SQUINZANO (di Massimiliano Cassone)- Tanti chilometri macinati in campo, tanto sudore, tanta polvere, tanta esperienza concentrata nel suo saper essere professionista sempre, in ogni occasione. Capo chino in allenamento, petto in fuori e testa alta durante la partita e con il goniometro a disegnare parabole precise; è Mariano Bogliacino, classe ’80, l’uruguaiano che si è saputo distinguere anche nella stagione orribile dell’anno scorso. In tutto 30 le presenze per lui, compresi i 4 incontri dei play-off e 11 reti, contando quella segnata contro il Carpi nella finale; impeccabile in tutto, nonostante un infortunio alla spalla, è stato determinante per mantenere acceso il lumicino della speranza in un campionato che sembrava ormai alla deriva. È stato uno dei pochi a salvarsi da quella nave affondata ed insieme a lui, Diniz, Martinez e il terzo portiere Petrachi. Il resto è tutto nuovo, ecco l’anno zero del Lecce.
Dopo l’azzeramento totale realizzato dalla società, si riparte fortemente da lui in cabina di regia, a centrocampo, dove saranno i suoi piedi a telecomandare i palloni per gli attaccanti.
Oggi, prima dell’allenamento, ha parlato in sala stampa: “Dell’anno scorso è meglio non parlare” – esordisce, poi continua – “questo è un anno nuovo, tanti compagni nuovi, e siamo in un girone che tutti indicano come difficile e ‘caldo’; è un po’ come la gente del sud. Il Lecce ha costruito una squadra per andare in serie B e sappiamo che dobbiamo mettercela tutta per raggiungere l’obiettivo”.
Accentua poi nominando le squadre che secondo lui sono più pericolose: “Ci saranno altre squadre che punteranno alla promozione diretta tra cui Perugia, Salernitana, Benevento. Iniziamo con uno scontro diretto su un campo difficile, dove non ho mai giocato. In serie C ho giocato contro il Benevento ma a Salerno ancora no. Sarà una partita difficile tra due squadre che puntano in alto”.
Rispetto all’anno scorso in cui giocava dietro le punte, in questa stagione, Moriero gli ha ritagliato il ruolo di regista in mezzo al campo nel suo 4-4-2, ecco cosa pensa: “Mi trovo bene anche in questo nuovo ruolo, tocco tanti palloni e potrò mettere le punte nella condizione di far gol. Certo sicuramente giocando più arretrato tirerò meno in porta e sarà più difficile fare gol, ma sarò ben contento di fare segnare i compagni. L’anno scorso ho fatto 11 reti, quest’anno sarei felicissimo se riuscissi a ripetermi, però sarà molto difficile. Ho giocato già nel centrocampo a 4, mi piace. Stiamo lavorando bene sulla tattica in modo da non prendere gol e poi ripartire, davanti abbiamo persone che sanno fare gol”.
Di Miccoli, il suo nuovo compagno, già leader sia in campo, sia nello spogliatoio, è entusiasta: “Miccoli è un grande calciatore, l’anno scorso ha fatto 10 gol in A, lui è uno che vede sempre la porta e poi è un grande trascinatore, un leader anche per lo spogliatoio”.
Su Amodio, compagno con cui ha giocato nella Sambenedettese e nel Napoli ha solo belle parole: “È un buon centrocampista, è un ottimo incontrista ma nello stesso tempo ha i piedi buoni per impostare la manovra di gioco. Ci sarà molto utile. Io e lui possiamo coesistere benissimo. Certo, quest’anno a centrocampo sono arrivati tanti buoni giocatori e bisognerà lavorare sodo per conquistarsi una maglia”.
Lui, come già scritto, è uno dei pochi superstiti dell’anno scorso, motivo d’orgoglio ma con molta umiltà dice: “Per me l’importante è dimostrare ai tifosi che ogni volta che scendo in campo mi impegno al massimo sudando fino all’ultimo minuto. Sono felicissimo di essere rimasto a Lecce”.