LECCE (di Pierpaolo Sergio) – C’era un solo risultato da conquistare per il Lecce per proseguire il suo cammino nei dei playoff di Serie B nella sfida contro il Venezia, valevole come semifinale di ritorno, ma il destino ed un rendimento da retrocessione (iniziato nell’ultimo mese di campionato) hanno negato ai giallorossi la possibilità di accedere alla doppia finale. Di buono c’è stato il piglio dimostrato dalla squadra salentina che ha messo in campo tutto ciò che aveva. Dispiace che a sugellare l’uscita dai playoff sia stato l’errore di Mancosu dagli 11 metri col capitano uscito in lacrime.

GABRIEL: Come un film visto fin troppe volte, non subisce mezzo tiro in porta ma a tempo scaduto deve raccogliere la palla dal fondo della rete sul rigore contestatissimo che Irrati assegna al Venezia e che Aramu trasforma. Non compirà altri interventi per tutta la ripresa ma non servirà ad evitare quest’altra beffa a cui assiste praticamente da spettatore. VOTO: 6

MAGGIO: È protagonista di due episodi che caratterizzano il primo tempo: il presunto fallo da rigore che il Lecce chiede su sua conclusione ma su cui l’arbitro assegna corner ed il fallo che commette su Crnigoj e che costa il penalty contro. Per il resto, spinge come può sulla destra anche se è stanco e lo si vede. Nella ripresa prima alza troppo la mira su colpo di testa, poi conquista il rigore che Mancosu calcia fuori. Avvicendato quindi nel finale alla ricerca del forcing. VOTO: 6

→ (dal 40’st) PAGANINI: Entra per dare più spinta al Lecce e cerca di fare il suo. S.V. 

LUCIONI: Partita senza assilli in marcatura su Forte considerato che i veneti si tengono a lungo ben lontani dall’area leccese, salvo creare problemi allo scadere della prima frazione sul corner da cui scaturisce il rigore assegnato dal VAR. Suo l’assist per Pettinari nell’occasione dell’1-1 che illude i salentini sulla possibilità di agguantare la doppia finale playoff. VOTO: 6

DERMAKU: Nonostante la gara gli conceda una certa libertà in copertura, appare lento e macchinoso col pallone tra i piedi, rallentando il giro palla giallorosso a tutto vantaggio degli ospiti che ringraziano. Ci mette almeno lo zampino nell’azione dell’1-1. VOTO: 5,5

GALLO: Spesso chiamato nel vivo della manovra, si fa trovare pronto a ricevere i passaggi dei compagni e fare da stantuffo sulla corsia mancina pur confermandosi poco preciso al cross. Va però in riserva e viene avvicendato a ripresa in corso. VOTO: 5,5

→ (dal 63’st) CALDERONI: Qualche propulsione lungo l’out destro a cercare di scodellare palloni in area. Ordinato e poco più. Peccato non averlo avuto a pieno regime per tanto tempo. VOTO: 6

MAJER: Buona personalità in mezzo al campo dove recupera palloni su palloni e fa ripartire la sua squadra andando in pressing sui portatori di palla avversari che soffrono la sua intraprendenza e caparbietà. Viene poi cambiato nel secondo tempo per mandare il Lecce all’assalto con chi sa essere più inventivo come Tachtsidis che entra al suo posto. VOTO: 6

→ (dal 18’st) TACHTSIDIS: Entra bene in partita e crea qualche buona palla non sfruttata a dovere dai compagni veneziana. Grande lo spavento che suscita quando nel finale resta per qualche interminabile secondo esanime sul prato del “Via del Mare“, ma poi per fortuna si riprende e guida gli ultimi attacchi cercando l’imbucata vincente. VOTO: 6

HJULMAND: Le idee d’attacco sono affidate alla sua vena creativa ed alla sua mobilità. Guida con carattere il reparto nevralgico del Lecce provando ad accendere la lampadina negli spazi intasatissimi dell’area veneziana. Su di lui Irrati non fischia un fallo nell’azione che precede l’assegnazione del rigore che sblocca il match. Secondo tempo di grande sacrificio. Tenta di far ripartire in velocità la sua squadra e butta in mezzo palloni della disperazione senza esito. VOTO: 6

NIKOLOV: Alla quarta partita della stagione da titolare si fa notare nei primi 45′ per una conclusione lenta e debole che appoggia tra le braccia di Maenpaa. Poco dinamico al cospetto di un Venezia stanco e non è ciò che serve col Lecce sotto di una rete. Perciò all’intervallo esce per immettere sul terreno di gioco gente più votata ad offendere e creare. VOTO: 5

→ (dal1’st) MANCOSU: Subito sua la prima conclusione della ripresa su punizione che sfiora il palo alla sinistra del portiere veneto. Poi diventa involontario protagonista in negativo calciando malamente il rigore del possibile passaggio del turno. Discutere se abbia fatto bene o male a presentarsi lui sul dischetto sarà argomento per lungo tempo. Per il capitano nutriamo davvero una grande stima personale e professionale e vederlo uscire così affranto dal campo, sorretto dai compagni e dagli avversari, non gli rende certo merito. VOTO: 5

HENDERSON: Gode di molta libertà tra le linee che però non sfrutta a dovere. Nel prima frazione da un suo tiro deviato nasce la clamorosa palla-gol dei padroni di casa con il portiere e Molinaro a rischiare il clamoroso autogol che non arriva per il tocco del pallone sulla traversa. Ripresa più confusionaria alla pari di molti suoi compagni. VOTO: 5,5

→ (dal 40’st) RODRIGUEZ: Mossa della disperazione a 5′ dal triplice fischio che non dà alcun vantaggio ai giallorossi. Si fa espellere per aver calciato il pallone verso Irrati a fine gara. VOTO: 4,5

CODA: Una delle peggiori prestazioni dell’attaccante che si è letteralmente spento sul più bello. Gara anonima, senza sussulti e con tanti, troppi errori a cui nessuno pone rimedio e, di conseguenza, pesano ancor più come macigni. VOTO: 5

PETTINARI: La sua ultima apparizione in campo si era registrata lo scorso 1 maggio nella gara interna persa 1-3 contro il Cittadella. Eppure è lui il più pimpante in campo tra i giallorossi: corre, si danna l’anima a caccia del pallone ed è rapace in occasione dell’azione del pareggio leccese ma la sua quinta rete stagionale non basta per l’impresa. VOTO: 6,5

All. CORINI: Stavolta la squadra ha dato tutto. Resta il grande rammarico di non averle visto fare fare altrettanto nel finale di campionato e nella semifinale d’andata. Il Lecce si è afflosciato all’improvviso e non si è mai più ripreso da KO contro SPAL e Cittadella, dove è stata persa davvero la Serie A diretta. Non tutte le scelte fatte sono state condivisibili in questi 180′ ma quando anche la buona sorte ti volta le spalle e i palloni finiscono su traverse o calciati in curva su un rigore significa che veramente non era annata. VOTO: 5,5

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