LECCE – Intervista della Gazzetta dello Sport al presidente Saverio Sticchi Damiani dopo le sanzioni comminate dal Giudice Sportivo a seguito del burrascoso post-partita di Lecce-Milan. Ecco alcuni passaggi: “Se mi meritavo la squalifica? Non discuto l’entità della sanzione perché a fine partita ero molto arrabbiato e ho usato qualche espressione colorita, mi scuso. Intimidazioni e minacce non esistono, sono fuori da ogni logica e dal mio modo di affrontare la vita: bisogna stare attenti quando si usano certe parole perché hanno peso e si scontrano col vissuto di una persona”.

A proposito delle dichiarazioni del designatore degli arbitri Rocchi, il presidente ha aggiunto: “Credo che il Var debba essere un supporto per gli arbitri per evitare errori gravi e aiutare in scelte cruciali. Siamo arrivati a vivisezionare tutto, ma il risultato di questa scomposizione per fotogrammi in certe gare si usa, in altre inspiegabilmente no. L’intensità di uno step on foot non si può percepire da un video. Il Var deve scovare errori evidenti, non trovare una nuova tipologia di falli”.

“Togliere discrezionalità agli arbitri crea un altro tipo di problemi? E’ ciò che penso. Ho appreso dal designatore, e lo dico senza polemica, che lo step on foot va sempre punito anche se involontario o lieve. Ho fatto un approfondimento e ho verificato che questa regola non sta scritta da nessuna parte. Chi l’ha decisa? Immagino sia una linea dei direttori di gara per rendere oggettivo ciò che oggettivo non sarà mai. Si parla tanto di diritti televisivi, di un prodotto che piaccia, ma è il caso di proporre in giro per il mondo un calcio snaturato sulla base di regole non scritte? E non mi riferisco solo allo step on foot. Se il fallo di mani è cambiato? Sì. Si introducono prassi o regole non scritte per dare oggettività poi ci si rende conto che il gioco è snaturato e si torna indietro”.

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