(di Carmen Tommasi) – Gli manca maledettamente e tremendamente quel rettangolo verde. L’adrenalina e la carica esplosiva del pre-partita. Quelle emozioni che solo la professione che si ama fare è in grado di regalare. Stefano Ferrario, svincolato dal Lecce lo scorso mese di luglio, è in attesa di terminare i 4 mesi di squalifica per omessa denuncia per la vicenda calcio-scomesse di Lecce-Lazio e nel frattempo attende l’arrivo di una chiamata per potersi presto piazzare al centro della difesa e dire la sua: “Come sto? In attesa e pronto per aspettare la fine della squalifica – spiega il difensore di Rho, ex Parma, classe ’85 – con la speranza che arrivi presto una sistemazione prima della fine del mio stop (il primo dicembre 2013 termina la squalifica, ndr)”.
Come procede la sua preparazione in attesa che arrivi una chiamata?
“Sto continuando ad allenarmi da solo insieme al mio preparatore personale con cui sono in contatto da due anni e mezzo. Procede tutto bene, anche se non vedo l’ora di ritornare in campo, questi mesi mi stanno sembrando lunghissimi e interminabili. Stare lontano dal rettangolo verde non è per nulla facile, anzi il contrario”.
Quali sono le squadre che la stanno cercando con più insistenza?
“Ci sono due o tre società con cui insieme al mio procuratore (l’avvocato Antonio De Renzis, ndr) stiamo trattando e stiamo valutando in che termini sistemare il tutto. Non faccio nomi, perché per adesso sono solo chiacchiere. Dobbiamo attendere ancora qualche settimana prima di poter dare delle notizie più fondate”.
Ventinove agosto 2010: cosa le dice questa data?
“Il giorno del mio esordio in serie A (sorride, ndr) con la maglia del Lecce a San Siro contro il Milan, un ricordo stupendo e bellissimo, una giornata che difficilmente dimenticherò. Ci ho messo sei anni di carriera per arrivarci e poi farlo contro il Milan (è milanista, ndr) è stato davvero emozionante. Peccato, però, per il risultato finale (è finita 4-0 per i rossoneri, ndr)”.
Qual è invece il ricordo meno bello con la maglia del Lecce?
“Quello in cui mi sono spaccato la mandibola nella gara con la Juventus (20 febbraio 2011, ndr), perché era il periodo in cui stavo facendo molto bene e poi sono stato fermo per oltre tre settimane. Successivamente, ho saputo che in quella fase del campionato io e Rosati (ora al Sassuolo, ndr) eravamo sotto osservazione per la Nazionale. Ecco perché dico questo come ricordo negativo”.
La scorsa stagione è stata un po’ tribolata e ricca di malintesi: si tolga un sassolino dalla scarpa…
“No, non ho niente da dire e non devo togliermi nessun sassolino. Una sola cosa tengo a precisare: sul mio conto lo scorso campionato sono state fatte tante chiacchiere e queste devono corrispondere a fatti, altrimenti non valgono a nulla”.
Il Lecce ha iniziato male il campionato con due sconfitte di fila: potrà fare bene nel girone B?
“Quest’anno la squadra ha più giocatori di categoria e hanno fatto un buon mercato. Ci sono anche dei giovani di prospettiva. Poi sarà il campo a dire la sua, ma io sono convinto che per giocare bene a Lecce, al di là della squadra, servano gli attributi e una propria personalità. L’anno in cui con mister De Canio in serie cadetta e quello in cui ci siamo salvati in A eravamo un gruppo con una personalità forte. A Lecce serve questo, perché altrimenti è facile fare spazientire i tifosi e l’ambiente“.
Un saluto tifosi del Lecce e al Salento?
“Un saluto al Salento lo faccio molto volentieri perché ho dei ricordi davvero belli e poi scenderò giù presto per altre situazioni extracalcistiche”.