Il Decreto Dignità continua a far discutere. Non è un mistero che le società italiane da tempo ne chiedano l’abolizione. Tuttavia, permangono accordi borderline, l’ultimo dei quali è quello tra l’Inter e Betsson Sport. Come ha spiegato Massimo Capitanio, commissario di Agcom «l’autorità ha stabilito che la normativa non è violata se non c’è riferimento al gioco». Ciò significa che, fino a che il marchio rimane quello di un sito di informazione al gioco , senza alcun riferimento all’azzardo, non viene violato il Decreto Dignità».

Proprio riguardo alla suddetta legge, si è scagliato Alfonso Morrone, numero uno di Adiscos, l’associazione dei direttori e collaboratori sportivi. Il dirigente ha infatti dichiarato: «Come Adiscos riteniamo opportuno eliminare il divieto di sponsorizzare società di betting e chiediamo che venga riconosciuto allo sport una piccola royalty sugli eventi su cui si scommette». Quest’ultima affermazione è dovuta al fatto che lo sport, pur facendo da traino al betting, non riceve un euro dal mondo delle scommesse. Secondo Morrone se lo sport ricevesse una percentuale anche minima, come l’1% dei ricavi del betting, otterrebbe una cifra considerevole, pari a circa 160 milioni di euro da redistribuire in buona parte alle varie Federazioni facenti capo al Coni.

Del resto che il calcio italiano abbia necessità di maggior liquidità, lo dice anche l’analisi i bilancio della stagione 2023/2024. L’analisi economica che tiene conto del rapporto tra debiti e ricavi vede la Fiorentina con il 52% di rapporto tra spese e ricavi (debiti 78,2 milioni, ricavi 147,9 milioni). Al secondo posto di questa graduatoria troviamo l’Empoli 54,9% (debiti 44,8 milioni, ricavi 81,6 milioni) mentre il Milan con il 61,8% (debiti 250 milioni, ricavi 404,5 milioni) si piazza al terzo posto. Agli ultimi tre posti di questa graduatoria troviamo l’Inter con il 189,7% (debiti 807,3 milioni, ricavi 425,5 milioni), la Roma con il 224,5% (debiti 622 milioni, ricavi 277 milioni) e il Genoa con il 227% (debiti 265,7 milioni, ricavi 117 milioni).

Il Lecce, secondo l’analisi finanziaria di Economia e Sport, sui ricavi club di serie A della stagione 2023/2024, è la terz’ultima società per ricavi: appena 59 milioni. Solo Frosinone (4,3 milioni) e Monza (32,7 milioni) fanno peggio. Queste sono anche le uniche tre società a non arrivare alla soglia minima di 80 milioni di ricavi, raggiunto da tutti gli altri club. Tuttavia è anche il sesto club nel rapporto tra ricavi e debiti con una percentuale dell’84,4% ((debiti 49,9 Mln, ricavi 59,1 Mln). Da notare che per alcune società (Genoa, Monza, Sassuolo e Torino) il bilancio analizzato risale al 31 dicembre 2022.  Il club pugliese vanta anche l‘ottavo posto per quel che riguarda i ricavi dello stadio nell’anno 2023. Il Via del mare ha permesso infatti di raccogliere 8,8 milioni di euro, piazzando la società di Sticchi Damiani subito dopo le sette big, ovvero Fiorentina (14,1), Lazio (17,9), Napoli (37,9), Roma (49,2), Juventus (61,5), Milan (72,8) e Inter (79 milioni).

Risulta evidente come la maggior parte delle società di serie A sia indebitata in maniera importante. Occorre, dunque, trovare strade alternative per incrementare i guadagni. Una compartecipazione ai ricavi delle scommesse non sarebbe la soluzione definitiva, ma senza dubbio darebbe una buona mano.

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