LECCE – Con il ritorno di Eusebio Di Francesco sulla panchina del Lecce, nell’ambiente salentino si inizia a dibattere circa la scelta della dirigenza: una delle prime voci note ad esprimersi a riguardo è stata quella di David Di Michele, ex attaccante di livello dei giallorossi che ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, parlando principalmente dell’arrivo del mister pescarese come successore di Marco Giampaolo, che pochi giorni ha sciolto le riserve circa il suo futuro, optando per il divorzio.
Di seguito, ecco quanto detto da Di Michele su Di Francesco, suo allenatore nell’esperienza complicata della stagione 2011/2012, ma in cui non tutto fu da buttare: “Ho ottimi ricordi di Di Francesco, sia come allenatore sia dal punto di vista umano. Era alla sua prima esperienza in A, ma dimostrò il giusto approccio con il gruppo. La sua scelta era per il 4-3-3 ed il suo calcio era molto propositivo, a mio parere disputammo alcune buone partite, sviluppando idee tecnico-tattiche all’avanguardia. I risultati non furono quelli sperati e si sa che in Italia c’è sempre pochissimo tempo per costruire qualcosa, pagò i pochi punti non all’altezza delle aspettative. Sono certo che però la prima parentesi di Lecce gli servì per i passaggi successivi della carriera, ora avrà la possibilità di farsi valere. I suoi risultati recenti? Quelli vanno contestualizzati. In Ciociaria disponeva di un organico composto da giocatori talentuosi ma inesperti per la A, ha pagato dazio all’ultima giornata. In laguna, la rosa aveva giocatori stranieri che non conoscevano la Serie A e che andavano plasmati, che ha fatto crescere, ma non è bastato per evitare la retrocessione. In entrambi i casi ha svolto un buon lavoro, retrocedere alla fine pesa nei giudizi. Suppongo che Corvino e Trinchera non smantelleranno il gruppo, Di Fra potrà contare su giocatori che conoscono la Serie A, che è importante, poi starà a tutte le componenti fare quadrato, dato che chi parte per non retrocedere sa che deve soffrire fino alla fine. Di Francesco ha portato in A per la prima volta il Sassuolo e l’ha stabilizzata avviando un ciclo che è durato fino alla stagione ’23/’24 con altri allenatori. Alla Roma è poi arrivato in semifinale di Champions. L’addio di Giampaolo? Che questo potesse essere l’epilogo si era intuito nel finale di campionato dopo la sconfitta col Como, al cui termine si era ipotizzato il suo esonero. A bocce ferme, l’area tecnica ha fatto le sue valutazioni e ha deciso così“.