LECCE (di Gavino Coradduzza) – Soffre un tantino soprattutto nel finale, rischia di perdere due dei tre punti, ma questo Lecce vince e allunga… Una (prima) settimana di sereno ritiro lontano dai clamori e da qualche sintomo di turbolenza dovrebbero aver restituito alla formazione di Liverani la smarrita consapevolezza di essere squadra da assoluto primato; quella di Reggio Calabria non poteva essere e non è stata la partita esemplare, e tuttavia un Lecce saldo quanto basta e qualche benevolo sguardo della dea Eupalla, ha saputo incamerare l’intera posta distanziando, forse in maniera definitiva, il Trapani battuto dalla Virtus Francavilla, in attesa della gara del Catania di stasera contro al Juve Stabia…

La non saldissima posizione di classifica si fa sentire sul piano nervoso nelle prime battute di gioco che i salentini interpretano con piglio deciso, dettando una supremazia di gioco e di frizzanti iniziative che, complice uno svarione difensivo, porta Marco Mancosu, all’11°, ad intuire che proprio lì, a ridosso della linea dell’area di porta reggina, sarebbe transitata una blanda respinta di Gatti con la palla che chiederebbe solo rapidità di esecuzione: una fucilata immediata. Per Mancosu si tratta di un compitino facile che lui svolge con la opportuna diligenza. Il raddoppio di Di Piazza, tre minuti più avanti, segnerebbe la giusta misura del divario fin qui dimostrato in campo dalle due formazioni, ma l’assistente dell’arbitro coglie una posizione di fuorigioco impossibile da giudicare dalle immagini a disposizione…

Ed è proprio Matteo Di Piazza (siamo autorizzati a soprannominarlo ’’Lazzaro’’?) che sembra esser rinato: pare si sia reimpossessato della sua anima di bomber, spauracchio delle difese avversarie: possente, caparbio, pronto ad inquadrare la porta anche da posizioni non facili. Davvero bentornato!

La Reggina, bloccata a dovere sulla propria trequarti ed incapace di andare oltre, non va otre una sterile prevalenza territoriale che non produce altro che qualche flebile tentativo di impensierire Perucchini. La partita, scavalcata la prima metà di frazione, trasferisce la propria inerzia sotto la spinta crescente degli amaranto, mentre il Lecce sceglie un atteggiamento prudente, tendente al guardingo. Venuti meno gli iniziali rifornimenti, anche il furore agonistico di Di Piazza e Saraniti tende ad evaporare di quel tanto che consenta al pacchetto difensivo di casa di rallentare il battito cardiaco…

Ritorna anche (perchè negarlo?) la buona stella che veste i panni della pochezza offensiva dei calabresi di Maurizi quando, al 45°, Perucchini si fa cogliere in posizione leggermente avanzata su un colpo di testa facile facile che lo scavalca, ma che si perde fortunatamente sul fondo…

Ad inizio di ripresa mister Liverani ritira a sorpresa dalla contesa Saraniti, Di Piazza e Costa Ferreira sostituendoli con Caturano, Dubickas e Legittimo. Il segnale sembra chiaro: si rinuncia al famoso trequartista per ancorare la barca giallorossa a poppa con un’ancora difensiva in più, Matteo Legittimo. La mossa non azzera tuttavia il potenziale offensivo dei giallorossi che, ancora con Mancosu (soave scambio con Caturano), trafigge l’area avversaria ma angola troppo il tiro…

La Reggina mette in vetrina il proprio materiale: palleggio (un pochino stucchevole o almeno fine a sè stesso) a centrocampo e scarsissime idee utili ad innescare un attacco incapace di trovare una qualche identità offensiva: al 32° Bianchimano si divora infatti ancora una volta il gol del pareggio pur trovandosi a tu per tu con il provvidenziale portierone leccese. La squadra di casa dimostra quindi una spamodica voglia di addentare il pareggio, senza tuttavia disporre di buoni denti o di adeguata dentiera. La prova? A 10′ dal termine, scavalcato Perucchini, la palla rotola verso la rete e serve un opportuno salvataggio sulla linea di Legittimo, ma per la terza volta il Lecce rischia di capitolare…

Pur mantenendo immutata la qualità dei singoli, il Lecce accenna a disunirsi, fa capolino l’affanno e, nel finale, rischia più volte il tracollo… La somma algebrica delle chiare occasioni da gol indicherebbe il pareggio come risultato ai punti; però la prima regola del calcio ci ricorda che a vincere è sempre chi alla fine fa un gol in più dell’avversario; ed è ciò che ha saputo fare il Lecce, mentre per la Reggina questa materia, si è rivelata terribilmente ostica…

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