LECCE (di Gavino Coradduzza) – Il Lecce conquista a Cosenza tre punti che picchiano a martello sulle residue velleità di rimonta delle inseguitrici… Partita difficile, ottimamente domata da Saraniti e poi blindata dall’ancora una volta ottimo e provvidenziale Perucchini. Riposa Lepore e dunque trova spazio in formazione Ciancio, a destra, con Legittimo a sinistra. Solito centrocampo; da rifinitore (è vietato parlare di trequartista?) viene preferito Tsonev, mentre Torromino ritorna a fare la punta affiancando Saraniti; il resto affolla la panchina…

Dire che il terreno di gioco è infame non rende completamente l’idea di ciò che devono affrontare i giocatori in campo: le pozzanghere sono laghetti che si oppongono alla palla che osi viaggiare rasoterra. Ne viene fuori una partita che assegna alla casualità un ruolo non marginale; il compito del direttore di gara diventa improbo quando è chiamato a valutare interventi e scivoloni di dubbia matrice…

L’avvio del Lecce è guardingo, con Arrigoni abbastanza basso, ma con una buona predisposizione a distendersi a fisarmonica; ma è comunque il Cosenza ad insidiare per primo la porta avversaria con un paio di puntatine spigolose. Torromino fa tanto movimento a beneficio di Saraniti inizialmente un po’ abulico; il fondo viscido e fangoso non aiuta di certo a sviluppare trame interessanti, ma neanche le due formazioni trovano il sistema di rendere meno scorbutica una partita che, sia pur non sconfinante nella noia, non riesce ad entusiasmare più di tanto; anche la posta in palio suggerisce calma e prudenza.: gioco frammerntato; si spinge più per inerzia caratteriale che per concreta intenzione di costruire qualcosa accollandosi una manciata di rischio mentre la pioggia continua a flagellare lo stadio di Cosenza…

All’intervallo è 0-0 e si riparte con il Cosenza aggressivo come raramente era stato nella prima frazione di gioco. Anche il Lecce diventa più intenso e puntuale nell’imbastire gli embrioni di manovra che il terreno di gioco concede di effettuare. A Tsonev, minuto 57, viene preferito Tabanelli che ne eredita ruolo, compiti e prestazine che , come per Tsonev, non andrà di molto oltre lo svolgimento del compitino; ma poi, acclamato dai tifosi giallorossi presenti sugli spalti, va in campo anche Di Piazza che rileva Torromino: il Lecce prende in mano le redini del gioco costringendo i silani ad arretrare e a cautelarsi. Il terreno di gioco continua a far privilegiare i lunghi lanci a discapito del gioco manovrato; la conseguenza è che possono prender corpo soltanto situazioni casualmente ed occasionalmente frizzanti…

Ma è proprio da una di queste situazioni che, al 74°, Saraniti riesce a sfruttare magistralmente un prezioso invito di Mancosu: controlla di destro, ruota su sè stesso e, di sinistro, spedisce in porta la palla del vantaggio. Cinque minuti più avanti è poi Perucchini a sigillare il successo con un doppio intervento di eccelsa qualità mentre Saraniti, dolorante alla coscia destra, abbandona il campo lasciando il posto a Lepore. A questo punto il Cosenza vede lampeggiare la spia della riserva; il Lecce arriva per primo su ogni palla, mentre i silani danno l’impressione di aver esaurito energie, lucidità e motivazioni; resta loro qualche raro sussulto e nulla più fino al termine. Superato il non facile turno, il Lecce si avvia alla volata finale con il vantaggio in classifica immutato: un’altra partita è alle spalle ed il traguardo pare sempre più vicino…

Commenti