PERUGIA (di Luca Manna) – In questa ennesima folle estate calcistica, forse la più matta di tutte e sicuramente non ancora conclusa fra ricorsi continui e attese infinite di sentenze, nessun vero tifoso del Lecce ha mai perso di vista la realtà deli fatti: l’U.S. Lecce, dopo 6 lunghissimi anni, è tornata in Serie B o, meglio, ha lasciato la Lega Pro ed ha avuto accesso alla B senza beneficiare della chance di giocare in cadetteria dopo la retrocessione sul campo dalla Serie A.Abbiamo assistito, per una volta e finalmente solo da spettatori disinteressati, ai soliti teatrini del “pallone italico”, senza capirci granché e consapevoli che la partenza di questa sera del campionato potrebbe essere una “falsa partenza” o a metà. Ma non ci interessa e, sinceramente, dopo tutte le sofferenze e le delusioni del recente passato, poco importa di occuparci delle scandalose ricerche di appigli e clausole a cui vogliono ahinoi abituarci, come se tutto fosse normale.Non è importante chi e quanti saranno i nostri avversari: 19, 20 oppure 22… Almeno non per noi tifosi, mentre lo è di certo per la società giallorossa, anche per la ripartizione dei diritti tv e della mutualità che sono linfa vitale per i nostri valorosi dirigenti.Sono stati 6 anni che non si dimenticano facilmente, ma sicuramente possono essere riposti nel cassetto dei brutti ricordi quando si è oramai al 24 agosto, giorno della prima partita di un nuovo campionato che per il Lecce, questo Lecce, può significare una nuova vita fatta di calcio che finalmente somiglia al vero professionismo e non a quello spesso improvvisato della recente Serie C, una vita in cui tutti finalmente possano guardare al Lecce ed a ciò che lo circonda con occhi più interessati e di riguardo, una vita in cui si può sognare qualcosa di grande e non qualcosa che a tratti ci è sembrato lontano anni luce. È chiaro però che non dimenticheremo il percorso fatto fin qui, perché i ricordi belli fanno sorridere e danno forza, ma quelli opposti rappresentano un bagaglio fondamentale per far sì che certe situazioni non possano mai più ripetersi.Non dimenticheremo Salò, San Marino, Carpi o Frosinone… Non dimenticheremo Benevento e Foggia, non dimenticheremo gli errori commessi e le difficoltà incontrate, così come non dimenticheremo neanche il Siracusa e la paura di non farcela prima della grande gioia. Una gioia che ancora oggi è viva dentro come se fosse ieri e che ci permette di non dimenticare anche tutti coloro che hanno contribuito a regalarcela e che oggi hanno preso o stanno per prendere una strada diversa, ma per i quali vi sarà sempre affetto e rispetto, perché è grazie anche ad ognuno di loro che oggi finalmente possiamo scrivere, parlare ed aspettare ciò che per 6 anni sembrava a tratti inafferrabile.Si ricomincia ed il destino ha voluto che si partisse subito in casa del Benevento, una delle grandi favorite per la vittoria finale del torneo, come se si volesse immediatamente metterci alla prova per misurare di che pasta siamo fatti e per comunicare che il Lecce è tornato e tutti adesso lo devono sapere.Si riparte dal “Vigorito“, da una di quelle realtà che in quei 6 anni ci ha dato un dispiacere grande per regalarsi una gioia che per la controparte è diventata tripudio un anno dopo; ma le cose non accadono mai per caso e proprio questo incrocio del calendario è lì per indicarci che porsi degli obiettivi da raggiungere è fondamentale, in ogni ambito, economico e sportivo, ma che sul campo bisogna lottare per raggiungerli senza però porsi mai dei limiti.La storia di Benevento e Lecce è lontana anni luce, così come lo fu l’approccio deciso dai sanniti dopo la loro promozione in B rispetto al nostro attuale. Ma non sono solo le scelte fatte a scrivere la storia e sono proprio i campani ad insegnarci quanto mentalità, entusiasmo ed unità di intenti siano ingredienti fondamentali per il successo.Insomma, si riparte. Si ricomincia dalla Serie B, finalmente… E lo facciamo con quasi 6500 abbonamenti già sottoscritti, con un mercato di assoluto prestigio e qualche gatta da pelare evitabile, forse in via di definizione, ma che non deve a mio avviso permettere che a nessuno di mettere i bastoni fra le ruote a ciò che con fatica e sudore è stato costruito, in particolare negli ultimi 2 anni.Siamo pronti, siamo consapevoli che ci sarà da lottare, a volte soffrire e che è finita l’era in cui si scendeva in campo con l’obbligo di fare la partita e vincere su improbabili prati verdi in cui sembrava assurdo anche solo entrarci, sperando che questo concetto divenga al più presto chiaro anche a tutti quei tifosi più esigenti che sembra non vedano l’ora che il Lecce inciampi per sfogarsi un po’…E allora: bentornato, Lecce nostro! Bentornato lì dove è più consono vederti. Bentornato in quella categoria che fino a poco fa sembrava un paradiso calcistico divenuto chimera e che adesso è finalmente realtà!

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