LECCE (di Gabriele De Pandis) – Compie oggi 71 anni Zdenek Zeman. L’allenatore boemo, ora fermo dopo la conclusione dell’avventura a Pescara, sarà sempre ricordato nel Salento soprattutto per aver guidato il Lecce nel campionato 2004/’05.

Sarebbe anacronistico ripercorrere l’intera carriera di ZZ, uno degli innovatori del calcio italiano sin dai primi successi con il Licata fino all’esplosione totale di Foggia, dove il 4-3-3 trasformò il centro dauno, fucina di talenti del calcio italiano e europeo degli anni Novanta, a Zemanlandia.

Sono state 61 le “panchine” di Zeman con il Lecce. L’avventura cominciò nell’estate del 2004 con la scommessa operata dal sodalizio salentino, che puntò sul boemo nonostante il brutto campionato con l’Avellino della stagione passata, conclusosi con l’ultimo posto in Serie B.

La stagione 2004-2005 è uno scrigno di ricordi indelebili per tutti i tifosi salentini. Il “Via del Mare” ospitò il calcio totale di ZZ dopo un’estate di calciomercato caratterizzata prima dal tormentone sulla cessione di Chevanton e poi da oculate manovre in entrata definite dal D.s. Pantaleo Corvino perlopiù già prima del ritiro.

Come per molte squadre guidate da Zeman, anche a Lecce l’avvio fu debordante. I giallorossi, guidati dalle reti di Valeri Bojinov, Saša Bjelanovic e Mirko Vucinic, e coordinati dalla regia di Cristian Ledesma, affiancato da corridori quali Guillermo Giacomazzi e Samuele Dalla Bona, stupirono l’intera Italia sportiva.

Uno dei picchi fu raggiunto alla settima giornata di Serie A. Leggere la classifica del massimo campionato la domenica sera sembrava un sogno. Juventus prima a 19 e Lecce secondo a 14 insieme al Milan.

A livello individuale, però, quella stagione rimarrà sempre come il battesimo per il grande, grandissimo per alcuni, calcio di molti interpreti di quella rosa. Marco Cassetti, reinventato terzino durante il ritiro estivo, fu convocato in Nazionale assieme a Vincenzo Sicignano, uno dei pochi che entrò nell’Olimpo dei “portieri zemaniani”. Per non dimenticare poi Lorenzo Stovini, stoica cerniera difensiva.

Zemanlandia vuol dire gol. E la zemanlandia leccese lanciò definitivamente Valeri Bojinov, che dopo 11 reti in 20 presenze passò alla Fiorentina. Il testimone in zona-gol fu raccolto poi da Mirko Vucinic, l’eroe della salvezza con complessive 19 segnature. Tre furono messe a segno in Lecce-Lazio 5-3, la partita che forse raccoglie il trionfo e l’intera essenza di quella squadra e di quel campionato. La videosintesi del match, curata da Lecce Calcio Story, farà emozionare sicuramente molti fans.

L’epilogo però non fu dei più soddisfacenti, anche se la salvezza fu festeggiata. Il Lecce, a detta di qualcuno, tirò i remi in barca nell’ultima parte di campionato e l’aritmetica arrivò soltanto alla fine. La 38^ giornata, con Lecce-Parma 3-3 e Zeman che per protesta contro l’atteggiamento rinunciatario dei suoi seguì le ultime battute dietro la panchina, chiuse l’annata.

Spesso non bastano i numeri per entusiasmare. È vero sì che il Lecce nel 2004/’05 ebbe la difesa più battuta della Serie A, ma le 66 reti finali valsero il titolo di secondo attacco del campionato, a solo una rete dalla Juventus campione d’Italia.

Proprio l’incrocio con i bianconeri, mai banale quando di mezzo c’è Zeman, rappresenta per chi scrive un altro singolare ricordo. Era il 14 novembre 2004. Il Lecce navigava ancora nei quartieri altissimi della graduatoria, ma una settimana di bufera sul Salento mise a serio rischio la disputa della gara. Nonostante il terreno zuppo si giocò e la sostanza dei campioni juventini prevalse sull’arrembante Lecce. Il gol di Del Piero, segnato nel fango, valse il rammarico di molti. Sarebbe stato interessante vedere Zeman ed i suoi ragazzi, spinti da un pubblico bollente, mettere in atto il proprio gioco palla a terra e verticalizzazioni contro l’eccellenza del calcio italiano.

La scommessa vinta in Serie A non fu poi bissata due anni dopo. Nel 2006 Zeman fu richiamato a Lecce dopo la retrocessione in Serie B. La magia non si ripetè e, nel torneo di B forse più competitivo della storia con Juventus, Napoli e Genoa promosse direttamente che non resero possibile i play-off per il distacco creato con la quarta posizione, il rendimento del giovane Lecce di Zeman fu alquanto altalenante: 10 sconfitte in 18 partite sancirono la fine del rapporto ed al tecnico boemo subentrò alla Vigiolia di Natale Giuseppe Papadopulo.

Anche se il campionato fu difficile non si può non ricordare il lancio di Pablo Daniel Osvaldo (nella foto), diamante grezzo giunto in prestito dall’Atalanta e tecnicissimo terminale offensivo del secondo 4-3-3 salentino. A Zeman si deve anche il matrimonio del Lecce con Peppe Vives, pescato dal Giugliano in C/2 e scelto personalmente dal tecnico.

Auguri, Maestro!

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