LECCE – Il preavviso era stato lanciato da tempo: il 9 dicembre l’Italia si sarebbe fermata per protestare contro lo stato di profonda crisi che attraversa tutto il Paese da anni e per dire basta alle politiche monetarie imposte dall’Unione Europea. In tutto lo Stivale si registrano i primi cortei ed i primi presidi lungo strade statali, provinciali e nei centri cittadini.
La protesta contro la crisi e i poteri forti, chiedendo di fatto l’uscita dall’Euro e il ritorno alla Lira, è stata organizzata da tempo ed è in concomitanza con quella di alcune sigle di autotrasportatori, che hanno deciso di confermare il fermo nazionale dei tir fino al prossimo venerdì 13 dicembre.
Anche nel Salento la protesta pare iniziare a muoversi e prender piede, anche se un po’ in sordina, tanto che ancora non si registrano le stesse percentuali di adesione e di partecipazione di altre realtà, soprattutto al Nord Italia, nelle grandi città ed in Sicilia. Un volantinaggio per le vie del centro storico ha sollecitato ieri i leccesi a partecipare alla protesta, come pure alcuni presidi stradali si sono creati lungo la statale 613, ossia la superstrada che collega Lecce con Brindisi. Notevoli rallentamenti alla circolazione veicolare soprattutto intorno allo ore 13:00 hanno interessato l’ingresso nord del capoluogo salentino.
In particolare, a Torino la gente è scesa in piazza in segno di pacifica protesta e, dopo alcune scontri con le Forze dell’Ordine, la situazione è radicalmente mutata, con gli agenti in servizio che si sono tolti i caschi d’ordinanza indossati quando c’è da tutelare l’ordine pubblico e s sono uniti ai manifestanti. In Rete spopolano i video che testimoniano questo ed altri episodi analoghi che si stanno verificando a macchia di leopardo in tutta Italia.
Intanto, l’Autorità garante aveva diramato un comunicato in cui si preannunciavano sanzioni nei confronti di coloro che avessero creato disagi con blocchi selvaggi della circolazione e delle merci lungo la rete stradale italiana: “Qualora si dovessero verificare violazioni della legge, l’Autorità non esiterà ad applicare le sanzioni, così come già avvenuto, da ultimo, lo scorso 29 marzo 2012, in riferimento ai blocchi dell’autotrasporto dal 16 al 20 gennaio 2012″, indica la nota dell’Authority, rimarcando come il blocco “confermato da alcune sigle del settore, nonostante la sottoscrizione del protocollo di intesa dello scorso 28 novembre tra le associazioni maggiormente rappresentative ed il Governo, dovrà partire dalla mezzanotte del 9 dicembre e non, come riportato da alcune notizie di stampa, dalle ore 22 di oggi”. Inoltre, l’Autorità “nella seduta del 18 novembre scorso, ha ricordato alle organizzazioni l’esercizio del ‘potere-dovere’ di influenza sui propri iscritti, al fine di persuaderli all’assunzione di condotte responsabili, così che l’attuazione del fermo dei servizi di autotrasporto merce – prosegue la nota – avvenga nel pieno rispetto delle norme della disciplina di settore, senza l’effettuazione di blocchi stradali o di iniziative sanzionabili ai sensi del codice della strada“.
Ma a scendere nelle strade e nelle piazze non sono solo gli autotrasportatori, ma anche la gente comune stanca delle condizioni di incertezza sul futuro politico ed economico di una nazione soffocata da una crisi che, nonostante le indicazioni di analisti e tecnici di varia natura, appare sempre troppo lontana dal cessare.
I numeri che riguardano lo scenario degli ultimi tre anni almeno sono desolanti ed allarmanti. Nonostante i sacrifici chiesti ed imposti agli italiani, l’Italia stenta a riprendersi e le attività commerciali che chiudono i battenti sono centinaia di migliaia. I risparmi delle famiglie sono ai minimi storici e la pressione fiscale continua a salire.