultime settimane si è parlato di un interesse per te da parte del Lecce. C’è stato qualche contatto dopo quest’estate?
“Ho incontrato Fabrizio Miccoli ed Antonio Tesoro dopo Nocerina-Lecce e mi ha fatto molto piacere ricevere i complimenti da loro. Mi sono anche sentito con Antonio (Tesoro, ndr) ma per ora non c’è niente di concreto anche perché, ripeto, il Lecce ha già molti giocatori del mio stesso ruolo.
Hai seguito il Lecce da tifoso e l’hai affrontato da avversario. Che impressione hai avuto di questa squadra e dove può arrivare secondo te?
“Ho affrontato ormai tutte le squadre concorrenti del Lecce e posso dire che i giallorossi non ha niente in meno rispetto a Perugia e Frosinone se non i punti in classifica. Lerda ha fatto un gran lavoro mettendo i giocatori nelle condizioni adatte per potersi esprimere al meglio ma fanno bene a non fare programmi e a pensare partita dopo partita”.
Qual è l’avversario più temibile?
“Forse il Perugia: l’ho incontrato solo due settimane fa, abbiamo perso solo 2-1 ed abbiamo rischiato di pareggiare in dieci contro undici. Vi dico che per me il Lecce può arrivare primo”.
C’è qualche tuo compagno di squadra che consiglieresti a Tesoro?
“Consigliare no, perché Antonio Tesoro fa bene il suo lavoro ed è bravissimo a scegliere i giocatori. Se devo dire un nome, comunque, dico Antonio Palma che è un classe ’94 di proprietà dell’Atalanta con ampi margini di miglioramento”.