Esltanza Caturano CosenzaLECCE (di Gavino Coradduzza) – Immagino che il titolo farà storcere il muso a più di qualcuno, ma non riesco proprio ad eliminare questo brutto vizio di dire ciò che penso; giusto o sbagliato che sia, io lo dico… Questo confronto tra il Lecce ed il Siracusa giunge dopo la indigeribile sconfitta di Caserta e dopo una settimana di reciproche stilettate tra la guida tecnica ed una parte della tifoseria giallorossa. Transeat… Ci si aspetta, com’è ovvio, una risposta convincente dal campo; una risposta che spazzi via tutta la nuvolaglia del venerdì. Obiettivo raggiunto? In classifica sì; per il resto, ciascuno giudichi secondo il proprio metro di giudizio…

Primo tempo di sostanziale equilibrio tra salentini e siciliani, infranto al 41° per il calcio di rigore procurato da Costa Ferreira e magistralmente trasformato da Caturano e vivamente contestato dalla squadra siciliana. Ma fino a quel momento, piaccia o no, l’irriverente e sfrontato Siracusa, resosi conto che l’inferno del “Via del Mare” non è tetro come si immaginava o non lo è come in altre occasioni e che Il Lecce è meno Cerbero di quanto si dicesse, è andato un paio di volte ad insidiare piuttosto seriamente la porta di Perucchini. Ci mette molto impegno questa squadra imbottita di seconde linee (riserve) e di volonterosi pivellini… Quarantacique minuti utilizzati dal Lecce nella ricerca del bandolo della matassa del gioco a fari semispenti  e del guizzo (rigore a parte…) in area avversaria. Nè si può invocare l’ormai trito e ritrito dei “dieci uomini dietro la linea della palla” perchè sarebbe una bestemmia calcistica ed oculistica… Considerati gli oltre venti punti di classifica che separano le due squadre, ci si attendeva un martellamento più deciso da parte di Mancosu e compagni, ed invece è proprio il Siracusa, possesso palla a parte, ad aver espresso le situazioni più rimarchevoli. Tutto ciò è apparso decisamente evidente fino a quando, a spezzare il prolungato equilibrio non è intervenuta, appunto nei minuti finali della prima frazione, la decisione arbitrale di assegnare il calcio di rigore trasformato da Caturano.
Doumbia SiracusaMa che sia una giornata di “buona stella“per i giallorossi c’è modo di verificarlo al 6° della ripresa; quel che accade, piaccia o meno, va descritto con cura: Vitofrancesco poggia palla malissimo all’indietro per Perucchini, ma la palla è lenta e diventa un ghiotto invito per De Silvestro; Perucchini in uscita niente può fare se non finire in tuffo tra le gambe dell’avversario: calcio di rigore e… ammonizione del portiere. Ma nel corso delle prolungate manfrine in attesa della esecuzione dal dischetto, Doumbia tenta il giochetto della buca sul dischetto; nna furbata che non può sfuggire a Catania e alle sue legittime rimostranze, e qui il francese reagisce con una scorrettezza che potrebbe procurargli il “rosso”, ma gli va bene perchè è considerato dall’arbitro Valiante meritevole soltanto di un “giallo”. La buona stella non c’entra proprio quando Perucchini dice no alla palla calciata dal dischetto, mantenendo il risultato di vantaggio per 1-0. In questo frangente occorre rimarcare la bravura di Perucchini per la felice intuizione.
Ma quella buona stella fa capolino ancora, ed anche abbastanza clamorosamente, quando (al 14°), dopo che Caturano di testa aveva colpito il palo della porta aretusea, la palla ballonzola in area di porta presidiata da soli giocatori siciliani; nessuna pressione, nessun pericolo, ma Malerba si fa cogliere da raptus improvviso ed entra nella cronaca della partita sparando una autentica legnata alle spalle del suo portiere: 2-0! Partita ormai decisa? Sembrerebbe proprio così se non fosse che a solleticare le coronarie dei tifosi di casa, a 15′ dal termine, il Siracusa imbastisce una apprezzabile manovra verso l’area giallorossa: apertura profonda verso destra, cross teso, facile ed indisturbata, o quasi, la deviazione in rete di De Silvestro che beffa Vitofrancesco per il 2-1… È questo un successo che riporta la squadra di Padalino in vetta alla classifica; ottimo risultato, dunque; il resto, come si dice in questi casi, arriverà…
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