PERUGIA (di Luca Manna) – Sarà che ancora la settimana sanremese mi è rimasta dentro, o la felicità mista alla scaramanzia che pervade il mio stato d’animo, ma è da ieri che dentro la mia mente passa in continuazione il motivetto di Ermal Meta e Fabrizio Moro leggermente rimodulato (da “Non mi avete fatto niente” a “Non abbiamo fatto niente”) con riferimento all’attuale situazione di classifica del Lecce.

La vittoria sofferta e per questo bellissima di Bisceglie, unita al pareggio sperato e forse atteso del Catania al “Massimino” contro il Cosenza del nostro ex allenatore Piero Braglia hanno permesso al Lecce di portare i punti di vantaggio nei confronti degli etnei a 6 in una settimana che ci vedeva sfavoriti quantomeno considerando l’impegno in trasferta, a differenza del match casalingo di Lodi e compagni.

È tanta l’euforia, così come è cresciuta la consapevolezza di avere una squadra veramente forte sotto tutti i punti di vista, anche quelli che negli anni passati erano il vero tallone di Achille, quali il carattere e la capacità di saper soffrire 90 minuti per raggiungere l’obiettivo con cinismo e cattiveria quando non si è in grado di imporre la propria superiorità tecnico-tattica.

perucchiniÈ stato un week-end importantissimo che ha visto il Lecce affrontare una squadra che aveva dalla sua nuovi stimoli riconducibili al cambio di guida tecnica e che, a differenza nostra, aveva la possibilità di farsi supportare dal proprio pubblico in quello che per loro era un vero e proprio derby. Arrigoni e compagni hanno giocato una partita caparbia, perfettamente in linea con quanto spesso la Serie C richieda, creando diverse palle gol, ma concedendone anche qualcuna di troppo e portando alla fine a casa l’intera posta in palio anche e soprattutto grazie all’enorme forza d’urto offensiva a disposizione di Liverani e grazie all’indiscutibile bravura di Pippo Perucchini. E ciò non deve far storcere il naso perché il portiere è parte integrante di una squadra, è pagato per fare il suo mestiere ed ogni grandissima squadra deve avere un grandissimo portiere in grado di contribuire a portar punti in classifica. Perucchini è uno dei 3 migliori portieri dell’intera categoria.

Il Lecce visto venerdì sera ci fa battere forte il cuore, sicuramente per la paura di quell’ultimo minuto di recupero che ci ha tolto qualche ora di vita, ma anche perché nonostante l’assenza contemporanea dei 2 leader carismatici del gruppo come Lepore e Cosenza (assenze che comunque si sono fatte sentire), ha giocato una partita di grande sostanza e caparbietà, lottando su ogni pallone come se davvero si stesse giocando una finale. Insomma, il Lecce è forte e questo lo sapevamo, ma adesso sappiamo pure che laddove la giornata non sia delle migliori, il cuore e la grinta sono pronti ad intervenire per far sì che la posta in palio si colori di giallorosso.

È stato soprattutto un week-end importante per via dell’ormai conclamato “tentativo di fuga” del Lecce capolista. Il Catania ancora una volta dimostra la sua fragilità casalinga andando sotto di 2 goal, rimontandoli con caparbietà, ma perdendo altri 2 punti, con i “dentini” si facciano sentire un po’ meno…

Adesso i problemi sono tutti e solo in casa etnea, con un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi, una squadra che dimostra che la pressione di un Lecce che continua a vincere si fa sentire sempre più ed un Lucarelli che, nonostante i punti fatti, è nell’occhio del ciclone e si lascia andare a velati, ma non troppo, isterismi in sala stampa contro chi critica, storce il naso o si arrabbia per le occasioni buttate all’aria.

È sicuramente una situazione da sfruttare, una scia, un’onda da cavalcare senza paura e senza pietà perché adesso è l’ora di metterci ancora di più di quanto è stato apparecchiato fino ad oggi. Si entra nella fase caldissima del campionato, quella che deciderà le sorti di tutti ed il Lecce lo fa in una posizione di comodo e di forza, nella posizione migliore per affrontare la primavera che arriverà e che sarà la stagione dei verdetti. Ma attenzione a cadere nel classico tranello calcistico di chi pensa che il margine sia tale da potersi deconcentrare o poter dormire sonni beati e tranquilli. Continuiamo a giocare pensando che non vi sia distanza in classifica, continuiamo ad affrontare le partite come delle finali, continuiamo a volare basso fino a quando la vetta sarà irraggiungibile per gli altri: 12 battaglie, 12 partite da vincere, 12 sfide in cui mai bisognerà amministrare, ma sempre bisognerà accelerare per non fermarsi mai.

Non abbiamo fatto niente… Anche se abbiamo fatto già tantissimo; finché non avremo vinto, non abbiamo fatto niente, ma siamo sulla strada giusta per fare qualcosa di grande!

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