LECCE – Si è svolta oggi pomeriggio nell’Open Space di Palazzo Carafa la conferenza stampa del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, insieme al vicesindaco Alessandro Delli Noci, a commento della sentenza del Consiglio di Stato che ha rfevocato il premio di maggiornaza al Centrosinistra che governa il Comune di Lecce, confermando la sentenza del TAR di Lecce dello scorso ottobre. Ecco le dichiarazioni del primo cittadino leccese: “La sentenza del Consiglio di Stato, che rispettiamo oggi, come quella del TAR ieri, senza commenti né giudizi, stabilisce una nuova composizione del Consiglio comunale. Non mette in discussione la mia elezione ma, esclusivamente, l’assegnazione del premio di maggioranza alla coalizione che mi ha sostenuto. Viene pertanto evidenziato il primato del principio della rappresentatività rispetto a quella della governabilità. Un’eventualità che ovviamente avevamo messo in conto sin dall’inizio“.

Le conseguenze politiche-Attendiamo che il Prefetto di Lecce, indicato Commissario ad acta, ponga in essere gli atti consequenziali stabilendo chi dovrà lasciare il seggio e chi invece occuparlo. Una volta ricevuta la comunicazione ufficiale, procederemo senza indugio alla convocazione del Consiglio comunale per la presa d’atto, in modo da ripristinare la legittimità dell’organo. Da quel momento, i consiglieri eletti con le liste di Mauro Giliberti disporranno dei numeri per decidere lo scioglimento del Consiglio comunale. È un valutazione politica che rientra nella loro piena ed esclusiva disponibilità, tra l’altro coerente con le decisione di impugnare la decisione della commissione elettorale mediante la presentazione di un ricorso a firma dell’ex sindaco, del candidato sindaco sconfitto e di un parlamentare, avente lo scopo non tanto di riconoscere a Tondo, Monosi, Pala, Calò, De Benedetto e Gigante un diritto leso, quanto di indebolire ed ostacolare l’azione del sindaco e della sua coalizione. Chi ha deciso legittimamente di vedere riconosciuto – in forza di 366 voti – il principio di rappresentanza rispetto a quello della governabilità – a fronte dei 3.830 voti di scarto del ballottaggio – oggi può decidere attraverso le dimissioni di 17 consiglieri di concludere questa esperienza“.

Per quanto ci riguarda – prosegue Salvemini – abbiamo sempre sostenuto che siamo vincolati al patto siglato con gli elettori il 25 giugno scorso, quando il 54.76% di loro votarono me, la coalizione siglata con Alessandro Delli Noci e la nostra agenda del cambiamento. Avvertiamo il dovere di verificare se esistono le condizioni per una prosecuzione di questa consiliatura lì dove si manifestano le volontà dei rappresentanti dei cittadini: il Consiglio comunale. Lo farò in occasione del passaggio politico più importante per un’amministrazione locale, ossia la presentazione del Bilancio di previsione, che verrà approvato in Giunta in settimana e al quale lavoro dall’inizio dell’anno. Lo strumento che assegna risorse e definisce le priorità delle linee strategiche di mandato. Un atto politico fondamentale, cruciale che verrà portato all’approvazione dell’aula non prima del 12-13 marzo“.

Poi il sindaco aggiunge ancora: “Chiederemo alle forze politiche un voto per governare il cambiamento, che è l’impegno assunto con i leccesi. Alla luce del sole, in modo trasparente cosi come avvenuto in occasione dell’accordo siglato con Alessandro Delli Noci tra primo e secondo turno elettorale. Non quindi un voto ‘per non andare a casa’, ma un voto ‘per il governo di Lecce’. Chi non intende fare proprio questa direzione di marcia non deve fare altro che esprimersi apertamente: o votando contro, o decidendo di non votare. In quel caso, o mancheranno i numeri per l’approvazione del Bilancio e quindi il Consiglio si scioglierà automaticamente. O ancora mancheranno i numeri oltre quelli delle liste che mi hanno sostenuto, evidenziando l’impossibilità di andare avanti. In quel caso, presenterò le mie dimissioni irrevocabili“.

Il messaggio ai leccesi-In tanti dicono ‘subito al voto!’ Per andare alle urne tra aprile e giugno non c’è altra strada che chiedere ai consiglieri eletti con le liste di Mauro Giliberti di presentare le firme per lo scioglimento entro il 24 febbraio, non appena il Consiglio Comunale prenderà atto della nuova composizione. Dopo quella data l’interruzione anticipata della consiliatura porterà al commissariamento della città fino alla primavera del 2019. Le mie eventuali dimissioni, seppur formalizzate immediatamente, diverrebbero irrevocabili solo tra 20 giorni, oltre la data limite del 24 febbraio, l’unica che consente di votare subito“.

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